Lo studio NELSON riporta oggi sul New England Journal of Medicine (382, 503-13, 2020) che lo screening mediante TAC a bassa dose nei fumatori incalliti evidenzia precocemente la comparsa di tumore del polmone e consente loro di sopravvivere più a lungo.
L’editorialista S.W. Duffy sullo stesso numero della rivista ritiene che alla luce di questi risultati è molto probabile che questo screening periodico diventi prassi medica, anche se ancora non sono noti né la costo-efficacia dello screening e nemmeno quale sia la popolazione di fumatori nella quale applicarlo. La domanda che sorge è allora la seguente: chi sosterrà le spese per questo nuovo costo sanitario di chi fuma? Se si scaricherà sul Servizio Sanitario Nazionale che è già in affanno per ristrettezze economiche, è etico che tutta la popolazione paghi per una dissennata scelta di alcuni e a loro esclusivo vantaggio? Non è ora di esercitare un più deciso contrasto al fumo di tabacco e ai suoi succedanei?
Io credo che l’autorità di Governo debba dare finalmente una seria risposta a questi interrogativi.
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Ognuno di noi deve custodire la propria salute(1)
I grandi nemici della salute del cuore e dei vasi sono 4:I grandi nemici della salute del cuore e dei vasi sono 4:
① tabacco
② ipertensione arteriosa
③ sovrappeso corporeo
④ cibi ricchi di grassi trans artificiali, derivati dalla parziale idrogenazione di oli vegetali, che provocano aumento dell’LDL-C e riduzione dell’HDL-C. Continua a leggere
Danni da Fumo
L’80% delle morti da COPD (broncopneumopatia cronica ostruttiva) è causato dal fumo di tabacco.
(Lyon J. National Plan for COPD care. JAMA 317, 2475, 2017)
I costi del tabacco
Il rapporto NCI – WHO del gennaio 2017 su “Economics of Tobacco and Tobacco Control” conferma l’altissimo costo umano ed economico dell’uso di tabacco nel mondo. Ogni anno muoiono prematuramente 6 milioni di persone e la società sostiene un costo di 1000 miliardi di US$ in spese sanitarie e perdita di produttività. E’ stato calcolato che ogni fumatore costa alla società circa € 2,5 al giorno, 46% di spese sanitarie e 54% in mancata produttività. Questa calamità deve cessare e l’obiettivo primo è di ridurre il consumo mondiale di tabacco del 25% per il 2025. Perché ciò accada, è necessario che i Governi mettano in atto alcune strategie, e in particolare:
- alzare significativamente le accise sulle sigarette;
- impiegare i proventi esclusivamente per la lotta al tabacco (controlli nei locali pubblici e luoghi di lavoro per l’osservanza ai divieti di fumo, sostegno ai centri anti–fumo, lotta alla dispersione dei mozziconi nell’ambiente);
- estendere progressivamente il divieto di fumo e farlo rispettare, iniziando nelle aree scolastiche e sanitarie, nelle auto anche private, per continuare rivolgendosi ai luoghi assemblati anche all’aperto;
- contrastare la pubblicità occulta delle sigarette (ad esempio i film e la circolazione dei marchi di sigarette attraverso altra merce);
- sostenere i programmi e i centri di cessazione dal fumo;
- promuovere sistematiche e ripetute campagne di comunicazione di massa contro il fumo, con particolare riguardo alla prevenzione dell’iniziazione al fumo di sigaretta e di sigarette elettroniche nei giovanissimi.
L’obiettivo è di liberare l’umanità dal tabacco e dai terribili danni che provoca alla salute e all’ambiente (con disboscamenti, uso di fertilizzanti e pesticidi chimici, contaminazione delle acque, dispersione di mozziconi e relative sostanze tossiche nell’ambiente) e dai relativi alti costi umani ed economici.
(The Lancet. Tobacco elimination: an economic and public health imperative. Lancet 389;225,2017)
Proteggere la salute pubblica
Più i governi riducono le regole del commercio e più diventa difficile proteggere la salute pubblica. E’ necessario trovare un equilibrio che consenta la protezione di quest’ultima, che è oggi perdente.
Alcuni ambiti come il tabacco, però, devono essere contrastati senza compromessi perché il tabacco non è un bene necessario ma un male che è la prima causa di morte prevenibile in tutto il mondo.
Government’s move to cut red tape is impeding public health measures, say charities. BMJ 2015; 351 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.h4925