Girolamo Sirchia
Premessa
Quest’anno, dopo oltre 20 anni dalla stipula della Convenzione Quadro del 2003 (WHO Framework Convention on Tobacco Control), l’World Health Organization e il Department of Human Health Service (HHS) degli USA1, 2, 3 hanno lanciato un grido d’allarme perché il fumo di tabacco nel mondo non solo non è diminuito, ma è stato affiancato da altri strumenti (sigarette elettroniche, e-cig e tabacco riscaldato, IQOS) che consentono di inalare nicotina; strumenti finalizzati soprattutto ai giovani al fine di renderli assuefatti alla nicotina per tutta la vita. I produttori di tabacco infatti hanno messo in campo strategie nuove e ingannevoli, ma molto efficaci e aggressive che danneggiano la salute pubblica e l’ambiente in modo allarmante.
Consideriamo lo stato dei fatti. I guadagni delle multinazionali del tabacco sono enormi e consentono loro di finanziare, a difesa dei propri profitti, lobbisti di grande abilità, avvocati e giuristi illustri, fondazioni e politici di ogni colore, comunicatori di grande popolarità, ricerca e pseudo-ricerca di Università, iniziative delle Regioni, accademici e parlamentari, imprenditori, coltivatori di tabacco e funzionari pubblici e privati. Ogni iniziativa che possa disturbare i loro interessi viene così bloccata sul nascere. Di recente il progetto del Governo inglese di vietare il fumo nei nati dopo il 1° gennaio 2009 è stato bloccato con argomenti giuridici, approfittando anche del momento di difficoltà politica che ha poi portato alla sostituzione del Governo conservatore con uno laburista.
L’abilità della loro comunicazione è davvero eccezionale ed è stata ben illustrata nella monografia di Giulia Bocchi “Un secolo in fumo” (Tesi all’Università di Bologna, 20034 purtroppo non reperibile in commercio. Tra i successi più recenti, la tesi che l’attività delle multinazionali maggiori (Big Tobacco) è legata in modo indissolubile ai posti di lavoro e all’esistenza di migliaia di imprese agricole e commerciali. I lavoratori impegnati direttamente nella filiera in Italia sono circa 100.000 e altrettanti sembra siano impegnati indirettamente (Chat GPT). È inoltre passato il messaggio che le e-cig e IQOS sono molto meno pericolose per la salute rispetto alla sigaretta tradizionale e quindi possono essere utilizzate tranquillamente in tutti gli ambienti e da tutte le persone inclusi i giovani e i giovanissimi e da coloro che vogliono smettere di fumare. Il danno da fumo di tabacco può in altre parole essere molto ridotto se si passa allo svapo, ossia a prodotti nuovi in cui le suddette multinazionali hanno differenziato e continuano ad investire alla ricerca di nuovi guadagni.
La verità naturalmente è un’altra perché il danno da svapo non è ridotto, ma solo diverso ossia legato ad altre sostanze nocive5,6,7,8 e il loro uso non porta necessariamente ad eliminare l’uso del tabacco, ma spesso ad un utilizzo duale (svapo più sigarette) che è molto nocivo9,10,11.
Il prossimo obiettivo dei produttori è il mercato della cannabis purtroppo legalizzata in molti Paesi per uso ludico12.
I danni da svapo
Lo svapo espone a migliaia di sostanze chimiche, alcune delle quali cancerogene13 e causa danni diversi da quelli della sigaretta tradizionale, ma non necessariamente minori8. La maggior parte dei liquidi contenuti nella cartuccia della sigaretta elettronica e-cig contiene nicotina al 5%, glicol propilenico, glicerina, aromi e carcinogeni, come aldeidi, metalli pesanti (nichel, piombo e stagno) e altre sostanze chimiche come il diacetile che provoca gravi lesioni polmonari anche mortali:10 ml di liquido, quando riscaldati dalla batteria e atomizzati, arrivano a contenere e rilasciare fino a 500 mg di nicotina equivalenti a 10 pacchetti di sigarette.
