Terapia delle multimorbilità

Il trattamento delle malattie croniche con comorbidità prevede di usare più di un farmaco. Ecco le avvertenze.

  1. È inutile usare farmaci con effetto di prevenzione primaria (statine per ipercolesterolemia)
  2. Attenti alle interazioni tra farmaci (warfarin)
  3. Rivedere la terapia ogni mese (per ridurla se possibile)
  4. Attenti alle complicanze di farmaci
  5. Curare solo la patologia permanente e che riduce la qualità di vita del paziente

I farmaci generici equivalenti

Vi è ampio consenso sull’uso dei farmaci generici equivalenti anziché dei farmaci branded (o proprietari). Questa pratica comporta notevoli risparmi sulla spesa farmaceutica ed è quindi vantaggiosa. Bisogna tuttavia che l’equivalenza tra i due tipi di farmaci sia ben dimostrata (specie se cambia anche marginalmente la composizione o il tipo di eccipiente), specie ma non solo per i cosiddetti biofarmaci (esempio eritropoietina), e che si ponga particolare attenzione alle contraffazioni e al luogo di produzione dei generici, onde evitare di assumere farmaci non sicuri o poco efficaci.
Quando il paziente passa dal farmaco proprietario a quello generico viene a volte confuso dal diverso aspetto fisico di quest’ultimo (dimensione, tipo e colore delle compresse). E’ quindi auspicabile che l’Autorità Sanitaria incaricata dell’approvazione dei generici intensifichi e potenzi la sua azione di verifica e approvazione per il bene dei pazienti.

(Yu LX, Geba GP. Generic pills from the patient perspective. JAMA Internal Medicine 173, 208-209, 2013)

Meno vale di più

È estremamente pericoloso tentare di correggere con farmaci o altri interventi terapeutici tutte le patologie che insorgono con l’avanzare dell’età, anche se queste non comportano sensibili diminuzioni della qualità della vita. Infatti ogni intervento terapeutico comporta anche dei rischi, e gli eventi avversi sono a volte più invalidanti della patologia che si voleva correggere.

Un buon medico olista deve quindi capire quale delle multimorbilità che caratterizzano l’età matura sono più pericolose per la qualità della vita del paziente e limitarsi a consigliare il trattamento solo per queste ultime. Molti sintomi minori vanno lasciati a sé; in particolare la somministrazione di numerosi farmaci contemporaneamente è infatti assai pericolosa anche perché non tutte le interazioni tra i farmaci e tra questi e gli alimenti sono note.

Questi concetti sono stati tradotti dal JAMA Internal Medicine nello slogan “Less is More” (facendo meno si ottiene di più) e dal nuovo Institute of Medicine nella campagna “Choosing wisely” (scegli con saggezza), concetti che vengono insegnati oggi ai giovani medici, nell’interesse sia dei pazienti, sia dei medici, sia della spesa sanitaria.

(Moriates C et al. The value in the evidence. Teaching residents to “Choose wisely”. Arch Int Med 173, 308-9, 2013)

Interazioni farmaci-pompelmo

Ben 85 farmaci possono interagire con il pompelmo e causare danni anche gravi, quali mielotossicità, emorragie gastrointestinali, depressione del respiro, nefrotossicità.

(BMJ 2012;345:e8083)

Farmaci per ridurre il peso corporeo

L’epidemia di obesità che colpisce l’umanità è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, ambientali e culturali.
Tutte le terapie dell’obesità hanno come obiettivo quello di rendere negativo il bilancio energetico. I farmaci finora usati si sono rivelati troppo tossici e sono stati ritirati dal commercio, ad esclusione dell’orlistat e di due nuovi farmaci anoressizzanti (lorcaserina e fentermina + topiramato) che devono comunque essere associati ad una dieta ipocalorica e ad un programma di movimento fisico sistematico. Anche questi farmaci tuttavia non sono esenti da seri effetti collaterali specie a carico dell’apparato cardiovascolare, e sono necessari ulteriori studi prima di utilizzarli nella pratica clinica.

(Colman E et al. The FDAS’s assessment of two drugs for chronic weight management. NEJM 367, 1577-79, 2012)