La Lombardia apripista di un Servizio Sanitario migliore e sostenibile

Girolamo Sirchia

L’esplosione di conoscenze che abbiamo visto in biologia e medicina negli ultimi 10 anni non ha precedenti nella storia. Malattie croniche invalidanti come diabete, tumori, arteriosclerosi dispongono oggi di farmaci potenti che permettono di migliorare e prolungare la vita dei pazienti. Dobbiamo alla ricerca industriale oltre che accademica se ciò si è avverato. Ma questo progresso incredibile ha un risvolto preoccupante: il costo di questi farmaci e strumenti diagnostici è molto alto e nessun Servizio Sanitario lo può sostenere. E’ necessario allora costruire un piano strategico per evitare che tutto si trasformi in un gigantesco fallimento e in diseguaglianze insopportabili.

Io penso che questo piano debba poggiare su 2 principi:

  1. prevenire la comparsa e l’aggravamento delle malattie croniche invalidanti più comuni
  2. modificare gli stili di vita che le determinano e in particolare i determinanti sociali e commerciali di salute che operano spesso contro la salute pubblica
  1. Il primo punto porta alla ribalta la medicina territoriale e il suo personale sanitario che dovrà anche incaricarsi di effettuare negli assistiti in buone o discrete condizioni di salute una valutazione a basso costo dei rischi che essi hanno di ammalare, così da prevenire che tali rischi si trasformino in malattie, o ritardarne la comparsa (vedi schema operativo). Serve una anamnesi accurata con albero genealogico, una stratificazione dei rischi per  individuare i soggetti a più alto rischio individuale e su  questi attuare un controllo periodico dello stato di salute con una raccolta e analisi dei dati adatti a mettere in atto le misure necessarie, usando anche una comunicazione con il paziente amichevole e autorevole. La Casa di Comunità sarà a mio avviso determinante per questo fine, ma sarà soprattutto la motivazione dei medici e degli infermieri che ne determinerà il successo. Motivazione che parte dal costruire una carriera e riconoscimenti di merito per la Medicina Generale, alla pari con quanto avviene negli Ospedali, e incluso lo sbocco accademico per i migliori con annessi insegnamento e ricerca. Esperimenti in tal senso, compreso quello che è in corso anche nel Distretto 1 di Milano e che vede anche l’interesse dell’Università Statale di Milano, stanno dando risultati incoraggianti. Se questa prevenzione primaria a costo contenuto produrrà i risultati sperati potremmo ridurre il carico di malattie croniche invalidanti che gravano sul Sistema Sanitario Regionale in modo insostenibile, evitando anche discriminazioni e iniquità inaccettabili
  2. Modificare gli stili di vita non è facile, ma nemmeno impossibile. Sappiamo che dobbiamo limitare innanzi tutto i determinanti sociali e commerciali, questi ultimi ormai molto aggressivi soprattutto nel campo alimentare e nel fumo e svapo. Sappiamo che l’Italia ha costruito un made in Italy importante per l’economia nazionale in campo alimentare, e il rimedio è quello di limitare le porzioni e quindi la quantità di cibi e bevande ingerite, così da non danneggiare le imprese del settore ma anche la salute dei consumatori. Puntare sulla qualità dei cibi non sulla quantità delle porzioni. Servono accordi in tal senso e provvedimenti normativi. Il danno causato dal fumo e dallo svapo in Italia si stima sui 26 miliardi di Euro l’anno. Ben maggiori i costi provocati dal crescente numero di diabetici e obesi, e molto preoccupante l’insorgenza di tumori anche nei giovani che si sta registrando da pochi anni, forse anche per l’inquinamento ambientale e la quantità di vecchi e nuovi composti chimici cui tutti noi siamo esposti.

 Io credo che oggi la Lombardia potrebbe essere un importante esempio di cambiamento, se decidesse di adottare un simile piano strategico e investire limitate risorse nelle cose che già funzionano come quelle esistenti a Milano e in altre città della Regione. Se la Regione desse questo segnale probabilmente potrebbe raccogliere intorno a sé in questo cambio di passo molte altre forze positive e dare avvio concreto al salvataggio della sanità

Nota finale

Io credo che la Prevenzione Primaria a basso costo sia la migliore delle soluzioni per salvare il Servizio Sanitario Regionale, anche se ci vorranno alcuni anni per vedere il risultato. La riduzione della domanda e la riduzione degli sprechi sono soluzioni alternative che mi paiono molto più complesse.

