Le statine sono un ottimo farmaco

Oggi alla luce della grande mole di studi e di dati disponibili si può ritenere per certo che:

❶ le statine riducono il rischio cardiovascolare (infarto miocardico, ictus) in misura proporzionale all’entità di tale rischio (più alto il rischio, più efficaci sono le statine);

❷ gli eventi avversi da statine sono generalmente brevi e reversibili;

❸ l’azione benefica delle statine si esercita in modo non del tutto conosciuto e forse legata, ma solo in parte, alla diminuzione del tasso ematico di LDL-colesterolo (LDL-C). Infatti altri farmaci che abbassano il tasso di LDL-C non sembrano influire sul rischio cardiovascolare e, di converso, il farmaco che oggi meglio sembra proteggere da tale rischio, l’empaglifozina (un inibitore dei trasportatori sodio-glucosio), non agisce attraverso una diminuzione dell’LDL-C ematico.

Lehman R. Where next with statins?. BMJ Blog, September 17, 2016)

Le malattie in Cina

Oggi la Cina fornisce un chiaro esempio di come si sviluppano le “malattie da progresso”.

Infatti negli ultimi 25 anni l’attesa di vita è crescente e le cause di morte più frequenti sono gli incidenti cardiovascolari (ictus e infarto del miocardio), i tumori polmonari (negli uomini) e la COPD (Malattia polmonare cronica ostruttiva), malattie tutte legate all’alta percentuale di fumatori maschi presenti in Cina. Al contrario sono diminuite grandemente le malattie trasmissibili e la mortalità infantile.

La Cina sta quindi avvicinandosi velocemente alle caratteristiche del mondo occidentale.

(Milner J, Wilkinson P. Trends in cause-specific mortality in Chinese provinces. Lancet 387, 204 – 205, 2016)

Le trombosi venose profonde

Le trombosi venose profonde sono un evento non raro, e l’incidenza cresce con l’età,               il sovrappeso e l’uso di contraccettivi orali fino a raggiungere livelli elevati. La sedentarietà e l’immobilità peggiorano ulteriormente le cose così come la concomitanza di tumori. Il pericolo di questa affezione è costituito dall’embolia polmonare, e rappresenta la terza causa di malattia cardiovascolare dopo l’infarto miocardico e l’ictus. Dato che la trombosi profonda è spesso silente, la malattia è pericolosa e solo 1/3 dei pazienti viene trattato adeguatamente con anticoagulanti orali.

Per la prevenzione della trombosi venosa profonda si raccomanda di non fumare, di mantenere un peso corporeo normale e di fare movimento fisico con regolarità.

(Cushman M. e Creager  MA. Improving awareness and outcomes related to thromboembolism. JAMA 314, 1913-14, 2015)

Oltre 21 le cause di morte prematura nei fumatori

Nei fumatori la mortalità è 2-3 volte maggiore che nelle persone che non hanno mai fumato.
Questo eccesso di mortalità è dovuto a 21 malattie ben riconosciute (tra le maggiori: malattie ischemiche del miocardio, ictus, tumore della prostata, polmoniti e altre malattie respiratorie, cancro del colon-retto) alle quali tuttavia si aggiungono cause ancora sconosciute.
Non credo ci sia da chiedersi se dobbiamo continuare con crescente energia la battaglia contro il fumo di tabacco.

(Carter BD et al. Smoking and mortality. Beyond established causes. NEJM 372, 631-640, 2015)

I 7 fattori della vita

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le prime due cause di morte nel mondo nel 2012 sono state l’infarto cardiaco e l’ictus. Oggi però sappiamo che le malattie cardiovascolari possono essere prevenute controllando l’ipertensione, l’iperlipidemia, l’iperglicemia, il fumo, il sovrappeso, le abitudini alimentari scorrette, l’inattività fisica fin dal’infanzia, i cosiddetti 7 fattori modificabili della vita dell’American Heart Association. Perché si possa progredire è necessario che la popolazione capisca fino in fondo come modificare questi fattori per guadagnare salute, obiettivo non facile che significa affinare i metodi di educazione e comunicazione di massa, una scienza che richiede cultura, innovazione e investimenti, ma soprattutto forte motivazione e determinazione da parte dei leaders della società e dei Governi, cominciando dai medici e dalla loro capacità di dialogare con i pazienti. Un simile sforzo, oltre a migliorare la salute pubblica, comporterebbe enormi risparmi economici per la sanità.

(Greenland P. et al. Progress against cardiovascular disease. JAMA 312, 1979-80, 2014)