Il fumo di tabacco e lo svapo in Italia:

problema di equità oltre che di salute pubblica

 e ambientale

 

Girolamo Sirchia

Il numero di fumatori in Italia è in crescita ed è cresciuto in particolare negli ultimi 4 anni: oggi il numero di fumatori si stima abbia raggiunto il 24% della popolazione di età superiore a 14 anni, ossia più di 11 milioni di persone; si comincia inoltre a fumare precocemente (intorno ai 14 anni di età). Cresce proporzionalmente il numero di morti precoci, che si stima abbia superato i 93.000 all’anno, ed i relativi costi sanitari e sociali che alcuni stimano si aggirino sui 26 miliardi di Euro l’anno.

Di fronte a questo preoccupante scenario la prima cosa che io mi chiedo è se sia equo che questi costi debbano gravare su tutti i cittadini italiani, compresi quelli che non fumano, sottraendo loro una parte importante delle già scarse risorse economiche. Ma a questa difficile domanda se ne aggiungono altre: oltre che morti precoci il fumo e lo svapo generano almeno 30 volte tanto malattie croniche e invalidanti, ma anche iniziative di prevenzione assai costose, come lo screening dei forti fumatori con TAC spirale allo scopo di rilevare precocemente l’insorgenza di tumori polmonari. A parte il fatto che questa “sporca abitudine”, come la definiva Italo Svevo, causa tumori non solo polmonari, ma in molte altre sedi ed altre 27 malattie, mi chiedo perché i forti fumatori, che spendono almeno 5-10 Euro al giorno, tutti i giorni, per anni, onde procurarsi sigarette o e-cig, non debbano pagarsi anche le TAC polmonari. In Italia non è questo l’unico esempio di abuso del Servizio Sanitario Nazionale: la stessa cosa, infatti, può dirsi per coloro che subiscono traumi per le vacanze sulla neve o altri momenti ludici. Non è più equo che tutti costoro si assicurino a loro spese contro le conseguenze di loro precise scelte dato anche che hanno la possibilità di sostenere spese non indifferenti per godere delle vacanze sulla neve? Purtroppo in Italia si stima che gli usi impropri del Servizio Sanitario Nazionale comportino consumi di almeno il 20% della spesa sanitaria corrente. A queste si aggiungono altre imbarazzanti situazioni. Nel caso del fumo e dello svapo le Multinazionali che producono e vendono questi prodotti nemici della salute pubblica e dell’ambiente continuano a guadagnare miliardi di Euro l’anno e fanno crescere il loro business attraverso un’abile e continua azione,  che spazia da una massiccia attività lobbistica, alle generose spese promozionali oggi indirizzate soprattutto ai giovani perché diventino dipendenti dalla nicotina per tutta la vita, anche con il coinvolgimento di Istituzioni che non dovrebbero cedere alle lusinghe del denaro (Politici, Università, ecc.), ma anche coltivatori di tabacco, pubblicità occulta o palese come nello sport e non solo. Questi nemici della salute pubblica dispongono anche di valenti studi legali che ne proteggono le iniziative. La Philip Morris ha realizzato da poco insediamenti produttivi in Emilia, che sono stati visitati da autorità come un Presidente del Consiglio dei Ministri e un Segretario di partito, che hanno partecipato persino alla posa della prima pietra e all’inaugurazione. I produttori inoltre godono di agevolazioni fiscali in ragione dei posti di lavoro che le loro iniziative generano.

In Italia non ci si è nemmeno posto il problema del danno causato alla salute pubblica e all’ambiente dai “determinanti commerciali di salute”, ossia dai danni provocati da prodotti di imprenditori privati a danno della salute di tutti gli Italiani. Una inerzia istituzionale che si rileva anche in molti altri Paesi, paralizzati nell’attuare contromisure di Governo per contenere le interferenze con i poteri dello Stato e per applicare tasse adeguate sui guadagni dei produttori, a scopo di risarcimento. Il fumo non è unico a generare danni e iniquità, ma ha fatto scuola ad altri settori e ad altri determinanti commerciali di salute, in particolare a quelli alimentari.

Mi spiace dover rilevare che non vi sono significative iniziative istituzionali per modificare queste amare realtà, che sono oggi contrastate solo da alcune Società Scientifiche e dal personale sanitario più consapevole e volonteroso.

Milano, 17 marzo 2025

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