Centro Trasfusionale e Immunologia dei Trapianti

Il Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti: 25 anni di realizzazioni

L’idea di creare un servizio trasfusionale che si occupasse di donazione oltre che di trasfusione del sangue risale alla fine degli anni Sessanta, quando nella letteratura scientifica internazionale fecero la loro comparsa le nuove chemioterapie aggressive per la cura delle leucemie acute. Questi nuovi chemioterapici erano sì in grado di distruggere le cellule neo plastiche ma, bloccando la produzione degli elementi corpuscolati del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), erano causa di anemia e soprattutto di gravi infezioni ed emorragie che portavano a morte il paziente in gran parte dei casi. Anche nell’Istituto di Semeiotica Medica dell’Università degli Studi di Milano, presso l’Ospedale Maggiore Policlinico, dove prestavamo servizio, si decise ben presto di sperimentare queste terapie.

In quegli anni la trasfusione di sangue nei nostri ospedali era ancora affidata a chirurghi e anestesisti che trasfondevano direttamente ai pazienti il sangue prelevato ai donatori o al più lo raccoglievano in bottiglie di vetro dotate di anticoagulante onde poterlo conservare per qualche giorno nelle emoteche di reparto.

Dagli Stati Uniti giungeva notizia dei successi ottenuti trattando questi pazienti con emocomponenti (globuli rossi e piastrine) preparati mediante centrifugazione del sangue del donatore subito dopo il prelievo.

Alla luce di questi risultati sentimmo il bisogno di costituire un gruppo di donatori, dedicati ai pazienti ematologici ricoverati presso il nostro Istituto, che effettuassero la donazione direttamente presso il Centro di Immunoematologia costituito all’inizio degli anni Sessanta per eseguire i test pretrasfusionali per questi pazienti. I primi ad essere arruolati furono medici, studenti universitari, amici e conoscenti, che numerosi risposero al nostro appello.

Il Centro di Immunoematologia mise anche a punto una metodica per la ricerca di anticorpi leucocitari, causa di reazioni trasfusionali febbrili, imputati di essere responsabili del fenomeno di rigetto che si verificava nel caso di trapianto con organi incompatibili.

In quegli stessi anni il prof. Edmondo Malan, direttore della Clinica Chirurgica dell’Università degli Studi presso l’Ospedale Maggiore, effettuò il primo trapianto di rene a Milano. Fu quindi naturale che chiedesse la collaborazione del Centro di Immunoematologia, che aveva sviluppato le competenze necessarie ad accertare la compatibilità immunologica necessaria al buon esito dei trapianti. Sotto la spinta di questi ed altri nuovi approcci chirurgici e terapeutici che andavano affiorando nel mondo scientifico italiano sensibile ai successi registrati in campo internazionale, l’Ospedale Maggiore nel 1973 decise di istituire il Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti, al fine di garantire un trattamento trasfusionale di qualità ai suoi pazienti.

Contemporaneamente la Regione Lombardia lo identificò quale Centro di Coordinamento dei trapianti d’organo. Dopo pubblico concorso fui chiamato a ricoprine il ruolo di primario.

Questa nuova responsabilità ci spinse a dar vita ad un’Associazione dedicata, denominata ‘Amici del Policlinico Donatori di Sangue’, caratterizzata dall’essere un’associazione di volontariato integrata nell’Ospedale: nel Consiglio Direttivo infatti accanto a volontari e collaboratori sono previste alte cariche dell’Ospedale (Presidente, Direttore sanitario, Segretario generale, Primario del Centro trasfusionale), i locali sono quelli del Centro trasfusionale e la gestione, ivi compreso l’arruolamento e la convocazione dei donatori, è affidata a volontari e personale del Centro stesso.

L’Associazione ha trovato un deciso sostenitore nel dr. Luigi Marangoni, direttore sanitario dell’Ospedale Maggiore ucciso dalle Brigate Rosse nel 1981. Da quel momento l’Associazione è andata crescendo fino a raggiungere l’attuale numero di circa 22.400 persone che donano sangue all’Ospedale Maggiore e consentono di soddisfare le esigenze trasfusionali dei pazienti ricoverati in Policlinico e in altri 10 ospedali milanesi.

A distanza di 25 anni possiamo affermare che questa è stata la nostra fortuna: l’Associazione collabora pienamente alla realizzazione degli obiettivi del Centro trasfusionale mentre il Centro, e con esso l’intero Ospedale, non ha mai conosciuto i drammi della mancanza di sangue grazie alla disponibilità di propri donatori, ai quali peraltro offre una protezione sanitaria ed un counceling medico mettendo loro a disposizione numerosi ambulatori ai quali possono accedere in caso di necessità.

I fatti salienti dei primi 25 anni di attività sono raccolti nel primo capitolo di questo volume dedicato alla storia del nostro Centro, che s’intreccia con la storia dell’Ospedale ed è contraddistinta dai traguardi raggiunti nel campo della trasfusione e del trapianto di organi e tessuti in questo quarto di secolo.

Ma il cammino del Centro trasfusionale è ancora lungo: una delle realizzazioni più importanti degli anni Novanta è la banca di sangue placentare, la Milano Cord Blood Bank, che conta attualmente oltre 3.000 unità. I trapianti eseguiti fino ad oggi sono quasi un centinaio, effettuati soprattutto in pazienti pediatrici. La sfida è oggi quella di riuscire ad ottenere un prodotto che possa dare ottimi risultati anche nel caso di trapianto di pazienti adulti.

Perché ciò avvenga è necessario riuscire ad espandere le cellule staminali placentari al fine di ottenere un numero sufficiente a garantire l’attecchimento del trapianto nell’adulto.

Con questo obiettivo primario è stata realizzata la Cell Factory, una serie di laboratori di ricerca dedicati allo sviluppo di tutte quelle potenzialità nascoste che fanno del sangue placentare un prodotto unico ancora largamente sconosciuto. La Cell Factory è dedicata a Franco Calori. Lo stesso dr. Calori che ha steso lo statuto dell’Associazione ‘Amici del Policlinico-Donatori di Sangue’ è stato presidente per oltre 20 anni della Fondazione ‘Il Sangue’ sorta a sostegno della ricerca scientifica del Centro e che ha reso possibile, con un generoso lascito, la realizzazione della Cell Factory.

La sua onestà, la sua generosità e soprattutto la sua affettuosa amicizia rimarranno nel nostro cuore per sempre.

Girolamo Sirchia

Primario Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti

IRCCS Ospedale Maggiore di Milano

 

La storia del Centro Trasfusionale

1974

Nel mese di marzo ha ufficialmente inizio il servizio del Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti dell’Ospedale Maggiore Policlinico, istituito nel 1973 e affidato alla direzione del prof. Girolamo Sirchia, già responsabile del Centro di immunoematologia della Clinica Medica I dell’Università degli Studi di Milano.

Per assicurare una trasfusione di qualità, in ogni momento dell’anno, a tutti i pazienti dell’Ospedale, il prof. Sirchia costituisce l’Associazione Amici del Policlinico-Donatori di Sangue, Associazione interamente dedicata all’Ospedale, ed affida al dr. Franco Calori, suo carissimo amico, il compito di redigerne lo Statuto che nel Consiglio Direttivo dell’Associazione, accanto a volontari e collaboratori, prevede la presenza di personale dell’Ospedale Maggiore. Franco Calori sarà per molti anni presidente della Fondazione il Sangue (creata per sostenere la ricerca del Centro trasfusionaIe) cui destina alla morte, avvenuta il 1° aprile 1997, un ingente lascito. Il simbolo dell’Associazione, l’occhio di Ra (divinità egizia che simboleggia salute, benessere e fecondità), viene scelto da un altro amico del Centro trasfusionale, l’architetto Alberto Ferruzzi.

