Girolamo Sirchia
Il 21 novembre 2024 il Center for European Reform (CER) ha pubblicato a firma del suo economista, Sander Tordoir, una riflessione sulla situazione dell’Unione Europea e alcuni suggerimenti per la sua strategia finanziaria per il dopo 20271.
L’Unione Europea oggi rischia di regredire e perdere terreno collocandosi come economia terza dietro agli Usa e alla Cina, che si stanno aggiudicando una fetta rilevante di industrie strategiche rispettivamente nel campo dell’innovazione tecnologica e di quella manifatturiera. Il recente Rapporto Draghi sulla competitività invita l’Unione Europea a valorizzare i suoi punti di forza anziché disperdersi in infruttuosi tentativi di recupero su terreni meno favorevoli. Tordoir suggerisce di puntare sulla sanità, dove già l’Unione Europea dispone di alcuni importanti e competitive industrie farmaceutiche e, aggiungo io, numerose eccellenze cliniche.[1]
L’Unione Europea è un continente vecchio, con una popolazione anziana in crescita e una conseguente riduzione della capacità produttiva e del gettito fiscale. La riduzione della forza lavoro conseguente all’aumento delle malattie croniche (cardiovascolari, tumorali, polmonari e metaboliche), alle assenze per malattia e al pensionamento precoce, devono anche spingere l’Unione Europea verso investimenti per la prevenzione e la salute pubblica2, ossia investimenti con alto ritorno che consentono anche una riduzione molto significativa dei costi che oggi gravano sulla spesa pubblica e sulle imprese.
Anche l’Italia ha urgente necessità di investire maggiormente nel Servizio Sanitario Nazionale. Mi sembra che la maggioranza degli Italiani si renda conto dei vantaggi di avere un Servizio Sanitario Nazionale e non sia disposta a rinunciarvi, ma chieda un miglioramento del Servizio stesso, che necessariamente passa da un maggior finanziamento e da un riordino organizzativo gestionale. Sembra a molti che trovare nuove risorse non sia impossibile ancorchè difficile se si riducono gli sprechi, se si ricorre ad un migliore cofinanziamento e soprattutto se i decisori politici si convincono che la salute non è un costo improduttivo, ma un motore di progresso economico e sociale. Si stima che ogni Euro investito nella prevenzione e nel miglioramento della salute pubblica[2] generi un ritorno economico di 14 volte. Malgrado ciò la spesa per la prevenzione e la salute pubblica rappresentano in Italia e nell’Unione Europea solo una piccola percentuale della spesa sanitaria. Anche il benessere psicofisico dei lavoratori e le iniziative delle imprese per aumentarlo sono assai vantaggiose e vi è ampio spazio per ricerca e sviluppo anche in questo campo.
Draghi sottolinea anche dove l’Unione Europea dovrebbe agire con rapidità per migliorare le cose: la regolamentazione eccessiva e disuniforme, la lentezza dell’attuazione dei provvedimenti, le diversità normative tra gli Stati che la compongono, dovrebbero essere affrontate con priorità. Anche le infrastrutture e l’educazione sono investimenti ad alto ritorno. In Italia inoltre vanno sostenuti e migliorati altri ambiti come il turismo, l’alimentare e le produzioni di nicchia, ma serve un piano strategico di Governo per migliorare queste attività. Nel nostro Paese bisogna subito investire parte delle risorse disponibili per la sanità nella motivazione e aggiornamento del personale2, nell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, nell’ammodernamento degli insegnamenti universitari3, nella promozione degli stili di vita salutari e più in generale nella prevenzione primaria a basso costo. Sarebbe appropriato anche che le limitate risorse disponibili venissero utilizzate al meglio, rivedendo la spesa attuale per ridurre gli sprechi che alcuni stimano pari o superiori al 25% della spesa sanitaria corrente. Si tratta di sprechi inaccettabili, legati per lo più a mancanza dii buoni provvedimenti o a cattiva gestione (abusi di servizi sanitari, inutili prestazioni, medicina difensiva, ecc.).
