De-prescrivere i farmaci nell’anziano

Di fronte ad un paziente anziano che lamenta un disturbo e che già assume molti farmaci il medico non deve chiedersi “che farmaco devo prescrivere” ma “quali farmaci posso sospendere”.

(Scott IA. Reducing inappropriate polypharmacy. The process of de-prescribing. JAMA Intern Med 175, 827-34, 2015)

Non state troppo seduti

Con l’uso degli accelerometri è stato possibile misurare l’attività fisica giornaliera di popolazioni. Si è così visto, sia negli USA che in Gran Bretagna, che la sedentarietà è del 55% delle ore giornaliere (7,7 ore al dì) nei soggetti di età compresa tra 20 e 29 anni e del 67% (9,6 ore al dì) nelle persone di età compresa tra 70 e 79 anni. Solo il 10% circa degli anziani raggiunge l’attività fisica minima giornaliera raccomandata, cioè più di 150 min/settimana di attività fisica moderata. Ciò significa che forse per gli anziani questo limite è troppo alto e d’altro lato indica che sono necessari ulteriori stimoli e strumenti per invogliare gli anziani abili a fare attività fisica. Una recente meta-analisi indica che il rischio di morte aumenta significativamente negli adulti che stanno seduti più di 7 ore al giorno. In questi soggetti anche un’attività fisica inferiore ai 150 min/settimana è assai utile, giacchè è noto che esiste un effetto dose-risposta tra attività fisica e stato di salute. Il messaggio chiave da far capire agli anziani è quindi “state seduti il meno possibile” oppure “alzatevi spesso dalla sedia e camminate”, oppure “siediti meno e muoviti di più”. Ciò vale soprattutto per i pensionati senza più alcuna occupazione, ai quali è bene suggerire di “trovarsi un lavoro che li impegni, anche se non retribuito”. Il medico deve essere in prima linea nello stimolare questo cambio di vita, anche suggerendo ai suoi assistiti di partecipare ad attività di gruppo come i “gruppi di cammino per anziani” che favoriscono anche la socializzazione tra le persone e altre occasioni di attività piacevole e utile. Il medico deve insistere sul movimento fisico ad ogni incontro con i pazienti, offrire loro obiettivi e opportunità giacchè questa azione è di provata efficacia, migliora il metabolismo e le capacità funzionali, riduce i rischi di disabilità.

(Sparling PB et al. Recommendations for physical activity in older adults. BMJ 2015;350:4100)

 

Un telefono amico per gli anziani

In UK esiste una linea telefonica (Silver Line) per l’aiuto a persone anziane, che nel primo anno di attività ha ricevuto quasi 300.000 chiamate di anziani affetti da solitudine, abusi o abbandono al loro domicilio o in residenze per anziani.

(BMJ 2014; 349:g7236)

La prevenzione negli anziani

L’utilizzo di misure di prevenzione nei soggetti anziani deve essere condizionata da due fattori:
1. aspettativa di vita. Quando questa è limitata a causa di età avanzata, comorbilità e limiti funzionali, il rischio di eventi avversi delle misure di prevenzione può superare i vantaggi
2. il tempo necessario ad avere i benefici.
In linea di massima le misure di prevenzione sono giustificate quando il fattore 1 è superiore al fattore 2.
E’ importante sottolineare che la sola età del soggetto non è sufficiente a decidere se effettuare o meno l’intervento di prevenzione: è l’attesa di vita che conta e questa può essere derivata da alcuni parametri come le condizioni funzionali di organi ed apparati e la comorbilità (Yourman LC et al. Prognostic indices for older adults: a systematic review. JAMA 307, 182-92, 2012; Lee SJ et al. Development and validation of a prognostic index for 4-year mortality in older adults. JAMA 295, 801-6, 2006).
Si dovrà procedere nel seguente modo negli anziani:
1. determinare l’aspettativa di vita usando l’indice di Lee et al con il calcolatore riportato sul sito http://eprognosis.ucsf.edu
2. determinare il tempo necessario ad osservare i benefici (Lee SJ et al. Time lag to benefit after screening for breast and colorectal cancer: meta-analysis of survival data from the United States, Sweden, United Kingdom and Denmark. BMJ 2013;346:e8441).
Se il fattore 2 è significativamente inferiore al fattore 1 l’intervento sembra giustificato.

(Lee SJ et al. Incorporating “lag time to benefit” into prevention decisions for older adults. JAMA 310, 2609-10, 2013)