La creazione di un’Associazione dedicata all’Ospedale rivoluziona letteralmente il mondo della donazione e della trasfusione di sangue. Cosa succedeva a quei tempi? Secondo una recente rievocazione del prof. PierGiuseppe Sironi, storico, all’epoca anestesista in un grande ospedale milanese, esisteva solo un’attività pionieristica di donazione del sangue da parte di volontari che, convocati d’urgenza dalla suora del pronto soccorso, accorrevano in ospedale per effettuare quella che ancor oggi è ricordata come la ‘donazione diretta’: il sangue, prelevato al donatore con una grossa siringa, veniva immediatamente infuso al paziente. Sempre nel 1974 la Regione Lombardia, su iniziativa dell’assessore alla sanità Vittorio Rivolta, istituisce con legge il Centro Regionale di Riferimento per l’immunologia e l’organizzazione del trapianto, con sede presso il Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti dell’Ospedale Maggiore, e ne fissa il regolamento.

La squadra di partenza

Primario Girolamo Sirchia

Settore donatori Tipizzazione HLA Stefano Poli Francesco Mercuriali

Claudia Pizzi

Vittorio Rosso di San Secondo

Mario Scalamogna

Immunoematologia e trasfusione Anna Parravicini

Ematologia Alberto Zanella

Paolo Rebulla

Personale infermieristico Silvana Alberti

Allo sparuto manipolo iniziale si aggiungono, nel giro di pochi anni, altri medici, biologi, tecnici, infermieri che contribuiscono, pur in misura diversa, allo sviluppo del Centro. Alcuni presero ben presto altre strade; altri dedicarono al Centro trasfusionale molti dei loro anni o sono ancora in servizio. Ricordiamo fra questi: Adele Albani, Alina Aniasi, Giancarlo Baldazzi, Mina Garcea, Noemi Greppi, Santino Lanzone, Maurizio Marconi, Fernanda Morelati, Francesca Poli, Marino Porretti, Elisabetta Raspollini, Donatella Riccardi, Cosimo Santoro, Carla Silvani, Rosa Tarallo, Antonietta Villa, Francesco Zanuso.

Francesco Mercuriali, Mario Scalamogna, Franco Tedesco e Alberto Zanella hanno conseguito una posizione primariale di spicco.

1975

L’attività di laboratorio del Centro trasfusionale nel primo anno di vita si era svolta in un unico locale del vecchio Centro di Immunoematologia, ubicato nel sotterraneo del Padiglione Granelli.

Nel ’75 si dischiudono le porte di un più ampio sotterraneo del Granelli, diventato presto troppo piccolo, che ospiterà i laboratori e la direzione fino al 1990.

I prelievi dei donatori, già alcune centinaia, hanno luogo al secondo piano del Padiglione Lamarmora che era in realtà un vecchio albergo di via Lamarmora acquistato dall’Ospedale nei primi anni Settanta.

Il ‘75 rappresenta una tappa importante nel curriculum scientifico del Centro: per la prima volta al mondo l’avvelenamento da funghi viene trattato con una tecnica assai innovativa: il plasma exchange.

La stampa italiana dedica all’evento larghi spazi. Anche la prestigiosa rivista scientifica Transfusion pubblicherà nel 1976 l’articolo che riporta l’esperienza del Centro di Milano, prima al mondo in questo campo.

1976

Nel ‘76 hanno luogo le prime riunioni dell’Associazione ‘Amici del Policlinico-Donatori di Sangue’, nell’intento di reclutare sempre nuovi donatori. Le donazioni di sangue sono in continua crescita. È di quest’anno anche la costituzione del primo gruppo di volontari: persone che mettono a disposizione del Centro parte del loro tempo per convocare i donatori, accoglierli ed assisterli durante la loro permanenza al Centro.

Nel 1976 viene costituito il Nord Italia Transplant (NITp), l’organizzazione voluta dai professori Piero Confortini, Edmondo Malan e Girolamo Sirchia per gestire correttamente il trapianto (allora limitato al rene) nel Nord Italia. La segretaria del NITp si colloca presso il settore dei trapianti del Centro trasfusionale. La costituzione del NITp porta a un radicale cambiamento nell’assegnazione degli organi, fino ad allora affidata ai chirurghi trapiantatori. La collaborazione fra i diversi Centri interessati al trapianto avrà un impatto positivo non solo sui numeri ma anche sulla qualità del trapianto.

Il NITp riunisce attualmente i Centri di Prelievo, di Trapianto e i Centri di Tipizzazione che operano nelle regioni: Lombardia, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Veneto e provincia autonoma di Trento. Fra i principali compiti del NITp vi sono: la gestione delle liste d’attesa, la tipizzazione leucocitaria e le prove di compatibilità pre-trapianto, l’assegnazione degli organi, la raccolta e l’analisi dei dati del donatore e del paziente prima e dopo il trapianto.

1977

Il NITp comincia a raccogliere i frutti della collaborazione fra Lombardia e Veneto. Aumentano le liste d’attesa ma soprattutto aumentano le segnalazioni di possibili donatori di organi. Proprio per lo sviluppo impresso ai trapianti viene concesso l’Ambrogino d’oro al prof. Sirchia e al dr. Luigi Marangoni, direttore sanitario dell’Ospedale Maggiore, mentre al personale del settore trapianti viene data la medaglia d’oro di “Milano riconoscente”.

In campo trasfusionale, per trattare i bambini talassemici il Centro trasfusionale mette a punto una procedura di filtrazione utilizzando i primi filtri, disponibili solo in via sperimentale, in grado di trattenere i globuli bianchi, responsabili di gravi reazioni febbrili che compaiono durante e dopo la trasfusione soprattutto nei pazienti politrasfusi.

La prevenzione della reazione trasfusionale febbrile sarà per molti anni oggetto della nostra ricerca e toccherà livelli di eccellenza riconosciuti in ambito nazionale e internazionale.

A livello cittadino grande impressione suscita una sparatoria in Corso XXII Marzo di cui è vittima un vigile urbano che, ricoverato gravissimo in Policlinico, deve essere operato e trasfuso d’urgenza. Gruppo sanguigno: O negativo. In quest’occasione accorrono numerosi per la donazione di sangue i Vigili Urbani di Milano, mobilitati in gran numero dal Sig. Giuseppe Ragni, che sarà per anni il loro capogruppo.

1978

Il numero dei donatori di sangue aumenta sensibilmente.

Per fortuna la sede di Lamarmora viene ampliata: vengono attivati nuovi studi medici, raddoppia la sala salasso e viene aperto il bar dedicato ai donatori. Piccolo ma confortevole, diventerà il ritrovo preferito anche dei volontari del settore donatori che nel 1978 si arricchiscono della presenza del sig. Giovanni Della Rocca, prezioso collaboratore del Centro trasfusionale fino al 1998, anno della morte.

Sul fronte dei trapianti due eventi meritano d’essere ricordati: uno, positivo, riguarda la pubblicazione di uno studio effettuato dal NITp sull’effetto della trasfusione di sangue sul buon andamento dei trapianti.

Questa pubblicazione condizionerà per molti anni il trattamento dei pazienti in lista d’attesa per un trapianto di rene. Purtroppo un evento doloroso colpisce il mondo dei trapianti, la morte del prof. Edmondo Malan, insigne chirurgo di fama internazionale al quale in larga misura si deve lo sviluppo dei trapianti di rene al Policlinico, nel NITp e in tutt’Italia.

1979

A dirigere il settore donatori viene chiamato il dr. Luciano Tenconi, che molti ricorderanno per essere sempre stato disponibile a risolvere i piccoli e grandi problemi che un gruppo di donatori che ormai supera il migliaio. Non solo i donatori, ma anche i loro familiari si avvarranno per molti anni della sua professionalità, non disgiunta da una grande umanità. Il dr. Tenconi svolgerà questa delicata e importante funzione fino al 1993, anno della sua scomparsa.