Credo infine che vi siano margini per recuperare nuove risorse, come applicare un’imposta annua significativa, in luogo della demolizione, a coloro che abusivamente hanno costruito o esigere risarcimenti alle imprese che danneggiano la salute pubblica anziché applicare loro agevolazioni fiscali come nel caso del tabacco, che è la principale causa di morte e morbilità prevenibile4-6.
Di seguito alcune iniziative allineate con il percorso strategico più sopra delineato, ed elencate in ordine di importanza, ricordando però sempre che il Servizio Sanitario è un sistema poliedrico e complesso, composto da molti settori tra loro interconnessi ed interdipendenti, che per di più sono in continuo divenire. Per questo è molto difficile modificare efficacemente uno o più settori e si spiega come mai le riforme della sanità siano spesso poco efficaci. Vale invece sempre il famoso rapporto 20/80 di Vilfredo Pareto secondo il quale, in alcuni ambiti importanti e trasversali a più settori, individuare e modificare un 20% delle variabili più determinanti può modificare l’80% dei risultati, a condizione che tali variabili e le loro connessioni siano attentamente studiate e si utilizzi un piano strategico meticoloso dell’intervento di cambiamento, che includa anche preliminari sperimentazioni su piccola scala.
- Motivazione e aggiornamento del personale sanitario: fondamentale ripristinare la carriera basata sul merito (nel territorio ad esempio il Primario territoriale e le posizioni accademiche). Il personale sanitario è demotivato in quanto uniformato da una diffusa concezione dottrinale di tipo egualitario che è l’esatto contrario della meritocrazia, privato delle sue prerogative di decisore e ingabbiato in una ragnatela di regole di tipo amministrativo. Disaffezione e turnover del personale si traducono in difficile rapporto con i pazienti. Solo personale motivato e aggiornato assicura servizi di qualità al malato. Da qui la raccomandazione basilare make the doctor happy, ricordando sempre che la soddisfazione del personale sanitario non si basa solo su strumenti economici anche se questi sono indispensabili.
La motivazione e la preparazione professionale del personale sanitario sono determinanti ai fini della qualità delle prestazioni erogate. Oltre alla qualità tecnica, però sempre più conta il rapporto di cortesia ed empatia con l’utente, che ne determinano in gran parte la soddisfazione. Ciò è ben noto all’imprenditore privato, il cui successo sul mercato dipende largamente da queste connotazioni, ma è meno considerato nelle strutture pubbliche ove la gestione del personale non si è evoluta sufficientemente e resta troppo impersonale e burocratica. Siamo ancora molto lontani dal concetto di “Pubblica Amministrazione Imprenditoriale” auspicata fin dal 1992 da Osborne e Gaebler nel loro magnifico libro “Reinventing Government”7.L’organizzazione e la gestione delle strutture sanitarie pubbliche, che vedono una dirigenza di tipo prettamente amministrativo e contabile e che tendono a mettere in subalterno i valori medici e assistenziali, escludendo di fatto il personale sanitario dalle scelte strategiche e organizzative, sono alla base dello scontento di medici e pazienti che sta minacciando seriamente sia il nostro Servizio Sanitario Nazionale che quello inglese8 giacchè ci siamo scordati che la mission delle strutture sanitarie è l’eccellenza medica, non l’efficienza e la produttività, anche se i risultati (qualità, quantità e costo) devono essere attentamente controllati per ogni servizio. Il personale sanitario è deluso e cerca soluzioni lavorative più vantaggiose. Siamo in forte carenza di medici e infermieri e assistiamo a soluzioni organizzative non sempre consone come i cosiddetti “medici a gettone” che creano problemi anziché risolverli. Cresce il turnover del personale, che notoriamente si traduce in danni alla salute degli assistiti e aumento delle morti9. Anche il Sindacato non si è evoluto verso un sindacalismo di proposta e di collaborazione critica con la dirigenza e si limita a restare un Sindacato di protesta vecchia maniera, di scarsa utilità e spesso inviso all’utenza. Il personale sanitario in servizio viene poi sovraccaricato di lavoro e il tempo per i pazienti è sempre più limitato e stressante, anche per l’aggressività che gli utenti mostrano verso il personale sanitario. Errori di comunicazione continuano a generare erronee convinzioni negli utenti, compresi quelli da poco giunti nel nostro Paese, ai quali viene demagocicamente ripetuto che la Costituzione Italiana garantisce il diritto alla salute (art. 32 della Costituzione), senza chiarire loro che questo diritto, come tutti gi altri, deve essere esercitato nei limiti delle leggi vigenti, che impongono anche dei doveri ai cittadini.
