Tabacco e salute pubblica

Vi invito a riflettere sulla salute pubblica, ovvero sul benessere psico-fisico di popolazioni e sui provvedimenti che le Istituzioni pubbliche e private adottano per proteggerla e migliorarla. Questo interesse nasce per almeno 3 motivi:

  1. tutti noi desideriamo vivere in salute e in pace;
  2. i provvedimenti in questione ci consentono di svolgere attività politica e di giudicare e migliorare la politica delle nostre Istituzioni;
  3. i provvedimenti favorevoli alla salute pubblica operano a favore dello sviluppo economico e sociale di un Paese e sono caratterizzati in genere da un ritorno molto alto sull’investimento (cosiddetto value for money).

Un quarto motivo è l’amara considerazione che fin troppo spesso questi interessi generali cedono di fronte agli interessi economici di gruppi che traggono profitto da azioni che confliggono con la salute pubblica. Questi fenomeni sono sotto i nostri occhi, ma spesso non richiamano a sufficienza la nostra attenzione e la nostra azione. Tutti infatti sappiamo oggi che l’alimentazione eccessiva e scorretta non è salutare, è obesogenica e comporta una continua crescita di prevalenza del diabete di tipo 2; che l’inquinamento dell’aria nelle città legato al traffico comporta danni all’apparato cardiovascolare e disturbi neurologici e cognitivi; che il riscaldamento ambientale e le sue conseguenze sono causati dall’uomo; che non utilizzare i vaccini determina il diffondersi di malattie infettive e così via. Ma il paradigma più significativo è forse il consumo di tabacco, ossia il deliberato uso di una pianta nociva alla salute umana e all’ambiente senza alcun motivo plausibile. Un fenomeno, questo, che potrebbe sembrare paradossale ad un osservatore estraneo, che affligge l’umanità da due secoli. Per capire meglio l’entità di questo attentato alla salute pubblica, sottopongo alla vostra attenzione 4 punti:

a) ogni anno nel mondo muoiono prematuramente 6 milioni di persone e si spendono $ USA 1000 miliardi in costi sanitari e sociali;

b) come è possibile che ciò continui? Strategie dei produttori:

  • basso costo
  • ampia disponibilità
  • modello sociale sostenuto dalla pubblicità
  • generare dubbi e nascondere la verità scientifica
  • creare nuovi prodotti “meno tossici” (tecnica della riduzione del danno).

c) I rimedi ci sono:

  • alzare i prezzi
  • ridurre la disponibilità
  • contrastare i messaggi sociali con i dati scientifici di danno alla salute e all’ambiente e con normative limitanti.

d) I Governi sono timidi nel contrasto. Perché?

 

Come procedere? Sviluppando 3 qualità:

  1. Conoscenza – Ricercare i fatti e non il sentito dire: imparare ad acquisire le informazioni.
  2. Consapevolezza – Essere coscienti di ciò che accade intorno a noi e delle sue ragioni e chiedersi ad ogni azione “Perché faccio questa cosa? Posso fare meglio?”.
  3. Coerenza – Giudicare le azioni e non le parole delle persone e dei Governi. Sono le azioni in favore della scuola e finalizzate a costruire un buon cittadino, della salute con una health in all policy, dell’ambiente e della tranquillità sociale, che fanno la qualità delle Istituzioni e che vanno premiate col nostro sostegno. Contemporaneamente però ognuno di noi deve fare la sua parte e migliorare il suo modo di vivere e di rapportarsi alla società, cioè essere cittadini responsabili. Se ognuno di noi si propone di capire e di partecipare al miglioramento della società e delle persone, la qualità della vita di tutti noi non può che migliorare. La delega totale ad altri (che deriva spesso dal disinteresse e dalla pigrizia) è un errore che ci penalizza, anche se per altri si intendono le Istituzioni che, per loro natura, come diceva il Cardinale Richelieu, non hanno principi, ma solo interessi.

Torno infine sulla politica. Ci chiediamo spesso come valutare i programmi dei partiti politici o le azioni dei Governi nazionali o territoriali. Io ritengo che i provvedimenti a favore della salute pubblica siano un buon metro di misura della loro qualità, giacché molti di essi, se non tutti, confliggono con gli interessi di pochi a danno di tutti: basti pensare al fumo di tabacco, al gioco d’azzardo, agli alimenti industriali, all’inquinamento dell’ambiente, al consumo dei suoli, eccetera, eccetera. Se un partito politico o un Governo dimostrano di fare l’interesse di tutti resistendo alle pressioni di pochi, credo che vadano apprezzati e premiati. Se poi essi dimostrano di saper guardare lontano (e non curare solo i ritorni immediati, come spesso accade), investendo efficacemente nella scuola, nell’Università, nella ricerca scientifica, nella sanità, nel sociale, e quindi di avere a cuore il futuro della nazione e delle prossime generazioni; essi possono essere considerati Governi ideali per il Paese. Se poi sanno creare le condizioni favorevoli alla nascita e allo sviluppo dell’impresa privata sana (che è la maggior fonte di ricchezza nazionale e di posti di lavoro), riducendo la spesa pubblica improduttiva e la ingerenza dello Stato nella società, allora essi possiedono tutti i titoli per essere giudicati Governi ideali per il Paese.