In campo trasfusionale questo è un anno importante: il dr. Paolo Rebulla si trasferisce per un mese a Boston, negli Stati Uniti, per apprendere la tecnica del congelamento del sangue, utilizzata con successo dal prof. Robert Valeri. Sulle riviste scientifiche cominciano a comparire i primi lavori che documentano la possibilità di conservare il sangue allo stato di congelamento per 10 anni. Al suo ritorno il dr. Rebulla avvia il congelamento del sangue anche nel nostro Centro. Nonostante le promettenti prospettive del congelamento del sangue, la procedura laboriosa ed i costi elevati suggeriscono di riservarlo a casi particolari (conservazione di unità di fenotipo raro e autologhe) mentre continua senza sosta l’opera di reclutamento di nuovi donatori.

II dr. Francesco Mercuriali assume la posizione di Primario del Centro trasfusionale dell’Ospedale Gaetano Pini, presso il quale svilupperà negli anni successivi un efficace programma di autotrasfusione.

1980

Il reclutamento è attivo soprattutto fra i giovani, che rispondono con entusiasmo. Grazie anche all’interessamento del Lioness Club Milano al Cenacolo, inizia la campagna a favore della donazione di sangue nelle caserme milanesi. Giovani reclute, spesso scortati da gentili signore, vengono accompagnati regolarmente al Centro. Si distinguono in questa campagna i generali Riccardo Bisognero, Saverio Gala e Giovanni Brugnola: quest’ultimo continuerà a donare presso il nostro Centro per alcuni anni.

Il 1980 segna l’affermazione di un’altra procedura salvavita: la leucaferesi, ossia la donazione di soli globuli bianchi, effettuata con apposita apparecchiatura. Ha grande risalto la notizia, riportata anche dai quotidiani, di una bambina in aplasia midollare che ha potuto salvarsi grazie a questa procedura.

Nello stesso anno il Centro trasfusionale organizza a Milano il Congresso della Società Italiana Trapianti d’ Organo, di cui era presidente il prof.  Sirchia. Lo inaugura Sua Eminenza il Cardinale Carlo Maria Martini, appena insediato a Milano. I dati presentati al Congresso confermano che il trapianto di rene è definitivamente uscito dalla fase sperimentale per diventare una vera e propria terapia: l’unico limite al suo sviluppo è rappresentato dalla scarsità dei donatori di organi.

1981

E’ questo un anno drammatico per il Policlinico che da tempo conosce il tormento delle Brigate Rosse: incursioni in reparto, messaggi minatori, capi infermieri gambizzati; infine, il 17 febbraio, la tragedia dell’assassinio del direttore sanitario dr. Luigi Marangoni. La città è scossa dal messaggio delirante dei brigatisti. Il Centro dedica al dr. Luigi Marangoni, uomo mite e generoso, la sua autoemoteca.

Alla ferocia brigatista si contrappone la disponibilità coraggiosa di alcuni volontari che collaborano con il personale per accogliere i donatori, assisterli durante l’attesa e nel corso della donazione, convocarli telefonicamente per la donazione. Incuranti del pericolo e della tensione che aleggia nell’Ospedale frequentano il Centro trasfusionale con encomiabile assiduità. Il loro lavoro è ampiamente ripagato dall’afflusso di moltissimi donatori.

Nello stesso anno in centinaia rispondono all’appello di donare sangue per una giovane donna, caduta in montagna, il cui destino è legato alla macchina cuore-polmone (messa a punto dal prof. Luciano Gattinoni, direttore scientifico dell’Ospedale Maggiore) che richiede l’impiego in pochi giorni di oltre 300 unità di sangue. Grazie alla loro generosità la sua vita è salva.

In febbraio inizia ad operare il laboratorio di Biochimica dedicato ai donatori, affidato al dr. Fulvio Mozzi.

Risale al 1981 anche la costituzione di un gruppo di giovani studenti volontari che si prendono l’impegno di visitare ogni giorno i pazienti del Padiglione Granelli, spesso affetti da patologie neoplastiche che li costringono a lunghe degenze lontano dalla famiglia. Questa esperienza spingerà molti di loro ad iscriversi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Un nome per tutti: Barbara Nardi che dopo la laurea e la specialità diventerà responsabile dell’ambulatorio di cardiologia del settore donatori.

L’anno aperto così tragicamente si chiude con un importante riconoscimento per il Centro trasfusionale: Giorgio Torelli, brillante penna del quotidiano Il Giornale, dopo aver trascorso un’intera mattinata presso il settore donatori, dedica ai donatori e ai volontari del Centro un’appassionata pagina dal titolo significativo: ‘Nel nome degli altri’.

1982

Il Centro trasfusionale, pur profondamente segnato dai luttuosi avvenimenti dell’ultimo anno, riprende con slancio il reclutamento di nuovi donatori:  con orgoglio annoveriamo il prof. Alberto Dall’Ora, insigne avvocato e grande amico del Centro. Sarà donatore fino a che una grave malattia non ne causerà la morte.

Gli studi sui metodi per la preparazione di emazie impoverite di leucociti, messi a punto dal nostro Centro, fanno il giro del mondo e i lavori scientifici in questo campo vengono pubblicati su importanti riviste internazionali.

Il desiderio di far conoscere quello che succede in uno scantinato dell’Ospedale Maggiore non solo alla comunità scientifica ma anche all’uomo della strada, ai donatori e ai collaboratori che frequentano il Centro in grande numero e ci sostengono nelle nostre iniziative, ci spinge a dar vita a un foglio informativo dal titolo Notizie Brevi, realizzato e diretto dalla dr.ssa Anna Parravicini. Notizie Brevi, nato per segnalare a donatori e collaboratori la presenza del Centro trasfusionale alla Fiera di Milano, si propone di trattare in modo semplice ma scientificamente corretto temi di grande interesse per la vita di ogni giorno. Al suo 19° anno di vita, viene stampato in 30.000 copie ed è apprezzato, oltre che dai nostri donatori e collaboratori, da amministratori e sanitari impegnati nel campo della donazione e trasfusione di sangue.

1983

Sotto la presidenza del prof. Vittorio Staudacher anche il Policlinico pare riprendersi: si rafforza l’idea di ristrutturare l’Ospedale nell’attuale sede senza cedere alle pressioni di un suo trasferimento in periferia. Questo progetto, ripreso sotto la presidenza di Marco Vitale e approvato di recente da un accordo di programma Stato-Regione-Comune, vedrà la sua realizzazione, se saremo fortunati, nei primi anni del terzo millennio.

Il 22 maggio 1983 Sua Santità Giovanni Paolo II visita il Policlinico quasi ad infondere una nuova speranza agli operatori ed ai malati, ai quali rivolge la maggior attenzione. Il giardino antistante il Padiglione Granelli è gremito di una folla attenta e fiduciosa: il consiglio di amministrazione trae dalle parole del Papa lo stimolo a lavorare per il rilancio dell’Ospedale.

Anche nel Centro trasfusionale si respira aria di rinnovato impegno. In collaborazione con alcune scuole di Milano viene avviata una campagna di educazione alla donazione di sangue che coinvolge anche gli alunni delle elementari. Per presentare l’argomento in modo semplice ma corretto vengono preparate alcune pubblicazioni divulgative, fra cui spiccano: Storia di una goccia di sangue e Il mio amico sangue. Storia di una goccia di sangue verrà tradotta in greco e ne verrà curata la versione in braille.