Gli effetti sulla salute dei giovani adolescenti sono in particolare modificazioni durature del loro cervello, specie disturbi da trasmissione sinaptica nel nucleus succumbense nella corteccia prefrontale, ma anche un’aumentata trascrizione di proteine che potenziano il fenomeno di ricompensa di altre sostanze che provocano dipendenza, come cocaina, oppiacei e alcol14. Ma anche altre modificazioni dei recettori di acetilcolina e glutamato con aumento dell’impulsività, riduzione dell’attenzione e difficoltà nella gestione della sindrome da deficit di attenzione/iperattività. La nicotina infine aumenta in modo dose-dipendente la concentrazione cerebrale di serotonina ed endorfine, che regolano il tono dell’umore con conseguente ansia, depressione, idee suicidarie e sindrome di disattenzione/iperattività. Per quanto riguarda i danni d’organo poi, lo svapo favorisce asma, BPCO, periodontite, ictus e patologie cardiovascolari in quanto aumenta lo stress ossidativo e l’infiammazione.
Questo quadro poco confortante diviene ancor più preoccupante quando si ricordi che lo svapo si rivolge ai giovanissimi (che iniziano a svapare a circa 14 anni) e il 10% circa degli studenti di scuola secondaria sembra ne faccia uso regolare. Malgrado tutto ciò tuttavia, la contesa tra i produttori e i difensori della salute è tuttora accesa e i risultati a volte sorprendenti. Nel luglio 2024 la Food and Drug Administration (FDA)15 ha inopinatamente autorizzato l’azienda Altria (Big Tobacco) a mettere in commercio una e-cig all’aroma di mentolo che notoriamente era stato escluso per motivi di sicurezza in quanto ritenuto dannoso. L’FDA ha dato una spiegazione controversa del suo operato in quanto ritiene di avere un’evidenza scientifica sufficiente a giustificare questa scelta.
La partita è quindi aperta.
Il contesto attuale
Alcuni elementi più recenti, utili per meglio definire il contesto, sono riportati di seguito:
1. Il guadagno delle multinazionali maggiori (Big Tobacco) anche nel 2023 è stato molto elevato.
2. Il numero dei fumatori è tornato al 24% in Italia e l’uso dei prodotti da svapo è in crescita rapida. Purtroppo la crescita coinvolge soprattutto i giovani e le donne16.
3. I prodotti da svapo sul mercato sono molto numerosi, in continuo sviluppo, e la loro composizione è spesso variabile17 o ignota anche perché molti di loro sono illegali18. Il loro uso comporta inoltre un problema di smaltimento molto preoccupante e non risolto.
4. In Italia dopo il 2005 e l’entrata in vigore della Legge 16 gennaio 2003, n.3 art.51, per la tutela dei non fumatori dal fumo passivo, che ha portato ad un consistente calo del numero dei fumatori e delle patologie da fumo, non è stato preso alcun provvedimento determinante. Si svapa ovunque malgrado la suddetta legge lo vieti nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro; essa infatti è intitolata “Tutela dei non fumatori dal fumo passivo” e comprende tutti i tipi di fumi.
5. Le strategie ingannevoli dell’industria del tabacco e della nicotina tendono a rendere i giovani dipendenti per tutta la vita (3). Nella Regione europea il 20% dei quindicenni intervistati ha dichiarato di aver usato e-cig o tabacco riscaldato (IQOS) negli ultimi 30 giorni.
6. In Europa, 1,1 milione di cittadini muore prematuramente ogni anno a causa del fumo e 600.000 a causa dell’aria inquinata da combustibili fossili (WHO, giugno 2024). Un numero almeno 30 volte tanto si ammala a causa loro.
Si stima che in Italia il fumo provochi più di 90.000 morti premature l’anno con costi sociali e sanitari di oltre 13-15 miliardi ognuno, a carico della collettività19. Negli anni ‘90 è stato calcolato negli USA che ogni fumatore costa $ 3391/anno20, suddivisi in costi sanitari e perdita di produttività in parti circa uguali: In Italia un ordine di grandezza di € 30 miliardi/anno.
