Salvare il nostro Servizio Sanitario Nazionale è interesse di ogni Italiano

Girolamo Sirchia

 Premessa

La sanità, ovvero la quantità e la qualità dei servizi per il mantenimento e il ripristino della salute psicofisica dei cittadini che lo Stato sostiene e finanzia, rappresenta in un certo senso l’impostazione culturale e filosofica di quello Stato.

Ogni Stato tende e opera primariamente per produrre ricchezza, che dipende dal lavoro e dalla capacità delle imprese private di produrre beni e servizi graditi ai consumatori sia sul mercato interno che estero, e che costituisce per lo Stato potere e predominanza sullo scacchiere internazionale.

 L’obiettivo primario dello Stato è quindi economico e la spesa per la salute dei singoli cittadini e per la loro assistenza sociale rappresenta una sottrazione poco gradita di risorse che deve essere contenuta il più possibile. Schematicamente possiamo individuare due principali modelli di sanità, anche se non mancano gli aggiustamenti che creano sistemi misti: quello americano e quello inglese.

 Nel primo tipo, detto assicurativo, lo Stato si limita a gestire e finanziare la salute pubblica, ovvero a prevenire e gestire quegli accadimenti che rappresentano un pericolo per la collettività dei cittadini consumatori, e quindi della macchina produttiva della ricchezza nazionale, come epidemie di malattie trasmissibili o non trasmissibili (quindi rispettivamente ad esempio malattie infettive ma anche quelle derivanti inquinamento ambientale o stili di vita non salutari come  fumo di tabacco e consumo di  alcolici)0. Lo Stato non sostiene invece i costi di malattia e previdenza per vecchiaia o disabilità dei singoli cittadini i quali devono provvedervi a proprie spese per lo più attraverso il ricorso ad assicurazioni private, e quindi senza importanti oneri per lo Stato.

Nel sistema sanitario inglese (e anche in quello italiano), invece, lo Stato è responsabile della salute e della previdenza dei singoli cittadini e dei servizi socio sanitari che le tutelano. Il finanziamento in tal caso attinge alla finanza pubblica, e quindi al sistema fiscale, con una quota minoritaria di partecipazione individuale quando le condizioni economiche dei singoli lo consentono. In Inghilterra e nei sistemi sanitari nazionali come il nostro quindi le persone non sono solo consumatori e il valore della persona non è solo economico, con grandi vantaggi per i singoli e svantaggi per la finanza pubblica e per la salute pubblica che da noi ad esempio è stata storicamente molto sacrificata per scarsità di risorse economiche. I vantaggi per i singoli cittadini sono evidenti e preziosi: possiamo contare su servizi universali che non discriminano i cittadini, contiamo su un prezioso sistema di medici delle cure primarie territoriali e non solo su ospedali, disponiamo gratuitamente o quasi di farmaci e strumenti di cura e di indagini diagnostiche anche molto avanzate; in particolare dovremmo essere tutelati dalla predominanza del profitto sulla vita e sulla salute delle persone.  Purtroppo il risvolto negativo è che lo spreco e l’abuso non riescono ad essere sufficientemente controllati e quindi il sistema rischia di diventare insostenibile e ricorre necessariamente a limitazioni e razionamenti (liste di attesa troppo lunghe in primis). Non basta, come molti invocano, una maggior quantità di risorse se prima non vengono corretti sprechi e abusi. Solo limitando le distorsioni infatti vedremo quante risorse aggiuntive devono essere iniettate nel sistema. L’esplosione di conoscenze e tecnologie, impensabili fino a due decenni or sono, che ha cambiato il volto della medicina e offerto speranza di una vita migliore e più lunga, sta però minacciando sempre più l’esistenza stessa del SSN e già molti invocano riforme radicali e più spazio per iniziative private.  Io credo che queste svolte rischiano di tradursi in un grosso danno per i cittadini italiani e andrebbero a favore solo dei gruppi finanziari che le propongono. Secondo me è interesse di ogni Italiano difendere il sistema sanitario nazionale e collaborare al suo miglioramento piuttosto che al suo stravolgimento giacché penso che esso sia il migliore se non unico esempio di socialismo reale mai realizzato, ma soprattutto un esempio di buon governo. E lo dico da convinto conservatore.

Purtroppo però la sanità è difficile da comprendere ed è difficile far capire alla popolazione e a molti decisori politici il rischio che stiamo correndo oggi: quello cioè di cadere dalla pentola nella brace.

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