1984

A sostegno del Centro trasfusionale si mobilitano alcuni amici: viene creata l’Associazione ‘Alfredo e Zelia Buticchi per il Sangue’ voluta da alcuni imprenditori e petrolieri (fra cui Albino Buticchi, Adolfo Vannucci e Renzo Noli) per supportare l’attività di ricerca di cui il Centro ha grande bisogno.

Il 19 aprile 1984 viene effettuato il primo trapianto di fegato ad opera dell’équipe dei professori Dinangelo Galmarini e Luigi Rainero Fassati, attuale responsabile del Centro per il Trapianto di Fegato e Polmone che ha al suo attivo oltre 500 trapianti. L’intervento, assai impegnativo anche sotto il profilo del trattamento trasfusionale (a quei tempi venivano trasfuse più di 100 unità di globuli rossi, circa 200 di plasma e un elevato numero di concentrati piastrinici) è possibile grazie alla disponibilità dei donatori periodici dell’Associazione e dei nuovi donatori, reclutati numerosi nelle scuole medie superiori e nelle Università.

Dato l’elevato numero di donatori che affluiscono al Centro, e per dare testimonianza di una realtà ormai consolidata nella vita della città, si decide di effettuare la riunione annuale dei donatori al Palalido di Milano. L’avvenimento riscuote l’interesse di migliaia di persone grazie anche alla presenza di personaggi famosi come Gianni Morandi e Franco Battiato. Durante la riunione al Palalido, il prof. Vittorio Staudacher, presidente dell’Ospedale, annuncia che il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di destinare al Centro una nuova, più consona sede: Palazzo Tondani, o meglio Palazzo Carcano, Mellerio, Tondani. È questo un edificio del Seicento, ampliato e completamente ristrutturato nell’ Ottocento, divenuto punto di riferimento per la borghesia milanese. Acquistato sotto la presidenza Bottari , viene ristrutturato durante la presidenza di Giancarlo Abelli con la collaborazione attenta dell’ing. Sante Tibaldi su progetto dell’arch. Carlo Baccalini.

Per garantire un trattamento trasfusionale di qualità agli oltre 5.000 talassemici italiani nasce il COOLEYCARE, un programma collaborativo a cui partecipano 69 Centri di cura della talassemia sparsi in tutta Italia. Il programma, attraverso un continuo monitoraggio dei dati, raccolti in occasione di ogni trasfusione dai singoli Centri di cura che partecipano al programma e inviati al Centro di Milano, si propone di mettere a punto i protocolli terapeutici e gli emocomponenti più efficaci nel prevenire le reazioni trasfusionali, migliorando così il trattamento di questi pazienti che devono essere sottoposti a trasfusione per tutta la vita.

Oggi, il COOLEYCARE è un poderoso strumento di rilievo epidemiologico, che ha consentito di dimostrare che il rischio di contrarre infezioni con la trasfusione di sangue nel nostro Paese è molto basso, analogamente a quanto stimato negli Stati Uniti e in altri Paesi ad economia avanzata.

1985

La paura dell’AIDS scuote il tranquillo mondo della trasfusione, e la possibilità di essere trasfusi con il proprio sangue (autotrasfusione) raccoglie ovunque ampi consensi. In febbraio, organizzato dal Centro trasfusionale, ha luogo in Policlinico un incontro pluridisciplinare sul predeposito di sangue per autotrasfusione negli interventi di chirurgia elettiva cui partecipano trasfusionisti, clinici, ricercatori e giuristi della città.

Sul fronte della donazione, grazie alla determinazione del Parroco, Monsignor Ettore Beretta, nasce presso la Parrocchia Santa Maria del Rosario la prima Sezione esterna del Centro trasfusionale. L’esempio verrà seguito da altre Parrocchie di Milano presso le quali vengono organizzate, sotto la direzione del dr. Francesco Zanuso, nuove Sezioni esterne.

Su sollecitazione del prof. Sirchia, preoccupato della situazione di degrado in cui versano i grandi ospedali metropolitani, sei eminenti clinici (Renato Boeri, Ferdinando Cornelio, Alessandro Pellegrini, Girolamo Sirchia, Umberto Veronesi, Carlo Zanussi) propongono in un “manifesto bianco” un piano d’interventi per ridare efficienza alle strutture sanitarie pubbliche.

A novembre, a Padova, viene effettuato con successo in Italia il primo trapianto di cuore ad opera dell’équipe del prof. Vincenzo Gallucci. Da questo momento il NITp si trova a coordinare questo nuovo tipo di trapianto nel nord Italia nel contesto di una strategia efficace messa a punto dalla Commissione Nazionale per la Cardiologia e Cardiochirurgia presieduta dal prof. Luigi Donato. Nel 1985 vengono anche istituiti i ‘gruppi di lavoro multidisciplinari’ per la messa a punto e la revisione dei protocolli operativi NITp: una svolta importante che consentirà di consolidare la posizione del NITp che in pochi anni raggiungerà i livelli qualitativi internazionali.

1986

Nel mese di gennaio viene istituito l’Osservatorio Epidemiologico delle malattie trasmissibili con il sangue per il monitoraggio dei pazienti trasfusi con il sangue dei nostri donatori. La finalità del programma è di rilevare, entro 6 mesi dalla trasfusione, l’eventuale sieroconversione dei pazienti, indice dell’infezione virale post-trasfusionale.

Sempre in campo trasfusionale suscita grande emozione il caso di Federica, una bambina africana gravemente anemica giudicata intrasfondibile perché immunizzata. Dopo giorni d’intenso lavoro il laboratorio d’immunoematologia, coordinato dalla dr. Fernanda Morelati, riesce a reperire una unità compatibile fra i donatori ‘di fenotipo raro’, ossia persone il cui assetto antigenico è presente nella popolazione ordinaria con una frequenza di 1:5.000. Le unità di sangue di questi donatori, congelate immediatamente dopo il prelievo, possono essere conservate per 10 anni. Attualmente la banca dei ‘fenotipi rari’ del nostro Centro conta circa 450 unità.

Nel 1986 iniziano le visite guidate al Centro per gli studenti delle scuole medie superiori. Il programma scuole, che rappresenta ancora oggi un valido strumento per diffondere la cultura della donazione di sangue e del trapianto fra i giovani, prevede che gli studenti delle scuole medie superiori, dopo un primo incontro effettuato presso la scuola a cura di esperti del Centro, vengano accompagnati per una visita al Centro. Per molti studenti questa visita rappresenta spesso l’occasione per la prima donazione di sangue.

Verso la fine dell’anno, (il 22 novembre 1986) viene effettuato il primo prelievo di sangue presso l’Istituto Gonzaga, una delle sezioni esterne più attive.

La riunione natalizia dei donatori dell’Associazione è allietata dalla presenza del coro ANA.

1987

Sull’onda dell’ampio consenso al Manifesto Bianco sulla Sanità italiana del 1985, e dopo la richiesta avanzata nel 1986 da 100 leaders della medicina di rivedere l’assetto dell’Ospedale pubblico al fine di ottenere autonomia gestionale, aumentando efficienza e produttività, il 1987 vede il Consiglio Sanitario Nazionale impegnato nell’esame del disegno di legge del ministro Donat Cattin per la modifica delle strutture del Servizio Sanitario Nazionale con la costituzione delle aziende ospedaliere.

Nel mese di maggio si effettua la prima raccolta di sangue presso la Parrocchia San Nicolao della Flue: la comunità guidata dal Parroco Don Guerino Dozzi partecipa con entusiasmo e generosità.

Sempre nel mese di maggio il Centro organizza un incontro sul tema “Prevenzione della trasmissione delle infezioni virali con la trasfusione” che offre l’occasione per presentare l’impianto ed i primi risultati dell’Osservatorio Epidemiologico, il programma istituito dal Centro trasfusionale per monitorare nel tempo i pazienti dell’Ospedale Maggiore sottoposti a trasfusione.