7. Il Global Industry Interference Index 202121,22 mostra che l’Italia è tra i Paesi in cui le politiche relative al tabacco sono più esposte all’interferenza dell’industria produttrice in tutti gli ambiti presi in considerazione e in particolare la partecipazione dell’industria allo sviluppo di politiche e provvedimenti governativi e favori all’industria del tabacco sotto forma di agevolazioni fiscali.
8. L’industria del tabacco ha sviluppato potenti tecniche di lobbing dotate di grandi risorse economiche, che riescono a bloccare ogni azione di contrasto al fumo e a rendere il consumo di tabacco una pratica normale.
9. Le azioni di Governo dopo il 2005 sono a dir poco scoordinate e disattente. Influenti personalità (un Presidente del Consiglio, due Segretari di un grande partito e altri) hanno inaugurato o visitato lo stabilimento di Philip Morris per la produzione di IQOS a Mostacciano, nei pressi di Bologna. Il Ministero delle Politiche Agricole ha stipulato un accordo con Philip Morris Italia per aumentare la produzione di tabacco in Italia (che è il maggior produttore in Europa) e cederlo a Philip Morris23; l’Arma dei Carabinieri ha preso un impegno con Philip Morris per reprimere la vendita di tabacco illegale e proteggere i marchi legali24. Tutto questo mentre il Ministero della Salute è assente, alla stregua di tutti gli altri organismi dello Stato comprese le Regioni. Ricordiamoci peraltro che è priorità del Governo aumentare i consumi per sostenere le imprese e con esse il gettito fiscale e i posti di lavoro che generano.
10. Il danno ambientale è rimarchevole. A preoccupare non è solo la dispersione nell’ambiente dei mozziconi e dei device di svapo usa e getta (malgrado il DM 15/2/2017 del Ministero dell’Ambiente), ma è anche la continua ricerca e occupazione di terreni vergini per la coltivazione del tabacco e il coinvolgimento di lavoratori anche minorenni e non protetti. L’inquinamento da microplastiche dei mari e dei fiumi e della fauna che ci vive ha fatto scalpore, giacché le microplastiche costituiscono una sorgente di sostanze tossiche che danneggia anche gli esseri umani nei quali sono state ritrovate. Disboscamenti, inquinamento dell’ambiente con contaminanti diffusamente pericolosi, tossici sprigionati dall’uso del tabacco e di svapo inalati sia attivamente che passivamente sono una realtà preoccupante che necessita urgentemente di un’azione di contrasto.
Le possibili azioni di contrasto
Le azioni di contrasto alle perverse politiche dei produttori e ai danni che esse provocano alla collettività potrebbero essere molteplici, ma in particolare mi soffermo sulle seguenti:
1. La pandemia di Covid 19 ha dimostrato come la salute pubblica[1] debba essere considerata con molta maggior attenzione di quanto fatto finora. Le lacune che si sono manifestate dovrebbero offrirci un importante spunto di ripensamento, ma negli anni post Covid ben poco è stato fatto per meglio prepararci alle inevitabili pandemie che si susseguono senza sosta nel mondo. Sarebbe a mio avviso raccomandabile un Piano di Governo in capo alla Presidenza del Consiglio per il potenziamento della salute pubblica come interesse nazionale, con un finanziamento suo proprio distinto dal Fondo Sanitario Nazionale e gestito a livello centrale con la partecipazione delle Regioni e degli organi tecnici dei Ministeri. Servirebbe in particolare un Centro di Controllo e Prevenzione delle Malattie (CCM) analogo ai CDC (Centers for Disease Control and Prevention) USA, deputato alla lotta delle malattie diffusive e a quelle non diffusive, come realizzato nel 2003 presso il Ministero della Salute in occasione della prima SARS con decreto-legge 29 marzo 2004 n. 81 “interventi urgenti per fronteggiare situazioni di pericoli per la salute pubblica”, convertito in Legge 26 maggio 2004 n. 138. Il CCM deve operare in rapporto di stretta collaborazione con analoghi organismi internazionali e con i CCM regionali, come previsto nel decreto. Esso è stato vittima della spending review del 2011 che lo ha privato delle risorse, decretandone così la fine. All’Istituto Superiore di Sanità dovrebbe essere delegato il compito di proporre gli standard e autorizzare e controllare tutto ciò che viene posto sul mercato nel campo dei prodotti di consumo contenenti nicotina, in analogia all’FDA americana25.
