La Medicina Territoriale: urgenza italiana

In Italia è prioritario un rafforzamento della sanità territoriale, intesa come potenziamento dei medici di base, compresi quelli che operano nel proprio studio, singoli o associati. Questi medici, tuttavia, devono essere aggiornati sistematicamente e legati organizzativamente alla cosiddetta Casa della Salute (o Community Clinics) da cui dipendono e che può essere collocata in un POT (Presidio Ospedaliero Territoriale) e in un Walk-in-Centre, che in tempo di Covid non deve però accogliere sospetti infettati.
La Casa della Salute ha due principali compiti:
1) fungere da centro sempre aperto (senza prenotazione) per le patologie urgenti (non emergenza!!) per diagnosi e terapia, a disposizione dei cittadini, ma anche dei medici di base (come consulto o second opinion)]
2) VMD (Valutazione Multi Dimensionale) per cronici, con social prescribing e piano individuale di assistenza attuato da link-workers, ma prescritto dal medico.
Questa formula è in sperimentazione in Gran Bretagna e discende dal fatto che molti dei problemi dei pazienti cronici non si risolvono con farmaci ed esami, ma con un approfondito colloquio medico-paziente e con adeguati servizi sociali di comunità, che il medico deve conoscere e che deve poter prescrivere agli assistenti sociali operativi alle sue dipendenze. Si tratta di assicurare un housing ai senzatetto anche con strutture precarie, una igiene alimentare, la cessazione del fumo, la perdita del peso, ecc. Ovviamente tutto il territorio (sia istituzionale che volontario) deve partecipare a risolvere questi non facili problemi, ma il territorio può crescere solo se inserito a pieno titolo in una organizzazione adeguata. Importante infine che nel piano assistenziale afferiscano anche altre strutture intermedie, come RSA, Centri di Riabilitazione, Centri diurni, ecc., nonché l’ADI.
Per quanto riguarda il rapporto di lavoro dei medici di base, io credo che si debba offrire a coloro che operano da soli nel loro studio la possibilità di rimanere convenzionati, mentre per coloro che operano nelle strutture territoriali complesse sia necessario prevedere un rapporto di dipendenza e una carriera con molteplici posizioni funzionali analoghe a quelle dei medici ospedalieri e con queste intercambiabili, cosicchè sia anche possibile una migliore integrazione e mobilità tra Ospedale e territorio. Anche la medicina territoriale, infine, dovrebbe poter adire a posizioni accademiche.

  1. Per l’walking centre cfr. girolamosirchia.org
  2. Per social prescribing cfr. Roland M et al. Social prescribing-transforming the relationship between physicians and their patients. New Engl J Med 383, 97-99, 2020.
  3. NHS England. Social prescribing and community-based support: summary guide. Giugno 2020 (www.engand.nhs.uk)
  4. Moffatt S et al. Link worker social prescribing to improve health and well-being for people with long-term conditions: qualitative study of service user perceptions. BMJ open 2017;7:e015203.

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