La dipendenza che si stabilisce nei giovani verso la sigaretta elettronica è stata definita dai CDC (Centers for Disease Control) USA “un’epidemia” e dall’American Heart Association una tragedia per la salute pubblica (cfr J Abbasi. The American Heart Association takes on Vaping. JAMA 323, 205-206, 2020). L’uso della sigaretta elettronica e in particolare della cosiddetta JUUL (una cartuccia che contiene sali di nicotina, acido benzoico e altri componenti organici), che viene pesantemente propagandata dal produttore, malgrado sia vietata ai giovani, riguarda in USA il 28% dei liceali e l’11% dei più giovani. Aspirando il fumo generato da questo dispositivo, la nicotina e le altre sostanze entrano rapidamente in circolo e stimolano la produzione di dopamina, generando in breve tempo una forte dipendenza, tanto più forte quanto più giovane è l’utilizzatore. La quantità di nicotina di una cartuccia è pari a quella contenuta in un pacchetto di sigarette e la miscela contiene anche sostanze tossiche, specie per l’apparato cardiovascolare e respiratorio e per la coagulazione del sangue. Tutti i medici, quindi, hanno il dovere di attivarsi per bloccare le azioni di “Big Tobacco” ora divenuto anche “Big Vape” nei confronti dei giovani e delle donne gravide, denunciando le loro bugie (affermano che il loro prodotto è totalmente sicuro!): sviluppare una dipendenza non è cosa da poco. Da notare inoltre che in USA dall’estate 2019 ad ora sono stati ricoverati per problemi polmonari legati all’uso di sigarette elettroniche 2500 persone e di queste 55 sono morte (BMJ 2020;368:m32).
Queste erano le sue dichiarazioni del 2013:
“(AGI) – Roma, 26 lug.2013 – Sulla sigaretta elettronica “ci sono troppi pregiudizi sbagliati”, e’ “assurdo tassarla o trasformarla in farmaco”. E’ il parere di Girolamo Sirchia, ex ministro della Salute e “padre” della legge antifumo, secondo cui “contro le sigarette elettroniche, che fanno infinitamente meno male di quelle tradizionali, si sono scatenati gli attacchi delle lobby. Certo – spiega all’AGI – devono rispondere a dei requisiti, non possono essere prodotte da un cinese in un sottoscala, ma affossarle vuol dire solo favorire le sigarette normali. Purtroppo scontano l’enorme disparita’ che c’e’ tra chi ha il potere e chi non ce l’ha, la salute pubblica e’ vittima delle lobby”. (AGI) .
Nel suo post di oggi c’è solo un misto di disinformazione e mistificazione. La conclusione potrebbe essere che anche lei, come molti altri informatori e giornalai, ha preso soldi da chi si sente minacciato economicamente dalla sigaretta elettronica.
Se non ritratterà queste sue insulse, false e tendenziose dichiarazioni mi vedrò costretto a denunciarla per tentata strage, come chiunque diffonda fake news sulla sigaretta elettronica.
Cordialmente, Vito Civello