Un anticipo d’estate nel ‘Bal en Tête’ a favore del Centro, organizzato da un gruppo di signore milanesi.

Il 17 agosto un nostro donatore, il sig. Angelo Sesana, stabilisce il primato di 1 ora, 14 minuti e 41 secondi nella traversata dello Stretto di Messina in immersione con le bombole.

Durante la Riunione di Natale vengono eletti 3 nuovi membri del Comitato Direttivo dell’Associazione ‘Amici del Policlinico’: l’avv. Alberto Dall’Ora, l’avv. Cesare Rimini e il dr. Gianni Locatelli. Nello stesso incontro, Saverio Pallucca, un paziente trapiantato di cuore che ha partecipato alla maratona di New York, riceve l’applauso dei 5.000 presenti al Palalido mentre il quartetto ‘Mnogaja Leta’ augura loro molti anni felici a ritmo di jazz.

1988

In campo trasfusionale, raccogliendo le raccomandazioni della Commissione Nazionale per la lotta all’AIDS, viene emanato un Decreto del Ministro della Sanità (DMS 15 gennaio 1988, art. 2) che impone l’obbligo di effettuare la ricerca degli anticorpi anti-HIV su tutte le donazioni di sangue. In realtà presso il Centro lo screening era attivo dal 1985, ossia dal momento in cui si erano resi disponibili i primi test di screening.

L’assemblea del NITp, riunitasi in febbraio, chiede maggiori investimenti e migliore organizzazione per aumentare il numero di trapianti che colloca il nostro Paese, nonostante i soddisfacenti risultati dal punto di vista qualitativo, fra gli ultimi in Europa.

Il 10 aprile, trascinata dall’entusiasmo di tanti giovani dell’Istituto Gonzaga, un’altra Parrocchia di Milano, il Santissimo Redentore, va ad aggiungersi all’elenco delle Sezioni esterne dell’Associazione ‘Amici del Policlinico’. Il Parroco don Piero Denna soddisfatto invita giovani medici e studenti in medicina a collaborare con l’équipe del Policlinico.

Le aule di via Festa del Perdono ospitano nel mese di luglio 10.000 persone, per lo più chirurghi, per il 26° Congresso Mondiale dell’International College of Surgeons, organizzato dal prof. Walter Montorsi, direttore della Clinica Chirurgica III dell’Università degli Studi di Milano: al Centro trasfusionale viene affidata la sessione dedicata al buon uso del sangue in chirurgia e all’autotrasfusione.

Durante l’incontro di Natale, di fronte a un pubblico entusiasta, il tenore Giuseppe Di Stefano presenta un filmato tratto da un concerto giapponese. Il pezzo forte è rappresentato dal duetto Callas Di Stefano nell’Elisir d’amore di Donizetti, ultima rappresentazione dell’indimenticabile soprano.

1989

Alla fine di gennaio, presso il Circolo della Stampa di Milano, viene presentato un appello alle Istituzioni perché si attivino per risollevare i grandi ospedali metropolitani: promotori dell’iniziativa i sei clinici milanesi. La stampa dedica al tema ampio spazio.

Viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge n. 111 del 25 marzo che prevede la trasformazione degli ospedali in aziende senza peraltro precisare quali debbano essere gli strumenti giuridici a disposizione degli amministratori e i tempi e modi di realizzazione delle modifiche necessarie. Irrisolto anche il nodo della politica del personale.

La Comunità Europea approva il finanziamento del progetto collaborativo per il buon uso del sangue (SANGUIS, Safe and Good Use of Blood in Surgery) cui partecipano i massimi esperti europei di diversa estrazione medica, interessati alla materia trasfusionale, e ne affida il coordinamento al prof. Sirchia e la segreteria scientifica alla dr.ssa Anna Maria Giovanetti.

In aprile Giancarlo Abelli viene nominato alla presidenza dell’Ospedale Maggiore e già nelle prime dichiarazioni ufficiali conferma la decisione, già presa dalle precedenti amministrazioni, di allestire la nuova sede del Centro per il 1990 .

Inizia in via sperimentale, presso il Centro trasfusionale, lo screening per anticorpi anti-HCV nei donatori di sangue con metodo immunoenzimatico.

In novembre, tutto esaurito alla Sala Verdi del Conservatorio dove la Big Band Jazz Class mette in scena il musical ‘My Fair Lady’ a favore dell’Associazione ‘Amici del Policlinico’.

Durante la riunione natalizia i bambini della 4°B dell’Istituto Gonzaga mettono in scena al Palalido la ‘Storia di una goccia di sangue’, libera interpretazione della pubblicazione realizzata dal Centro trasfusionale.

1990

I primi mesi dell’anno sono caratterizzati da una frenetica attività in preparazione al trasloco nel palazzo Mellerio – Tondani, completamente ristrutturato, dotato di moderne attrezzature, interamente destinato al Centro. Anche i volontari non sono immuni da questa febbre collettiva: scatole e imballaggi inondano i seminterrati del Granelli, mentre il personale è impegnato nell’allestimento dei nuovi locali.

Dopo oltre 15 anni di attività nello scantinato del Padiglione Granelli, il Centro trasfusionale ha ora una nuova sede dedicata al dr. Luigi Marangoni, il direttore sanitario del Policlinico ucciso dalle Brigate Rosse.

Il 19 maggio l’inaugurazione del Padiglione Marangoni alla presenza dell’Arcivescovo di Milano, Sua Eminenza il Cardinale Carlo Maria Martini, del Ministro della Sanità on. Franco De Lorenzo, dell’ On. Mariapia Garavaglia e di altre autorità civili e militari, volontari e donatori.

Per l’occasione vengono preparati due libri “Trasfusione & Trapianto” e “Consigli BREVI”, distribuiti a tutte le persone che, sotto una pioggia scrosciante, presenziano numerose all’inaugurazione.

I recenti casi di infezione da HIV da trasfusione, occorsi anche in Italia, portano a riconsiderare i criteri di selezione dei donatori. Presso il nostro Centro viene introdotto un questionario realizzato in collaborazione con la Clinica Psichiatrica I dell’Università di Milano, affidato alla gestione dei medici, teso a raccogliere informazioni riservate sugli stili e le abitudini di vita dei donatori. Purtroppo l’anno del Centro trasfusionale, iniziato con grande entusiasmo in vista del trasferimento nella nuova sede, si chiude tragicamente: il 21 dicembre muore Giovanna Agnoletto, responsabile del Centro Elaborazione Dati, uccisa dalla mano di un folle.

1991

Nel mese di marzo l’équipe diretta dal prof. Giuseppe Pezzuoli, direttore della Clinica Chirurgica I dell’Ospedale Maggiore esegue il primo trapianto di polmone in un paziente di 49 anni. L’intervento, della durata di 7 ore, si conclude felicemente grazie anche alla disponibilità di sangue ed emocomponenti garantita dai nostri donatori.

Con la collaborazione di Federfarma il NITp lancia la DonorCard, un documento che raccoglie l’attestazione di volontà di tutti coloro che sono intenzionati a donare i loro organi dopo la morte. Sfortunatamente la scarsa attenzione rivolta all’ iniziativa da parte delle autorità non ne consentirà un adeguato sviluppo.

Decolla il laboratorio di biologia molecolare, diretto dalla dr. Francesca Poli, con l’obiettivo di effettuare l’analisi del DNA a livello dei geni responsabili dell’attecchimento del trapianto.

In campo trasfusionale, viene istituito il Comitato Trasfusionale Ospedaliero dell’Ospedale Maggiore il cui obiettivo prioritario è il monitoraggio e il miglioramento dell’uso del sangue ed emoderivati in clinica.