Tutti sappiamo che il Servizio Sanitario Nazionale è sottofinanziato, e che finchè le risorse saranno insufficienti sarà difficile risollevare le sue sorti. Tuttavia non basta immettere denaro nel sistema per migliorarlo, anche se ciò è indispensabile. Bisogna preparare un piano di medio termine con alcune priorità ben tracciate e, tra queste, l’aggiornamento e la motivazione del personale che premi il merito e la qualità con maggior rispetto degli utenti e del personale sanitario. E’ fondamentale inoltre far capire agli utenti che il nostro Servizio Sanitario Nazionale è un bene prezioso e non qualcosa di cui disfarsi perché inadeguato. Basta sottolineare il fatto che nessun farmaco necessario, anche se costoso, viene negato ai pazienti e viene erogato gratuitamente, cosa che non accade in molti Paesi anche se economicamente evoluti. La nostra classe medica e infermieristica è eccellente e la medicina italiana è tra le migliori del mondo, ma i servizi sanitari devono essere migliorati sotto il profilo organizzativo e gestionale. E’ qui che dobbiamo intervenire perché il servizio funzioni meglio, l’accesso migliorato, le liste di attesa accorciate e gli utenti soddisfatti.
Anche il rapporto tra pubblico e privato accreditato potrebbe trovare una composizione nel contesto della qualità se il reclutamento del personale da parte delle strutture pubbliche potesse liberarsi degli inutili orpelli concorsuali, con compensi proporzionali al valore del personale. Nulla vieta che vi sia una base comune nel CCNL, ma un’amministrazione pubblica di tipo imprenditoriale dovrebbe essere libera di acquisire e retribuire proporzionalmente il personale migliore in quanto risorsa strategica per garantire l’eccellenza. Così le strutture pubbliche potrebbero svettare nel mercato e divenire il pace maker di riferimento per tutte le strutture pubbliche e private della Regione di appartenenza e non solo, attirando utenti ed eccellenze professionali che oggi non considerano più interessante una posizione nelle strutture pubbliche.
L’obiettivo di rendere l’Italia polo di attrazione per il turismo sanitario del Mediterraneo passa per questi miglioramenti organizzativi, che non sono poi tanto difficili da realizzare.
B. La prevenzione primaria a basso costo tende innanzi tutto ad individuare le popolazioni più a rischio delle principali malattie e concentrare su di essi le risorse. Importanti esempi:
1. Algoritmi applicati a una popolazione di soggetti apparentemente sani per patologia cardiovascolare, diabete ecc. (Score due, Finrisc, ma anche anamnesi accurata con albero genealogico e altri dati clinici) seguiti da ulteriore stratificazione dei rischi (ad esempio il Poligenic Risk Score o indagini più complesse anche strumentali come attuato dal progetto CV – Risk per il cardiovascolare)
2. Promozione degli stili di vita salutari (contrasto al fumo, allo svapo, agli alcolici e ai cibi processati). Si pensi che il fumo di tabacco e dei suoi succedanei è in ripresa in Italia e il costo di questa dipendenza si stima si aggiri intorno ai 26 miliardi annui, parimenti ripartiti tra la spesa sanitaria e le giornate di lavoro perdute.
