Il pensiero dell’onorevole Giuliano Amato

Sull’allegato Sette del Corriere della Sera del 16 novembre 2012, l’onorevole Giuliano Amato ci ha illustrato chiaramente quello che i politici di mestiere ritengono sia giusto. Egli ritiene equo che persista il vitalizio alla fine del mandato politico perché sostiene “Se un politico cessa i suoi mandati a 40 anni, di che vive fino ai 65 anni, ossia all’inizio dell’età della pensione per tutti gli Italiani?”. E’ logico: se un politico non ha mestiere se non quello della politica è quest’ultima che deve pensare al suo mantenimento, o meglio è la collettività che paga le tasse. Ergo bisogna eliminare la professione del politico. Chi vuol fare politica lasci temporaneamente il suo lavoro abituale per poi tornarvi appena terminano i suoi due mandati o incarichi di nomina politica che non devono essere rinnovabili. Dice Amato “Ho una pensione elevata, ma ciò è giusto. A parte il fatto che devolvo 9000 euro al mese per beneficenza, i rimanenti 22mila sono lordi e quindi mi avanza poco più della metà. D’altra parte –ci dice – se mi hanno riconosciuto alte retribuzioni e alte pensioni una ragione ci sarà: evidentemente valgo molto. E questo spiega anche perché mi hanno chiamato a ricoprire numerosi incarichi (in gran parte retribuiti a parte), con annessi diritti a svariati privilegi.”.
Dobbiamo essere grati al professor Amato perché ci ha chiarito qual è il pensiero dei nostri politici di professione e perché l’equità è per loro un valore relativo. E’ giusto che un terzo dei pensionati italiani percepisca una pensione inferiore ai 1000 euro mensili e che alcuni privilegiati raggiungano invece i 50.000 euro al mese. E’ giusto che il vitalizio scatti non appena il parlamentare o il consigliere lasci il consesso politico ove è stato anche per pochi anni: anche se assume un altro incarico e anche se ha 40 anni anziché 65 come gli altri pensionati. Ed è giusto anche che per mantenere tutte queste spese si imponga ora una patrimoniale (o meglio una seconda patrimoniale perché la prima c’è già). Tutto questo è giusto perché il politico italiano si ritiene superiore e diverso da tutti gli altri cittadini. Grazie onorevole Amato di questa provocatoria intervista rilasciata senza vergogna. Questa è la ragione per cui non vi vogliamo più.
Anche questa è Italia da cambiare.

Roma, 18 novembre 2012

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