Del Comitato, presieduto dal direttore sanitario, fanno parte: il primario del Centro trasfusionale, il direttore del Servizio di Farmacia, i responsabili dei reparti che maggiormente utilizzano la trasfusione, rappresentanti dello staff infermieristico, dell’Amministrazione e del Centro Elaborazione Dati.

I donatori affluiti al Palalido per la riunione natalizia ricevono un dono esclusivo: la goccia di sangue disegnata da Jean Michel Folon per il Centro trasfusionale.

1992

Costituito formalmente nel novembre del 1991, comincia ad operare sulla scena internazionale, sotto la presidenza del prof. Sirchia, il gruppo BEST (acronimo di Biomedical Excellence for Safer Transfusion) costituito da 24 esperti internazionali di medicina trasfusionale che seguono con particolare attenzione le problematiche della preparazione degli emocomponenti. Catalizzatore del gruppo e responsabile dell’analisi dei dati e della revisione dei protocolli è il dr. Paolo Rebulla, che svolgerà questa funzione fino al 1998, prima come segretario e in seguito come presidente.

Il NITp, dopo l’annuale incontro tecnico-scientifico, segnala all’Autorità e ai mass media l’inadeguatezza del reperimento di organi nel nostro Paese e ne denuncia le maggiori lacune. All’inadeguatezza dei trapianti eseguiti in Italia s’aggiunge la decisione della Francia di non accettare gli stranieri nelle sue liste d’attesa per trapianto d’organi. La notizia solleva meraviglia e indignazione ma non riesce a scuotere il Governo che, pur avendo ricevuto ampia delega, non riesce ad approdare ad alcun efficace provvedimento. L’argomento viene affrontato da persone autorevoli come Padre Giacomo Perico, esperto di Bioetica e profondo conoscitore del tema dei trapianti, che sottolinea come “contro il timore e la diffidenza della gente sia necessaria un’informazione di qualità e una elevazione del senso di solidarietà umana”.

Gli alti costi e i problemi di sicurezza ci spingono ad abbandonare il Palalido per la riunione natalizia, che viene così interamente dedicata ai donatori premiati in una sede certo più piccola ma assai significativa per l’Ospedale Maggiore: l’Aula Magna del Padiglione Monteggia.

Il prof. Alberto Zanella, in servizio presso il Centro dal 1974, diventa primario della Divisione di Ematologia presso l’Ospedale Maggiore.

1993

Il Decreto legislativo n. 502 sulla Sanità, approvato dal Governo il 23 dicembre 1992, fa molto discutere. II Decreto, anche se positivo sotto molti aspetti, mostra contorni incerti. In particolare: rimanda a numerosi futuri provvedimenti legislativi, risente di centralismo burocratico, risulta lacunoso su temi di fondamentale importanza, come il controllo di qualità delle prestazioni erogate o la struttura delle aziende sanitarie, non affronta il problema del personale. Notizie Brevi riporta puntualmente il giudizio degli esperti.

In febbraio inizia l’attività della Milano Cord Blood Bank, la banca di sangue placentare del Centro trasfusionale.

Viene presentato a novembre, al Circolo della Stampa, il volume dal titolo “Un sistema di contabilità dei costi in un servizio sanitario pubblico. L’esperienza del Centro trasfusionale dell’Ospedale Maggiore di Milano”. La pubblicazione ripercorre il cammino che nell’arco di tre anni, sotto la guida dell’ing. Sante Tibaldi ha portato alla realizzazione di un sistema di contabilità analitica dei costi e costituisce una guida pratica per chi si accinge ad affrontare la problematica della contabilità nel settore della sanità pubblica.

Il Centro trasfusionale, che nel 1991 aveva avviato un programma di Qualità Totale, rafforza l’investimento nell’ambito della qualità del servizio e raccoglie i primi frutti. I risultati dimostrano un’ampia partecipazione del personale nei programmi di miglioramento e un forte impegno nel processo di revisione delle procedure e nell’individuazione di opportuni indicatori per il monitoraggio delle fasi critiche delle singole attività.

Il Centro è colpito da una dolorosa perdita: il dr. Luciano Tenconi muore il 20 novembre. Riferimento costante per donatori, volontari e per tutto il personale del Centro, il dr. Tenconi lascia un vuoto incolmabile nel cuore di tutti. “Un uomo grande nella sua modestia” lo definirà Mons. Ettore Beretta durante l’omelia tenuta durante il funerale. II suo ricordo ricorre più volte suscitando grande commozione nell’incontro di Natale, durante il quale per la prima volta un donatore, il sig. Giuseppe Ragni, viene premiato per aver raggiunto il traguardo delle 200 donazioni.

1994

A distanza di 12 anni dalle prime segnalazioni di AIDS da trasfusione, H.A. Perkins dell’Irwin Memorial Blood Centers di San Francisco, fa il punto sul problema della sicurezza della trasfusione e conclude che, pur non essendo a rischio zero, la trasfusione di sangue è più sicura che mai.

Nell’ambito dei trapianti si registra un’inversione di tendenza: aumenta il numero di trapianti eseguiti nelle regioni NITp. Fra le ragioni del cambiamento: il potenziamento delle rianimazioni, alcuni provvedimenti regionali, la motivazione dei rianimatori e, in ambito nazionale, l’approvazione della nuova legge n. 578 del 29 dicembre 1993 e successivo DMS n. 582 del 22 agosto 1994 sull’accertamento di morte.

Nel mese di luglio un bambino affetto da una grave forma di anemia riceve 100 mL di sangue placentare raccolto alla fine dell’anno precedente e congelato presso la Milano Cord Blood Bank. Questo sarà il primo di una serie di trapianti realizzati grazie alla disponibilità della banca di Milano e alla collaborazione di numerosi ospedali di raccolta.

A luglio cambiano i vertici dell’Ospedale Maggiore. II Ministro della Sanità nomina commissario dell’Ente il prof. Marco Vitale e gli affianca due vice-commissari: il dr. Andrea Mattiussi e il prof. Girolamo Sirchia.

La Commissione della Comunità Europea pubblica il volume ‘Safe and Good Use of Blood in Surgery (SANGUIS)’. Con la pubblicazione dei risultati finali si conclude, dopo 30 mesi di lavoro, il progetto di ricerca multicentrica diretto dal prof. Sirchia sull’uso del sangue in alcuni interventi di chirurgia elettiva eseguiti in 43 ospedali appartenenti a 10 differenti Paesi della Comunità europea. I risultati di SANGUIS saranno per molti anni il riferimento per quanti vorranno affrontare il problema dell’uso del sangue in Europa.

Il prof. Mario Scalamogna diventa primario del Servizio di Prelievo e Conservazione dei Tessuti, istituito presso l’Ospedale Maggiore di Milano.

1995

Nel mese di giugno il Commissario straordinario dell’Ospedale Maggiore presenta il piano di sistemazione dell’Ente che prevede fra l’altro la ristrutturazione del Pronto Soccorso e l’accorpamento dell’Ospedale Maggiore con gli Istituti Clinici di Perfezionamento. Nonostante l’introduzione in sanità di concetti innovativi quali competizione e finanziamento a prestazione, la mancanza di una vera autonomia imprenditoriale, unitamente a difficoltà di tipo burocratico e amministrativo, impedisce la piena attuazione del piano di sviluppo.

A due anni di distanza dalla prima raccolta di sangue placentare la Milano Cord Blood Bank entra nella fase operativa e chiude l’anno con 700 unità.

Dopo 3 anni di analisi, disegno e progettazione si realizza la cartella clinica informatizzata del donatore che consente la raccolta di informazioni amministrative, cliniche, di laboratorio relative alla donazione e alle caratteristiche dell’unità donata. La sua realizzazione è frutto di un lungo lavoro di medici e informatici del Centro, sotto la guida della dr. Carla Silvani e del dr. Walter Bergamaschi. La cartella è implementata su un database relazionale che consente una maggiore sicurezza mediante un controllo interattivo dell’idoneità alla donazione del donatore periodico sia al momento della registrazione, sia al momento della visita medica e della donazione.