3. La salute sul posto di lavoro (pause di ginnastica, alimentazione sana nelle mense, ecc.).
4. Vaccinazioni
5. La diagnosi precoce (screening costo-efficaci).
C. Organizzazione territoriale della sanità. Vedrei con favore la sperimentazione di Poli Sanitari costituiti da:
– Ospedali di riferimento comprensivi di aree IRCCS molto specializzate e associate all’Università (Hub)
– Ospedali di Comunità e RSA
– Case di Comunità (comprensive di medici di medicina generale, specialisti ambulatoriali, servizi sociali, volontariato)
– Medici di Medicina Generale singoli o associati in territori disagiati.
Importante che la circolazione del personale all’interno del Polo sia continua, anche ai fini dell’aggiornamento. Il personale sanitario si aggiorna frequentando regolarmente gli ambiti clinici e ritornando a visitare i malati oltre che acquisire le tecniche che ancora non conosce (ecografie, elettrocardiogrammi, ecc.).
L’Ospedale di riferimento organizza e gestisce tutto il Polo, riceve malati complessi e trasferisce quelli che oggi bloccano inutilmente i letti specialistici, trasferisce conoscenza e aggiornamento al personale, forma gli specialisti ecc., fa ricerca e innovazione anche con l’industria e la sua ricerca, anche per la produzione di terapie biologiche (cellule staminali, anticorpi monoclonali, car-T, editing genetico, ecc.).
Nei Poli, presso gli Ospedali di Comunità (idealmente contigui ai DEA) si dovrebbe attrezzare anche una Guardia Medica (walk-in centers10-12 per l’urgenza non emergenza territoriale, per la second opinion, per consulto senza prenotazione ecc.).
D. I Curricula Studiorum per corso di laurea in Medicina e Chirurgia e specializzazioni vanno ammodernati3. Sanità e Università devono individuare nuovi corsi di laurea e di specialità e programmare insieme il futuro, definire la forza lavoro necessaria e i modi per acquisirla, motivarla e aggiornarla.
E. I rapporti internazionali per la sanità sono fondamentali. Un esempio è stato il Progetto Italia Usa del 2003 dove i finanziamenti sono stati per i due Stati di 50 milioni ognuno e hanno consentito sia stage del personale all’estero sia progetti comuni di ricerca che hanno fruttato pubblicazioni e trasferimento tecnologico.
F. La salute e l’ambiente. Esiste ampio spazio per migliorare l’ambiente in cui viviamo e in particolare l’aria inquinata di alcune città che notoriamente è causa o concausa di gravi patologie13,14. In particolare, in quanto più fattibili, parchi in città15-18 e programmi per ridurre il consumo e la copertura del suolo (cemento e asfalto)19.
Molte nostre città sono diventate giungle di asfalto e cemento, inquinate da sostanze tossiche e rumore, deserti ecologici e sociali, inadatti a rendere la vita più piacevole per tutti, ma in particolar modo per gli anziani e i bambini.
In conclusione, se restiamo fermi e lasciamo che le cose si aggiustino spontaneamente, il nostro Servizio Sanitario Nazionale perderà le sue preziose connotazioni di servizio universale accessibile a tutti indipendentemente dalla disponibilità economica degli utenti e relativamente poco costoso, grande motore di sviluppo sociale ed economico del Paese.
Il cambiamento va però studiato e programmato con cura e senza pregiudizi. Non vedo ancora nascere in Italia un dibattito costruttivo né altre iniziative utili. Tacciono purtroppo anche la classe medica e l’Università che dovrebbero essere i leader del cambiamento e non una massa passiva disponibile ad assecondare le volontà e gli interessi di altri.
