La solitudine

La solitudine comporta un incremento del 26% del rischio di morte prematura, ma anche di esclusione sociale e depressione. Essa è quindi un problema di salute pubblica e affligge nei Paesi industrializzati una persona su 12. Esistono oggi gli strumenti per identificare i soggetti affetti da solitudine (vedi Hughes ME et al. Res. Aging 26, 655-72, 2004) ed è tempo che la comunità medica se ne faccia carico e coinvolga la società tutta ad intervenire per alleviare questa grave malattia di tante persone, specie anziane.

Cacioppo JT, Cacioppo S. The growing problem of loneliness.
Lancet 391, 426, 2018.

L’inquinamento dell’aria uccide

L’esposizione a polveri ultrasottili (PM 2,5), anche se di breve durata, comporta danni alla salute, specie all’apparato cardiorespiratorio (infiammazione polmonare e sistemica, stress ossidativo, trombogenesi). Ogni aumento di 10 µg/m3 di polveri (e ogni aumento di ozono pari a 10 parti per milione) aumentano la mortalità, specie nelle persone anziane; ciò significa che non vi sono soglie di inquinamento al di sotto delle quali si può stare sicuri e tollerare la presenza di polveri ultrasottili e/o di ozono nell’aria che respiriamo. Oggi esistono attrezzature relativamente poco costose che consentono di valutare l’inquinamento nelle case e nei luoghi di lavoro, così che si possono usare maschere N95 quando l’inquinamento cresce. Le Amministrazioni pubbliche hanno il dovere di assicurare standard sempre più bassi di inquinanti, agendo con decisione sul traffico veicolare e sulla produzione di energia.

Zhang J. Low-level air pollution associated with death.
JAMA 318, 2431-32, 2017.

Come evidenziare gli anziani depressi

Bastano 2 domande: nel mese passato

1. Si è sentito molto giù?
2. Ha notato poco interesse o piacere di fare le cose?

La sensibilità del test è 91.8% con una specificità del 67.7% per la diagnosi di depressione nei soggetti di 60 – 87 anni.

Mayor S. Asking older people two simple questions accurately detects depression risk, study finds. BMJ 2017; 356 doi: https://doi.org/10.1136/bmj.j874

La cura delle persone anziane fragili

Una nuova sfida per l’organizzazione sanitaria e la medicina di iniziativa

La cura dei pazienti anziani e fragili (cioè quelli molto compromessi, con storia di cadute, mobilità e autonomia limitate, disturbi cognitivi) è molto diversa da quella riservata a persone robuste. Per i fragili è necessario effettuare innanzi tutto una valutazione multidimensionale, che include cioè le condizioni di salute fisica, mentale e psicologica, la capacità di attendere alle normali occupazioni della vita quotidiana, i determinanti sociali e ambientali di salute e benessere. Tale valutazione multidisciplinare sfocia in un piano di cura e assistenza che va poi gestito da un case manager, cioè una figura sanitaria di riferimento e coordinamento del paziente, che operi in modo proattivo (medicina di iniziativa) cioè si incarichi di verificare sistematicamente le condizioni del paziente, lo guidi nei percorsi di diagnosi e cura, sotto la direzione del medico curante (o meglio del geriatra curante); importante la motivazione di queste figure professionali, cui compete anche la compilazione della cartella (elettronica) del paziente in modo accurato e puntuale. Tutta questa organizzazione trova logica collocazione nella Casa della Salute, che può utilmente affiancare un Presidio Ospedaliero Territoriale (POT) ove il paziente possa ricevere una cura temporanea a bassa intensità per migliorare le sue condizioni di salute, e quindi ad esempio dopo la dimissione da un Ospedale per acuti o in occasione di episodi acuti che si presentino al proprio domicilio individuale o collettivo (RSA o residenze per anziani), e altri ambiti ancora. Scrive Gladman che “Comprehensive geriatric assessment is the geriatrician’s gift to health care”.

Gladman JRF. Delivering comprehensive geriatric assessment in new settings: advice for frontline clinicians. J.R. Coll. Physicians Edinb 46, 174-9, 2016)