Essa permette inoltre la preparazione di una lettera personalizzata contenente le informazioni relative alla visita medica, all’elettrocardiogramma e agli esami di laboratorio effettuati dal donatore nelle ultime tre visite.

Continua il trend positivo di crescita dei trapianti nelle regioni del NITp, mentre il laboratorio di immunologia dei trapianti, primo in Italia e secondo in Europa, riceve un ambito riconoscimento: l’accreditamento da parte dell’European Foundation for Immunogenetics.

Festeggiati al Monteggia i donatori che hanno effettuato 50 donazioni, seguendo un oroscopo giocato sul filo dell’ironia che cerca di predire i comportamenti dei premiati in base alle caratteristiche del segno zodiacale.

1996

Nel mese di febbraio inizia il programma di monitoraggio delle mamme che hanno acconsentito alla raccolta del sangue placentare presso gli ospedali che afferiscono alla Milano Cord Blood Bank. Il monitoraggio ha lo scopo di verificare i marcatori virali della mamma e lo stato di salute del neonato a sei mesi di distanza dal parto al fine di garantire la sicurezza del trapianto di cellule staminali placentari.

In campo trasfusionale, la rivista Transfusion Medicine pubblica un lavoro che riporta i risultati ottenuti in Policlinico grazie ad un nuovo sistema organizzativo, messo a punto dal Centro trasfusionale, basato sulla creazione dell’interlocutore di reparto, un medico che ha la prerogativa di prescrivere la trasfusione di sangue nei casi che non rivestono carattere d’urgenza. Il prescrittore può disporre di un programma computerizzato, una guida ragionata alla richiesta, sviluppato e gestito dal dr. Maurizio Marconi.

Nel mese di maggio viene istituito il Dipartimento di Medicina Trasfusionale ed Ematologia n.12 cui partecipano 11 Ospedali e Case di Cura del centro di Milano: il Centro trasfusionale è chiamato a svolgere la funzione di capofila. Questo delicato compito è affidato alla dr. Donatella Riccardi.

Il laboratorio di biologia molecolare, dopo aver acquisito un’ampia esperienza nello studio degli antigeni HLA e delle infezioni virali ed essersi occupato dei difetti strutturali del globulo rosso, si avventura nel campo della tipizzazione molecolare degli antigeni eritrocitari.

Un’indagine realizzata dal NITp sulla qualità della vita dopo il trapianto sottolinea le ottime condizioni fisiche dei trapiantati di cuore: l’80% dei pazienti svolge un’attività sportiva giudicata impegnativa mentre il 70% ha potuto riprendere il lavoro. Sempre in tema di trapianto viene riproposto al Senato il disegno di legge che considera donatori d’organo, senza interpellare la famiglia, tutte le persone decedute che in vita non abbiano registrato il loro rifiuto alla donazione. Si riaccende così nel Paese il dibattito sul tema del consenso presunto alla donazione di organi. Il NITp accetta il principio del “consenso presunto” ma ritiene comunque opportuno interpellare i familiari in quanto testimoni della eventuale opposizione espressa in vita dal loro congiunto. Il NITp è anche perplesso in merito all’impianto burocratico previsto dalla legge per la raccolta della volontà di opporsi al prelievo degli organi ed è contrario alla decisione di centralizzare presso l’Istituto Superiore di Sanità la gestione delle liste d’attesa e l’assegnazione degli organi.

Durante l’incontro di Natale vengono premiati i primi donatori-bambini: 8 piccoli donatori di sangue placentare, sotto l’occhio vigile e un po’ commosso delle loro mamme, ricevono un caloroso benvenuto nel Gruppo ‘Piccoli Amici del Policlinico’ (che raccoglie appunto i donatori di sangue placentare della Milano Cord Blood Bank) e un forte applauso da parte dei veterani dell’Associazione ‘Amici del Policlinico-Donatori di sangue’.

1997

Il 1997 rappresenta per i donatori del Centro trasfusionale l’anno della prevenzione. L’Associazione decide di offrire ai donatori che abbiano compiuto 50 anni la possibilità di partecipare al programma di prevenzione del tumore prostatico effettuando, in occasione della donazione, un semplice test di laboratorio basato sulla determinazione di un marcatore tumorale prostatico, il PSA (prostate Specific Antigen).

L’iniziativa viene accolta con entusiasmo dagli interessati, che vi aderiscono in grande numero. Per quanto riguarda le donatrici, viene deciso di acquisire innanzitutto informazioni in merito alla loro sensibilizzazione al problema e all’assiduità con cui si sottopongono ai test di screening per le malattie dell’apparato genitale e della mammella attraverso la compilazione di un questionario consegnato al momento della donazione. Alla fase conoscitiva seguirà una fase operativa che prevede di indirizzare e guidare le donatrici che ne abbiano necessità a programmi di screening in idonee strutture. Notizie Brevi appoggia la campagna di prevenzione pubblicando nell’inserto il Codice Europeo contro il cancro stilato dalla Comunità Europea.

Nel mese di luglio, dopo la verifica da parte di 4 ispettori, il Centro trasfusionale, primo in Italia, ottiene la certificazione ISO 9002 quale attestazione della qualità del servizio di donazione e trasfusione. Si chiude così un cammino durato anni che ha visto l’impegno di tutto il personale e in primis della direzione per perseguire questo ambito obiettivo.

L’incontro di Natale offre lo spunto per una piacevole rivisitazione dei dintorni di Milano da cui provengono molti dei donatori premiati.

1998

La Federazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche (creata presso il Centro trasfusionale nel 1984 e costituita attualmente da 97 società scientifiche con oltre 60.000 specialisti), dopo l’esperienza della terapia Di Bella mette in guardia gli Italiani dalla tentazione di avversare la medicina ufficiale dando fiducia a pratiche di non provata utilità.

Con la prefazione di Giorgio Cosmacini viene pubblicato il volumetto ‘Il Padiglione Marangoni. Dati e curiosità’ di PierGiuseppe Sironi, medico anestesista che dal 1991 collabora con il Centro dedicandosi al settore didattico. Con stile disinvolto l’autore svela i segreti, i ricordi, le bellezze di una tra le più prestigiose dimore di Milano: palazzo Carcano – Mellerio – Tondani.

Continua l’appello (a chi?!) per salvare gli ospedali italiani il cui livello di degrado è sotto gli occhi di tutti: la burocrazia ingessa i servizi mentre impianti e strutture necessitano di interventi urgenti. Per l’Ospedale Maggiore, il prof. Sirchia prospetta la possibilità di affidare la gestione a una Fondazione ‘non profit’ che preveda rappresentanti dello Stato, della Regione, del Comune, dell’Università accanto a Fondazioni bancarie e rappresentanti della società civile. La proposta raccoglie l’adesione entusiasta del Comune di Milano, ma anche scetticismo o vera opposizione da parte dei fautori del centralismo burocratico che stringe il Paese in una morsa fatale.

L’attività di trapianto nell’area NITp conferma la ripresa in atto grazie anche alla realizzazione di un algoritmo che garantisce trasparenza ed equità nell’assegnazione degli organi. Tale sviluppo rischia di essere frenato dall’approvazione di una legge, non condivisa dal NITp sia per l’impianto burocratico previsto per raccogliere la manifestazione di volontà sia per la centralizzazione delle liste d’attesa e dell’assegnazione degli organi, legge che anziché sviluppare il trapianto in tutta Italia comporterà lo spostamento di organi dalle Regioni più efficienti a quelle meno attive, senza aiutare queste ultime a migliorare.