Il Verde in Città per la Salute

Con poche eccezioni le nostre città hanno lasciato ben pochi spazi urbani dedicati al verde pubblico. Purtroppo gli interessi dell’edilizia hanno prevalso largamente. Ancora recentemente Milano ha ritenuto di non dedicare a verde alcune aree urbane che si erano liberate intorno all’anno 2000 (Portello, Fiera MilanoCity, Stazione di Porta Vittoria, Area Ex Varesine e Area Ex Innocenti), ma ha consentito che venissero intensamente edificate. Ancora una volta gli interessi prevalgono sulla salute pubblica, anche se sappiamo che il verde nelle città riduce la morbilità e mortalità cardiovascolare, migliora la salute mentale e le funzioni cognitive, migliora la salute dei neonati e migliora anche l’attrattività e quindi la competitività della città. A Barcellona è stato valutato che l’aumento degli spazi verdi ha consentito di prevenire 100 morti premature l’anno e di migliorare le funzioni cognitive dei bambini.

(Nievwenhuijsen M, Khreis H. Green space is important for health. Lancet 389, 700, 2017)

La scienza per il contrasto ai cambiamenti climatici

Il Lancet Countdown è un organismo di ricerca internazionale e multidisciplinare tra Istituzioni accademiche ed esperti di tutto il mondo. Esso, a seguito dell’Accordo di Parigi del COP21 (Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici, 21a Sessione, Parigi 2015), si propone di tenere sotto controllo il riscaldamento globale del pianeta, promuovendo tutte quelle iniziative che possono contenerlo e che rappresentano non solo l’unico mezzo per evitare catastrofi, ma anche un’opportunità per migliorare la salute e il benessere dell’umanità, che sono oggi gravemente minacciati dai cambiamenti climatici, come appare nella Figura qui sotto riportata:

clima.jpg

Figure The health impacts of climate change

Watts N et al. The Lancet Countdown: tracking progress on health and climate changeLancet online (Nov 14, 2016).

Tabacco e Alcool

Il consumo di tabacco e di alcool è legato a 3 fattori: il prezzo (che determina la possibilità di acquistarlo: affordability), la facilità di acquisto (disponibilità: availability) e le norme sociali (acceptability), ossia il fatto che il loro consumo sia comune a molti e venga associato a momenti e aspetti positivi della vita1. I produttori utilizzano molto bene questi motori di vendita, nascondendo i pericoli del loro consumo e promuovendoli con una pubblicità intensiva che sottolinea modelli sociali di piacere e benessere. La forza politica dei produttori e le entrate dalle accise per lo Stato, inoltre, sono tali da neutralizzare in grande misura ogni azione istituzionale di contrasto. I costi sanitari e sociali (perdita di giornate lavorative) per i consumi di tabacco e alcool sono così molto elevati. Essi provocano rispettivamente 80.000 e 40.000 morti premature l’anno.

  1. Burton R. A rapid evidence review of the effectiveness and cost-effectiveness of alcohol control policies: an English perspectiveLancet online (Dec 2, 2016).

I costi del tabacco

Il rapporto NCI – WHO del gennaio 2017 su “Economics of Tobacco and Tobacco Control” conferma l’altissimo costo umano ed economico dell’uso di tabacco nel mondo. Ogni anno muoiono prematuramente 6 milioni di persone e la società sostiene un costo di 1000 miliardi di US$ in spese sanitarie e perdita di produttività. E’ stato calcolato che ogni fumatore costa alla società circa € 2,5 al giorno, 46% di spese sanitarie e 54% in mancata produttività. Questa calamità deve cessare e l’obiettivo primo è di ridurre il consumo mondiale di tabacco del 25% per il 2025. Perché ciò accada, è necessario che i Governi mettano in atto alcune strategie, e in particolare:

  1. alzare significativamente le accise sulle sigarette;
  2. impiegare i proventi esclusivamente per la lotta al tabacco (controlli nei locali pubblici e luoghi di lavoro per l’osservanza ai divieti di fumo, sostegno ai centri anti–fumo, lotta alla dispersione dei mozziconi nell’ambiente);
  3. estendere progressivamente il divieto di fumo e farlo rispettare, iniziando nelle aree scolastiche e sanitarie, nelle auto anche private, per continuare rivolgendosi ai luoghi assemblati anche all’aperto;
  4. contrastare la pubblicità occulta delle sigarette (ad esempio i film e la circolazione dei marchi di sigarette attraverso altra merce);
  5. sostenere i programmi e i centri di cessazione dal fumo;
  6. promuovere sistematiche e ripetute campagne di comunicazione di massa contro il fumo, con particolare riguardo alla prevenzione dell’iniziazione al fumo di sigaretta e di sigarette elettroniche nei giovanissimi.

L’obiettivo è di liberare l’umanità dal tabacco e dai terribili danni che provoca alla salute e all’ambiente (con disboscamenti, uso di fertilizzanti e pesticidi chimici, contaminazione delle acque, dispersione di mozziconi e relative sostanze tossiche nell’ambiente) e dai relativi alti costi umani ed economici.

(The Lancet. Tobacco elimination: an economic and public health imperative. Lancet 389;225,2017)