Oltre 21 le cause di morte prematura nei fumatori

Nei fumatori la mortalità è 2-3 volte maggiore che nelle persone che non hanno mai fumato.
Questo eccesso di mortalità è dovuto a 21 malattie ben riconosciute (tra le maggiori: malattie ischemiche del miocardio, ictus, tumore della prostata, polmoniti e altre malattie respiratorie, cancro del colon-retto) alle quali tuttavia si aggiungono cause ancora sconosciute.
Non credo ci sia da chiedersi se dobbiamo continuare con crescente energia la battaglia contro il fumo di tabacco.

(Carter BD et al. Smoking and mortality. Beyond established causes. NEJM 372, 631-640, 2015)

Tobacco endgame

Malgrado la progressiva diminuzione della prevalenza dei fumatori nel mondo occidentale (che si è dimezzata negli ultimi 50 anni), oggi la situazione è in stallo. Dati gli ingenti danni provocati dall’uso del tabacco (negli USA ogni anno $132 miliardi in costi sanitari e $157 miliardi in giornate di lavoro perdute, più i costi di danni ambientali, assicurazioni, ecc. che si aggiungono alla morte di 480.000 persone/anno) è necessario adottare una nuova strategia che porti a cessare la produzione e la vendita dei prodotti del tabacco: la cosiddetta Tobacco Endgame (fine della storia del tabacco). Tale strategia ha bisogno di tempo (10 anni almeno) e mira a rendere l’uso del tabacco sempre meno accettabile socialmente: cioè a stigmatizzare socialmente coloro che fumano, rendendo l’uso del tabacco sempre meno normale (de-normalizzazione del tabacco).

Gli USA hanno già iniziato questo percorso: l’Affordable Care Act consente di applicare una sopratassa sull’assicurazione sanitaria per i fumatori, e molti datori di lavoro si rifiutano di assumere i fumatori. Anche la drastica diminuzione dei punti vendita di tabacchi (inclusi le farmacie e i supermercati) è funzionale allo scopo, così come tutti i provvedimenti atti a far cessare la pubblicità anche occulta all’uso del tabacco e l’uso del tabacco in diversi luoghi anche all’aperto (campus scolastici e sanitari, parchi, luoghi assembrati, auto anche private, ecc.). Anche l’uso della sigaretta elettronica viene oggi assimilato a quello della vera sigaretta, e in quanto tale si applica alla prima la normativa in uso per la seconda. Se l’obiettivo verrà raggiunto si potranno liberare ingenti risorse aggiuntive per la sanità e quindi per migliorare i servizi resi alla popolazione.

 

– US Department of Health and Human Services. The health consequences of smoking: 50 years of progress. A report of the Surgeon General, 2014

– Brennan AT and Schroeder SA. Ending sales of tobacco products in pharmacies. JAMA 311, 1105-06, 2014.

We are killing people by not acting

Un grande studio statunitense ha dimostrato che la mortalità nei fumatori di entrambi i sessi è circa 3 volte maggiore rispetto a quella dei non fumatori, e che i fumatori in media perdono circa 10 anni di vita.

La cessazione del fumo intorno ai 40 anni riduce del 90% il rischio di morte prematura. Pertanto non è mai troppo tardi per smettere di fumare, e tutti i medici dovrebbero impegnarsi maggiormente per stimolare i fumatori a smettere. Come diceva Nicola Roxon (Ministro Australiano della Salute) nel 2009 “Stiamo uccidendo persone con la nostra inerzia”.

(Prabhat Jha et al. 21st century hazards of smoking and benefits of cessation in the USA.  New Engl J. Med 368, 341-50, 2013)

Accise sulle sigarette

Il Congresso americano ha stimato che un aumento delle accise federali sulle sigarette di 50 centesimi per pacchetto può essere un modo significativamente efficace di ridurre il deficit federale annuale fino al 2085 e contemporaneamente di aumentare il numero di fumatori che smettono ogni anno (attualmente il 6%). Anche la categoria dei sanitari deve però impegnarsi maggiormente per far cessare chi fuma, perché oggi il loro intervento è troppo limitato.

(Khuller D et al. Helping smokers to quit around the time of surgery. JAMA 309, 993-94, 2013)

Un nemico mortale: il tabacco

La Joint Commission ha imposto fin dal 1992 che fosse vietato fumare in tutta l’area dell’Ospedale, anche nei luoghi aperti. Alcuni Ospedali (ad esempio la Cleveland Clinic) si rifiutano di assumere fumatori come personale, in quanto non vi è esempio peggiore del personale sanitario che fuma. Come arrivare all’Ospedale senza fumo? Innanzi tutto i pazienti fumatori devono essere identificati al momento del ricovero e deve subito essere iniziato un trattamento di tipo psicologico e farmacologico con sostituti della nicotina.
La Joint Commission ha dato in tal modo un contributo importante per eliminare il fumo sia attivo che passivo. Anche il fumo passivo è infatti un pericoloso inquinante, che ha immediati effetti negativi sul sistema cardiovascolare (US Surgeon General Report, 2006). Eliminare il fumo dai luoghi pubblici e dai luoghi di lavoro determina una riduzione media di incidenti cardiaci del 17%. Eliminare il fumo significa migliorare lo stato di salute della popolazione, e ridurre la mortalità del 20% nell’età media.
La lotta al fumo di tabacco deve quindi continuare senza sosta con tutti i mezzi possibili: aumento delle accise, divieto di pubblicità diretta e indiretta, eliminazione dei distributori automatici, divieto di fumo in auto, nei luoghi aperti assembrati (stadi, caffè all’aperto, spiagge, ecc.), nei parchi pubblici, scuole, Ospedali, divieto di gettare a terra i mozziconi, campagne di marketing sociale, sostegno gratuito ai fumatori che decidono di smettere, imputazione di responsabilità sociale e sanitaria ai produttori di sigarette, conversione delle colture di tabacco, divieto di collaborazione tra coltivatori di tabacco e produttori di sigarette, divieto di incentivazioni pubbliche o private alla coltivazione di tabacco, controllo sugli additivi che i produttori aggiungono al tabacco. E’ sperabile che da ultimo si renda disponibile un farmaco innocuo ed efficace che consenta a chi fuma di smettere: in tal caso il fumo di tabacco potrebbe essere bandito senza alcuna esclusione.

Girolamo Sirchia