1999

Il bilancio positivo delle donazioni, che hanno coperto il fabbisogno trasfusionale del Policlinico e di altri 11 ospedali milanesi, è stato possibile anche grazie al contributo delle Sezioni Esterne (Santa Maria del Rosario, San Nicolao della Flue, Sant’Angela Merici, SS. Redentore, Istituto Gonzaga), di gruppi di studenti e di nuovi gruppi aziendali, ai quali si sono aggiunti più recentemente i donatori dell’Omnitel.

È proseguito con successo il programma di prevenzione dei tumori femminili e del tumore della prostata, avviati negli anni precedenti.

Sul versante della sicurezza il Centro ha introdotto nell’Ospedale Maggiore un nuovo sistema di gestione della trasfusione che prevede, prima di ogni prelievo o trasfusione, un controllo fra il codice a barre del paziente e quello apposto sulle provette di sangue o sull’unità da trasfondere: in questo modo è possibile prevenire gli errori di identificazione che sono alla base di gran parte degli incidenti trasfusionali. Questo sistema, sperimentato con successo nel Policlinico, è ora all’attenzione della Regione Lombardia che intende estenderlo ad altri ospedali.

Nel corso del 1999 è stato avviato un nuovo programma per la trasfusione di piastrine atto a garantire una trasfusione efficace anche in quei pazienti che hanno prodotto anticorpi contro le piastrine di altri soggetti, come ad esempio i pazienti ‘refrattari’ alla trasfusione di piastrine (30-40% dei pazienti trasfusi) e i neonati (1 neonato ogni 1.000-5.000 nascite) quando vi è incompatibilità con la madre per i gruppi sanguigni delle piastrine. Le conseguenze di questa reazione immunologica possono essere gravi: essa infatti, comportando la distruzione delle piastrine che sono indispensabili per la coagulazione del sangue, è spesso causa di emorragia cerebrale, che può portare a morte il paziente o lasciare gravi lesioni permanenti nel neonato. I problemi legati al trattamento trasfusionale di questi malati sono principalmente due: la difficoltà di identificare un numero sufficiente di donatori compatibili e la necessità di eseguire il trattamento tempestivamente. Per abbreviare i tempi di questa fase critica, abbiamo allestito una banca di campioni di piastrine ed affidato ad un apparecchio automatico l’esecuzione dei test per l’identificazione dei donatori compatibili in tempi brevi.

Il nuovo servizio, offerto anche ad altre strutture ospedaliere della Regione Lombardia o di altre Regioni, ha riscosso un notevole interesse fra i clinici coinvolti nel trattamento di questi complessi pazienti.

La Milano Cord Blood Bank ha superato la soglia delle 3.000 unità di sangue placentare congelate. Al 31 dicembre la Banca ha al suo attivo 90 trapianti di cellule staminali da sangue placentare da donatore non imparentato, 45 dei quali effettuati in pazienti ricoverati in ospedali italiani e altrettanti in ospedali stranieri.

Per quanto riguarda il Nord Italia Transplant, è stato avviato un programma di formazione e di educazione dei rianimatori del NITp in prima linea nel rapporto con le famiglie. Il programma, denominato ‘Una decisione condivisa’, è finanziato dalla Regione Lombardia. Innanzitutto è stato creato un cofanetto informativo costituito da 2 cassette allegate a 2 manuali riguardanti le fasi tecniche del prelievo degli organi e la comunicazione con le famiglie dei donatori. Il programma ha visto nel 1999 la realizzazione di 6 seminari interattivi della durata di 2 giorni ciascuno in altrettanti ospedali del NITp. Nelle sedi ove i seminari sono stati svolti si è registrato un incremento dell’attività di prelievo del 20,5 % rispetto al 1998, contro una contrazione dell’attività dello 0,7 % nelle altre sedi. Sulla base di questi incoraggianti risultati è stato definito un calendario di 14 seminari per l’anno 2000.

L’anno appena trascorso ha visto anche l’inizio dei lavori per la realizzazione della ‘Cell Factory’, un nuovo laboratorio dove verranno trattate, con innovative biotecnologie, le cellule del sangue impiegate per trasfusione e trapianto.

2000

La Cell Factory ‘Franco Calori’ del Centro Trasfusionale e di Immunologia dei Trapianti dell’IRCCS Ospedale Maggiore di Milano inizia la sua attività il 1° aprile 2000.

La Cell Factory – letteralmente ‘fabbrica di cellule’ – è una sofisticata struttura di ricerca e di servizio comprensiva di alcuni laboratori e di due camere, dette di tipo BL3, nelle quali potranno essere coltivate ed espanse in vitro particolari cellule, selezionate dal sangue di donatori e pazienti, destinate al trattamento di diverse malattie, principalmente tumori ematologici (leucemia, linfoma, ecc.) e malattie geneticamente trasmesse.

Il primo protocollo che verrà attivato nelle nuove camere BL3 riguarda l’espansione del sangue placentare, un tipo particolare di sangue che viene raccolto dalla placenta al termine del parto per essere successivamente usato a scopo di trapianto. Il protocollo di espansione fa parte di un progetto cui alcuni ricercatori della banca di sangue placentare del Centro trasfusionale, la Milano Cord Blood Bank, lavorano dal 1995 in collaborazione con il Dr. Reinhard Henschler dell’Università di Friburgo e il Dr. Adrian Thrasher dell’University College di Londra. Scopo del progetto è aumentare il numero di cellule staminali emopoietiche – le cellule da cui originano tutte le cellule del sangue presenti nel sangue placentare. Infatti, l’impiego del sangue placentare a scopo di trapianto è oggi limitato principalmente ai pazienti pediatrici, dato che il numero di cellule disponibili è spesso insufficiente per i pazienti adulti.

Il protocollo di espansione, messo a punto da alcuni ricercatori della Milano Cord Blood Bank, è già stato impiegato con successo nel modello murino NOD/SCID, che rappresenta attualmente il modello di riferimento per la valutazione pre-clinica di diverse forme di manipolazione cellulare eseguite a scopo di trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Sulla base dei buoni risultati pre-clinici finora ottenuti, si è costituito un gruppo di lavoro per l’impiego clinico delle cellule espanse. Il gruppo di lavoro, di cui fanno parte ricercatori e clinici della Milano Cord Blood Bank, dell’Università di Pavia e dell’Università di Torino, ha prodotto un protocollo per l’impiego clinico delle cellule staminali placentari espanse che ha già ottenuto l’approvazione del Comitato Etico del Policlinico San Matteo dell’Università di Pavia. Il protocollo è attualmente sottoposto all’approvazione del Ministero della Sanità.

La Cell Factory del Centro trasfusionale, prima installazione ospedaliera in Italia dedicata all’espansione del sangue placentare, è stata realizzata con il supporto dei servizi tecnici e amministrativi dell’Ospedale Maggiore, grazie a un generoso lascito di Franco Calori alla Fondazione Il Sangue, che sostiene la ricerca del Centro trasfusionale fin dalla sua creazione, e a capitali privati messi a disposizione dalla Fondazione Cariplo di Milano e dalla Banca Nazionale delle Comunicazioni di Roma.

One thought on “Centro Trasfusionale e Immunologia dei Trapianti

  1. Professor Sirchia la ringrazio molto ancora oggi, di avermi dato la possibilità di partecipare al progetto di cartella clinica informatizzata per i donatori di sangue, che nell’ormai lontano 1995 vide la luce anche per il mio contributo e di tutte le persone che lei ha ricordato. E’ stata un’esperienza bellissima, faticosa, ma anche unica e di grande soddisfazione che senza il suo impegno ed io suo spirito manageriale non credo sarebbe stato possibile portare a termine. Angelo GARDIN

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...