2. Oggi che molte Scuole di Medicina stanno rivedendo i programmi dei loro corsi26, nell’ambito della facoltà di Scienze Umane si potrebbe prevedere un corso di laurea in Educazione civica, sanitaria e comportamentale per coprire posti di insegnamento nella scuola primaria, finalizzato a formare un nuovo cittadino più rispettoso dei diritti altrui e delle norme di tutela della salute e del vivere civile. Un recente studio norvegese ha rilevato come il grado di istruzione (misurato come anni di studio) sia inversamente proporzionale alla mortalità da tutte le cause27.
Il provvedimento preso di recente dal Ministero dell’Istruzione va in questa direzione e siamo in fiduciosa attesa della sua attuazione.
3. Non dovrebbero esistere agevolazioni fiscali per coloro che operano contro la salute pubblica, come i produttori di tabacco, svapo e altre droghe, ma anche di alimenti nocivi alla salute, come cibi ultraprocessati e bibite zuccherate. A queste aziende dovrebbe al contrario essere applicata una tassa per risarcire i danni che esse provocano alla società e i relativi costi oggi addossati allo Stato.
4. È indispensabile il coinvolgimento del personale sanitario e scolastico nel contrasto a fumo, alcol, altre droghe e cibi non salutari, anche utilizzando opportuni incentivi e motivazioni.
5. Sono necessarie iniziative e finanziamenti per indurre gli agricoltori a convertire le coltivazioni di tabacco: il carico economico deve gravare sulla filiera del tabacco, responsabile dei danni alla comunità e al creato.
6. Va sviluppato il contrasto alle azioni dei lobbisti con una continua e capillare informazione sulle azioni dell’ìndustria del tabacco e con il coinvolgimento della popolazione28.
Il prossimo futuro
Tutto quanto sopra presuppone un salto di qualità dei politici e della loro responsabilità nei confronti dei cittadini che li eleggono, secondo regole diverse da quelle attuali. Solo una miglior classe politica e dirigenziale può consentire un miglior uso delle risorse disponibili, finalizzandole al bene collettivo più che agli interessi di singole parti. Risorse pubbliche che peraltro in Italia sono insufficienti e ben inferiori a quelle stanziate nei Paesi europei più evoluti. Dal 2010 ad ora poi la sanità è stata vistosamente sottofinanziata (per insufficiente rivalutazione) nel nome di una austerity che notoriamente colpisce e dissesta i servizi sanitari e sociali. Ancora recentemente il WHO ha sottolineato che la sanità non è un costo di tipo assistenziale alla stregua della previdenza sociale, ma un investimento produttivo e ha stimato che ogni dollaro speso per la sanità rende 7 dollari in maggior efficienza e produttività.
Potrà accadere tutto questo? Forse no o forse solo in parte, ma è bello sperarci e provare a lavorarci.
Volare alto non è un’illusoria fuga in avanti, ma un metodo di governo efficace e premiante.
Riferimenti bibliografici
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2. HHS Framework to Support and Accelerate Smoking Cessation 2024.
3. World Health Organization. Hooking the next generation: how the tobacco industry captures young customers, Geneva 2024.
4. Bocchi G. Un secolo in fumo. Tesi, Università di Bologna, 2003.
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Milano, 23 ottobre 2024
[1] Definizione: Public Health is the science and art of preventing diseases, prolonging life and promoting health of community through the organized efforts of the society, leaving no one behind (Kevin Fenton).


