Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le prime due cause di morte nel mondo nel 2012 sono state l’infarto cardiaco e l’ictus. Oggi però sappiamo che le malattie cardiovascolari possono essere prevenute controllando l’ipertensione, l’iperlipidemia, l’iperglicemia, il fumo, il sovrappeso, le abitudini alimentari scorrette, l’inattività fisica fin dal’infanzia, i cosiddetti 7 fattori modificabili della vita dell’American Heart Association. Perché si possa progredire è necessario che la popolazione capisca fino in fondo come modificare questi fattori per guadagnare salute, obiettivo non facile che significa affinare i metodi di educazione e comunicazione di massa, una scienza che richiede cultura, innovazione e investimenti, ma soprattutto forte motivazione e determinazione da parte dei leaders della società e dei Governi, cominciando dai medici e dalla loro capacità di dialogare con i pazienti. Un simile sforzo, oltre a migliorare la salute pubblica, comporterebbe enormi risparmi economici per la sanità.
(Greenland P. et al. Progress against cardiovascular disease. JAMA 312, 1979-80, 2014)
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