La storia ufficiale italiana post-bellica è ricca di retorica e di slogan propagandistici, ma poco storica. Faccio solo alcuni esempi:
1) “La Repubblica italiana è nata dalla resistenza”. La Repubblica è nata dalla sconfitta dei nazi-fascisti ad opera degli Alleati, che ha consentito agli Italiani di istituire un Governo provvisorio anti-fascista e di effettuare un Referendum per porre fine alla dinastia sabauda e alla serie di errori da essa effettuati.
2) “Gli Alleati hanno liberato l’Italia”. Gli Alleati hanno aperto nel 1943 un fronte meridionale in Italia per alleggerire la pressione sul fronte occidentale e su quello orientale che trovavano non poche difficoltà ad avanzare verso la Germania. Ne sono prove non solo le ripetute istanze di Stalin, ma anche il lungo tempo che gli Anglo-Americani hanno impiegato a risalire l’Italia, nonché la diffidenza e la scarsa considerazione che essi hanno manifestato verso gli Italiani. Il fronte italiano è servito a tener impegnati i Tedeschi su un fronte meridionale che li costringeva ad impegnare risorse aggiuntive. L’Italia è stata devastata dagli Anglo-Americani con bombardamenti a tappeto sulle nostre città e l’Italia interessava come nazione strategica in funzione anti-sovietica e nazione a controllo alleato.
3) “La dittatura fascista e quella nazista sono state dittature della Destra, mentre il comunismo è stato un Governo autoritario della Sinistra”. Le due forme invece sono comparabili, ma la damnatio memoriae si applica alla prima ma non alla seconda.
Tutte e tre le dittature hanno una natura socialista e hanno generato esecuzioni e morti in misura sovrapponibile, se non addirittura superiori nell’URSS e nei Paesi satelliti.
4) “La nostra Costituzione è tra le più belle del mondo”. La nostra Costituzione ha rappresentato un compromesso tra i comunisti (che vagheggiavano uno Stato simile a quello sovietico) e i Liberali che con altre forze moderate e con i Cattolici si ispiravano ad uno Stato democratico. Il compromesso è riuscito solo in parte e le zone grigie sono molteplici, tanto da ispirare il giudice costituzionale Luigi Mazzella a intitolare un suo libro come “Debole di costituzione”: Dato che gli interessi contrapposti degli schieramenti politici non trovavano soluzione, e dato che le loro contrapposte posizioni ideologiche non erano e non sono conciliabili, i costituenti hanno disegnato uno Stato che si preoccupava di distribuire il potere e di smontare quello fascista, senza preoccuparsi delle conseguenze di alcune scelte pasticciate. Alcuni premevano per una Repubblica Federale (e tra questi don Sturzo che non faceva parte della Costituente, ma la influenzava pesantemente), altri non erano convinti di questa scelta. Si giunse così ad una specie di decentramento non solo amministrativo, ma anche politico, per tre ambiti soltanto: assistenza sanitaria, scuola e polizia locale. Sono così nate in Italia le Regioni, senza che vi fosse ragione storica per questa decisione: le Regioni hanno poi forzato la mano nei confronti di uno Stato Centrale indebolito da continui attacchi ideologici e tagli di risorse e oggi giacciono di fronte alla Corte Costituzionale diverse centinaia di ricorsi generati da un continuo contenzioso, che vergognosamente è continuato anche quando l’epidemia di Covid-19 ha messo a serio rischio la salute pubblica. Siamo così giunti da una lato alla paralisi di alcuni settori, al disordine anarcoide di altri, a iniquità e diversità intollerabili che mettono a rischio l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e generano sperequazioni gravi. La politica senza scrupoli e senza visioni ha fatto il resto portando oggi la sanità italiana, le Forze dell’Ordine e la scuola ad un livello così basso da richiedere una riforma urgente. Ricordiamoci quale pericolo abbiamo corso e quante sofferenze abbiamo generato a causa di un Governo incapace di organizzare e gestire una campagna vaccinale e, ancor prima, un piano di risposta al rischio epidemico, con oscuri episodi di poca chiarezza.
Voglio anche ricordare che la sovranità del popolo è in continuo declino: il popolo è stretto tra un sistema elettorale proporzionale (che consente compromessi indecorosi tra i tanti partiti e partitini) e Referendum che possono essere solo abrogativi e consultivi e devono essere ammissibili in base al giudizio della Corte Costituzionale, e molto difficilmente riescono a cambiare le cose. L’Italia è di fatto bloccata e sono molti coloro che oggi hanno capito che il voto dei cittadini alle elezioni politiche riesce a spostare ben poco le cose e le infinite magagne del nostro Paese, sempre più preda di consorterie e di interessi di varia natura, ma tutti lontani dal bene comune, dalla giustizia e dall’equità socio-economica.