La nuova sanità regionale

(messaggio ai candidati delle elezioni regionali)

Alla luce della situazione economica e politica attuale, e della sfiducia e rancore della popolazione verso le Istituzioni politiche, io credo che chi si propone alle elezioni debba chiedersi se non sia ora di cambiare paradigma e di impegnarsi non in varie promesse, ma in alcuni aspetti etici prima che tecnici. Per la sanità regionale:

  1. ridurre l’invadenza della politica nella sanità;
  2. centrare la sanità sul paziente e non sul potere politico;
  3. basare la gestione su principi etici, sulla trasparenza, sulla pubblicazione di tutti i dati, sul controllo di parte terza (D.Lgs. 231/2001);
  4. usare l’accreditamento per finalità tecniche e non politiche o d’affari.

Per la parte tecnica raccomanderei:

  1. un Comitato tecnico-scientifico permanente ed indipendente che possa conoscere l’esistente in Italia e all’estero, proporre miglioramenti continui a piccoli passi, sperimentarli, valutarli, farli ben comprendere a tutti gli operatori e al pubblico prima di implementarli su larga scala, impostare e guidare la ricerca sanitaria per definire i modi migliori di organizzare e gestire i servizi sanitari;
  2. avviare e sostenere la misura di quantità, qualità e costo dei servizi erogati dai vari providers e ammettere al finanziamento regionale solo quelli migliori nella misura minima sufficiente a soddisfare i reali bisogni sanitari dei cittadini (ottimizzazione dei servizi); sappiamo che debbono essere evitati sia la carenza che l’eccesso di prestazioni (giacchè in sanità l’offerta genera domanda);
  3. misurare i PROMS (Patient-Related Outcomes Measures), inclusi i reclami, applicando le misure correttive conseguenti;
  4. valorizzare e motivare il personale sanitario con tutti i mezzi possibili (Continuous Professional Development, ricerca, didattica, condivisione delle scelte, delega di poteri, incentivi di merito e monetari, internazionalizzazione tramite scambi e collaborazioni, ecc.);
  5. ripensare la medicina territoriale, e in particolare valorizzarla, integrarla con l’Ospedale specie per la cura della cronicità e il post dimissione. Coinvolgere il Medico Generalista nella ricerca, nell’insegnamento, nell’aggiornamento insieme all’ospedaliero;
  6. trasformare la ASL in un insieme di reti integrate a variabile intensità di cura, che possano anche competere tra loro per valore delle cure. Gerarchizzare gli Ospedali in Ospedali di riferimento ad alta intensità di cura e Ospedali locali ad intensità di cura medio-bassa;
  7. tenere sotto continuo controllo ogni settore della sanità, anche con ispettori ben preparati, e allontanare i trasgressori;
  8. investire nella salute pubblica e nella educazione sanitaria con risorse e strumenti adeguati (marketing sociale), inclusa la promozione di stili di vita salutare.

Girolamo Sirchia

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