PS.  Suggerisco che la Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica diventi lo strumento incaricato di studiare (e monitorare) il piano di cambiamenti suddetti

Milano, 10 marzo 2025

I provvedimenti locali contro il fumo

Girolamo Sirchia

Essendo il fumo di tabacco la più importante causa di morte prematura e di patologie croniche invalidanti, penso che ogni iniziativa di contrasto sia meritoria. Sappiamo però che tali iniziative sono oggetto di resistenze e attacchi molto intensi ed efficaci, dati gli interessi che ruotano intorno a questo mondo. Onde evitare insuccessi è quindi assolutamente necessario emanare provvedimenti difficilmente attaccabili, che coinvolgano l’opinione pubblica e siano sostenuti da efficaci controlli e sanzioni. Le ordinanze sindacali, non sostenute da leggi di Governo è difficile che possiedano questa caratteristica. Esse inoltre valgono solo nei territori comunali che le emanano se le emanano, creando disparità nel Paese.

Purtroppo i provvedimenti legislativi, sia europei che italiani, oggi non aiutano molto. Il 3 dicembre 2024 il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato la Raccomandazione non vincolante C/2024/7425 che invita gli Stati Membri ad allargare a specifiche aree all’aperto il divieto di fumo e di svapo. Purtroppo l’Italia non ha ancora recepito in legge questa Raccomandazione. Una simile iniziativa potrebbe essere un sostegno molto utile alla ripresa della lotta al fumo, che è di fatto assente da almeno 10 anni. Segue una bozza di legge che emanerei se ne avessi i poteri (chiedendo scusa ai giuristi per la forma rozza).

Infine è urgente considerare altri fenomeni che stanno prendendo piede nella società europea. Finora abbiamo parlato e agito singolarmente contro il tabacco, l’alcol, il cibo non salutare, ecc. Oggi abbiamo capito che le aziende produttrici usano tutti gli stessi metodi e strategie di marketing e che ognuno di questi singoli prodotti danneggia la salute.

Per questo parliamo di prodotti dannosi , che definiamo determinanti commerciali della salute. Ci vogliono strategie globali di salute pubblica per difendere la società da queste minacce, quali:

  1. a livello statale serve un Piano Globale di Salute Pubblica che includa prevenzione e promozione della salute, gestito unitariamente con le Regioni, adeguatamente finanziato con risorse che non afferiscano al Fondo Sanitario. E’ necessario che Stato e Regioni stipulino un Accordo Pattizio circostanziato in tal senso;
  2. è necessario ridurre le interferenze degli interessi privati a livello degli Atti di Governo;
  3. bisogna convincere l’opinione pubblica della necessità di difendere la società da ciò che danneggia la salute, che è ampiamente dimostrato essere motore di sviluppo economico e sociale.

Bozza di Legge di iniziativa governativa

Recepimento della Raccomandazione C/2024/7425

del Consiglio dell’Unione Europea

  • Richiamato il diritto costituzionale alla salute (art. 3 Cost.)
  • Vista la Raccomandazione C/2024/7425 del Consiglio dell’Unione Europea
  • Vista lalegge n. 3 del 16/1/2003, art. 51 e i suoi decreti attuativi
  • Visto l’impegno dell’Unione Europea a ridurre l’inquinamento ambientale [dell’aria, delle acque e del suolo (Direttiva dell’Unione Europea 2019/904)]
  • Visto il DL n. 104/2023 “Divieto di fumo nelle pertinenze esterne della scuola”

l’Italia recepisce la Raccomandazione C/2024/7425 del Consiglio dell’Unione Europea con la seguente legge.

ARTICOLATO

Il Governo e per esso gli Enti Territoriali e Locali si impegnano nelle seguenti azioni:

  1. le norme previste dalla succitata legge 16/1/2003, n. 3, art. 51 si applicano anche alle pertinenze degli esercizi aperti al pubblico e dei luoghi di lavoro;
  2. a discrezione del Comune la legge 16/1/2003, n. 3, art. 51, si può applicare anche in altri spazi all’aperto di particolare rilevanza quali parchi e giardini pubblici, spiagge, fiumi, laghi, mare, boschi e riserve naturali, spazi e pertinenze di scuole, strutture sanitarie e, uffici pubblici;
  3. la dispersione nell’ambiente dei rifiuti dell’uso di prodotti del tabacco e di svapo (e-cig) è punito con una contravvenzione di € ….. che può essere comminata da tutte le Forze di Polizia o da personale ausiliario incaricato.

Milano, 17 marzo 2025

Il fumo di tabacco e lo svapo in Italia:

problema di equità oltre che di salute pubblica

 e ambientale

 

Girolamo Sirchia

Il numero di fumatori in Italia è in crescita ed è cresciuto in particolare negli ultimi 4 anni: oggi il numero di fumatori si stima abbia raggiunto il 24% della popolazione di età superiore a 14 anni, ossia più di 11 milioni di persone; si comincia inoltre a fumare precocemente (intorno ai 14 anni di età). Cresce proporzionalmente il numero di morti precoci, che si stima abbia superato i 93.000 all’anno, ed i relativi costi sanitari e sociali che alcuni stimano si aggirino sui 26 miliardi di Euro l’anno.