Considerazioni riassuntive
Alcuni analisti ritengono che l’Europa avrebbe buone possibilità di competere con le superpotenze occidentali e orientali se potenziasse la sanità, che include alcune importanti e innovative industrie farmaceutiche. L’Italia, oltre ad alcune industrie del settore, ha come punto di forza numerosi centri di eccellenza clinica inseriti nel contesto di un Servizio Sanitario Nazionale accessibile a tutti i cittadini senza esigere pagamento al punto di fruizione. Ancora oggi, malgrado le difficoltà economiche, la sanità pubblica italiana continua ad erogare a tutti coloro che li necessitano costosi farmaci innovativi e servizi sanitari, diversamente da quanto accade in altri Paesi anche ad economia avanzata, dove ciò non accade per coloro che non hanno disponibilità economica. L’Italia a mio avviso dovrebbe potenziare questo punto di forza correggendo alcune distorsioni organizzative e gestionali che si sono verificate nel tempo, ridisegnando 1) i rapporti con il personale sanitario, 2) l’attenzione e la priorità agli erogatori di pubblici sevizi sanitari previa correzione degli sprechi più evidenti ed esigendo una partecipazione economica alle aziende private che fanno larghi profitti in Italia, 3) investendo nella prevenzione primaria a basso costo e raggiungendo un accordo economico con le aziende che operano in Italia e producono beni che danneggiano la salute pubblica, a titolo di risarcimento.
Si tratta di procedere a lenti passi successivi con pragmatismo, senza pregiudizi e ideologie, studiando con cura i provvedimenti e sperimentandoli su piccola scala prima di adottarli. Non è difficile prevedere così che l’Italia possa rappresentare un punto di attrazione sanitaria per aree europee ed extraeuropee.
Milano, 23 dicembre 2024
Riferimenti bibliografici
- Tordoir S. Is investing in public health a no-brainer?. Centre for European Reform. CER Insight. www.cereu, 21 November 2024.
- Health at a Glance: Europe 2024. OECD Social, 2024
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3. O’Ryan ML, Saxena S et al. Time for a revolution in academic medicine? BMJ. 2024 Nov 28;387:q2508. doi: 10.1136/bmj.q2508. PMID: 39608836.
4. European Commission. Proposal for a Council Recommendation on Smoke- and aerosol-free Environments, 2024.
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5. Tobacco poisoning our planet, 2022
Environmental argument:source: https://lnkd.in/ehBARhMX
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6. Pérez M, McLure J et al. The boom in fruit flavour cigarettes is driving youth smoking in Latin America-despite the tobacco industry’s promises. BMJ. 2024 Nov 21;387:q2553. doi: 10.1136/bmj.q2553. PMID: 39572056.
7. Osborne D, Gaebler T. Dirigere e Governare. Una proposta per reinventare la pubblica Amministrazione, Garzanti Ed., 1995.
8. Ferris TG, Dixon J et al. Lessons from England’s National Health Service. N Engl J Med. 2024 Nov 14;391(19):1852-1859. doi: 10.1056/NEJMhpr2407495. PMID: 39536234.
9. Mahase E. Higher staff turnover is linked to increased deaths in NHS
hospitals, study finds. BMJ. 2024 Nov 20;387:q2578. doi: 10.1136/bmj.q2578. PMID: 39566967.
10. https://www.nuffieldtrust.org.uk/sitesdefault/files/2019-
11/1575037889_darzilondon.pdf
11. Torjesen I. Monitor investigates reasons behind closure of “popular” Darzi
walk-in centres. BMJ 2013;346:f3570
12. Sirchia G. Expo 2015 Sanità. http://www.girolamosirchia.org
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14. Ma T, Knobel P et al. Source-Specific PM2.5 and Atherosclerotic Cardiovascular Disease Mortality. NEJM Evid. 2024 Dec;3(12):EVIDoa2400182. doi: 10.1056/EVIDoa2400182. Epub 2024 Nov 26. PMID: 39589192.
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18. Ferrini F. Gli spazi verdi ci proteggono dalla mortalità precoce,
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19. Ferrini F. Depavimentare le città: una strategia per contrastare il cambiamento climatico
http://Lnkd.indZyEqeV
[1] Nota 1. Bernard Kouchner, Ministro della sanità francese negli anni 2001-2002 proponeva di istituire i Centri di Riferimento europei per attirare i malati facoltosi di tutto il mondo grazie alla loro eccellenza. Noi proponemmo gli IRCCS.
[2] Nota 2. Definizione di salute pubblica: Public Health is the science and art of preventing diseases, prolonging life and promoting health of community through the organized efforts of the society, leaving no one behind. Kevin Fenton.
Milano, 23 dicembre 2024