Meno è meglio

Less is more è una campagna che vuole sottolineare come in medicina può essere meglio curare meno, giacché spesso il trattamento eccessivo può causare danni: ad esempio nel diabete in trattamento con insulina che viene monitorato mediante la determinazione di emoglobina glicata (HbA1c), è frequente il convincimento che l’obiettivo sia un HbA1c inferiore a 7%. Questa dizione incoraggia a pensare che più basso è questo valore meglio è: ma non è così. L’obiettivo deve essere l’intervallo 6,5 – 7% giacché valori troppi bassi comportano il rischio di ipoglicemia, specie negli anziani.

Analogamente l’obiettivo dell’iperteso non deve essere “valori inferiori a 140/90 mmHg” ma compresi tra 120 e 140 mmHg per la pressione massima e 80-90 per la minima, giacché anche in questo caso valori eccessivamente bassi sono pericolosi.

(Lee S.J. So much insulin, so much hypoglycemia. JAMA Intern Med 174, 686 – 688, 2014)

Importanza di alcuni fattori sul rischio di salute

L’influenza sul numero di morti e sul carico di malattia di alcuni modi di vivere e di nutrirsi sono riportate nelle due tabelle seguenti. Si nota che il fattore più pericoloso è l’ipertensione arteriosa, ma il fumo di tabacco viene subito dopo.Scansione0006(N Engl J Med 369;10 – September 5, 2013)

Check-up per tutti in UK

Il governo inglese ha stabilito di effettuare un check-up su tutti i cittadini di età compresa tra 40 e 75 anni per prevenire morbilità e mortalità evitabili. Il controllo verifica ipertensione, fumo, ipercolesterolemia, obesità, inattività fisica, dieta inappropriata e consumo di alcolici. Si prevede di effettuare un counselling per ridurre i fattori di rischio e quindi per evitare complicazioni evitabili. E’ questo lo stesso programma che da oltre 10 anni l’Associazione Amici del Policlinico e della Mangiagalli Donatori di Sangue onlus offre ai propri iscritti nel momento in cui si presentano al Centro Trasfusionale del Policlinico di Milano. Le ripetute visite al Centro, inoltre, consentono al donatore di essere seguito nel tempo e indirizzato verso stili di vita, indagini o terapie adatte a meglio proteggere il suo stato di salute.

(Editorial. Government’s plans for universal health checks for people aged 40-75. BMJ 2013; 347; f4788).

La (cattiva) regola del 50%

Nell’ipertensione (come nel diabete) si rileva nella pratica che vige la “regola del 50%”: infatti metà dei pazienti ipertesi non sa di esserlo, metà di quelli che lo sono non si cura, e in metà di questi ultimi la pressione arteriosa non è ben controllata.

(Clark CE, McManus R. The use of highly structured care to achieve blood pressure targets. BMJ 345, 8, 2012)

Trattamento ipotensivo negli anziani

La prevalenza di ipertensione (Pressione arteriosa >140/90) è del 50% nelle persone di età compresa tra 60 e 80 anni. Questi pazienti all’inizio del trattamento con ipotensivi hanno il rischio di ipotensione ortostatica, che può esitare in cadute al suolo e fratture ossee. L’inizio del trattamento ipotensivo nelle persone anziane richiede quindi grande prudenza.

(Butt DA et al. The risk of hip fracture after initiating antihypertensive drugs in the elderly. Arch Int Med 172, 1739-44, 2012)