Fin dalle scuole elementari impariamo che ciclicamente l’umanità viene flagellata da epidemie, più spesso causate da agenti patogeni (batteri e virus) che albergano solitamente negli animali, ma che, per motivi solo in parte conosciuti e comunque legati a cattive condizioni di igiene pubblica, si trasmettono all’uomo e si diffondono nel mondo grazie alla capacità di trasmettersi da uomo a uomo.
Le grandi epidemie del passato (peste, colera) causate da batteri o da alcuni virus oggi non fanno più paura, grazie alla disponibilità di potenti antibiotici o di vaccini, ma il pericolo nel nostro tempo non è scomparso giacchè nuovi agenti patogeni altamente diffusivi si sono presentati sulla scena. Si tratta primariamente di virus influenzali e di Coronavirus avverso i quali non siamo pronti a reagire con mezzi naturali o con farmaci e vaccini. Il più noto esempio di pandemia è forse quello dell’influenza cosiddetta spagnola del 1918 che uccise milioni di essere umani nel mondo, ma molte altre ne seguirono (l’Asiatica, la SARS, la MERS, l’Aviaria) fino alla presente pandemia da Coronavirus SARS-COV-2 che sta affliggendo i nostri giorni. Sembra quasi che ogni 100 anni circa una di queste pandemie si presenti sulla scena con eccezionale gravità e mieta moltissime vite. Se questa è la lunga storia delle sofferenze umane causate da zoonosi, la domanda che nasce è: “Possiamo fare qualcosa per difenderci e, se così è, che cosa?”. Continua a leggere