Di fronte a questo preoccupante scenario la prima cosa che io mi chiedo è se sia equo che questi costi debbano gravare su tutti i cittadini italiani, compresi quelli che non fumano, sottraendo loro una parte importante delle già scarse risorse economiche. Ma a questa difficile domanda se ne aggiungono altre: oltre che morti precoci il fumo e lo svapo generano almeno 30 volte tanto malattie croniche e invalidanti, ma anche iniziative di prevenzione assai costose, come lo screening dei forti fumatori con TAC spirale allo scopo di rilevare precocemente l’insorgenza di tumori polmonari. A parte il fatto che questa “sporca abitudine”, come la definiva Italo Svevo, causa tumori non solo polmonari, ma in molte altre sedi ed altre 27 malattie, mi chiedo perché i forti fumatori, che spendono almeno 5-10 Euro al giorno, tutti i giorni, per anni, onde procurarsi sigarette o e-cig, non debbano pagarsi anche le TAC polmonari. In Italia non è questo l’unico esempio di abuso del Servizio Sanitario Nazionale: la stessa cosa, infatti, può dirsi per coloro che subiscono traumi per le vacanze sulla neve o altri momenti ludici. Non è più equo che tutti costoro si assicurino a loro spese contro le conseguenze di loro precise scelte dato anche che hanno la possibilità di sostenere spese non indifferenti per godere delle vacanze sulla neve? Purtroppo in Italia si stima che gli usi impropri del Servizio Sanitario Nazionale comportino consumi di almeno il 20% della spesa sanitaria corrente. A queste si aggiungono altre imbarazzanti situazioni. Nel caso del fumo e dello svapo le Multinazionali che producono e vendono questi prodotti nemici della salute pubblica e dell’ambiente continuano a guadagnare miliardi di Euro l’anno e fanno crescere il loro business attraverso un’abile e continua azione,  che spazia da una massiccia attività lobbistica, alle generose spese promozionali oggi indirizzate soprattutto ai giovani perché diventino dipendenti dalla nicotina per tutta la vita, anche con il coinvolgimento di Istituzioni che non dovrebbero cedere alle lusinghe del denaro (Politici, Università, ecc.), ma anche coltivatori di tabacco, pubblicità occulta o palese come nello sport e non solo. Questi nemici della salute pubblica dispongono anche di valenti studi legali che ne proteggono le iniziative. La Philip Morris ha realizzato da poco insediamenti produttivi in Emilia, che sono stati visitati da autorità come un Presidente del Consiglio dei Ministri e un Segretario di partito, che hanno partecipato persino alla posa della prima pietra e all’inaugurazione. I produttori inoltre godono di agevolazioni fiscali in ragione dei posti di lavoro che le loro iniziative generano.

In Italia non ci si è nemmeno posto il problema del danno causato alla salute pubblica e all’ambiente dai “determinanti commerciali di salute”, ossia dai danni provocati da prodotti di imprenditori privati a danno della salute di tutti gli Italiani. Una inerzia istituzionale che si rileva anche in molti altri Paesi, paralizzati nell’attuare contromisure di Governo per contenere le interferenze con i poteri dello Stato e per applicare tasse adeguate sui guadagni dei produttori, a scopo di risarcimento. Il fumo non è unico a generare danni e iniquità, ma ha fatto scuola ad altri settori e ad altri determinanti commerciali di salute, in particolare a quelli alimentari.

Mi spiace dover rilevare che non vi sono significative iniziative istituzionali per modificare queste amare realtà, che sono oggi contrastate solo da alcune Società Scientifiche e dal personale sanitario più consapevole e volonteroso.

Milano, 17 marzo 2025

5 REGOLE DA OSSERVARE

Per aumentare la probabilità di una vita più lunga e in salute oggi viene raccomandato di osservare 5 regole.

  1. assicurarsi una buona massa muscolare e un cuore forte attraverso un esercizio fisico aerobico quotidiano di almeno 30 minuti e di intensità adeguata all età.

2. tenere d occhio la glicemia, insulinemia e sensibilità all’insulina.

3. Contenere l’infiammazione cronica (bassi valori di hsPCR, IL-6 e TNFalfa).

4. Rinforzare la resilienza alle emozioni e aumentare le relazioni sociali amicali.

5. Attenersi alla dieta mediterranea basata sui vegetali verdi e piccole porzioni controllo del peso e del girovita) no fumo e alcolici

Girolamo Sirchia

INTERVISTA GIROLAMO SIRCHIA

<<La legge stava per saltare, Poi minacciai le dimissioni Così salvai l’Italia dal fumo>>