L’OMS ha stimato che vi siano stati quasi 10 milioni di nuovi casi di Tbc nel 2014 nel mondo.
Negli USA sono stati registrati 9.563 casi nel 2015 pari a 3 casi per 100.000, in gran parte immigrati o persone di colore nate in USA, con 555 morti.
In parte dei casi l’infezione è latente, ma in parte di questi progredisce verso la malattia conclamata; ciò, tuttavia, non è prevedibile. Da qui la necessità di mettere in atto programmi di screening per identificare questi casi latenti, che in USA si stimano essere 12,4 milioni, per il 73% immigrati, che sono a più elevato rischio. Per questo motivo gli USA raccomandano questo screening nelle persone ad alto rischio (doi:10.1001/jama.2016.11046) oltre a quelli ad altissimo rischio (conviventi con soggetti HIV o Tbc positivi, immunodepressi, ecc), e precisamente immigrati, drogati, carcerati, senza fissa dimora e altri soggetti in stato di povertà, personale sanitario. Lo screening non deve essere eseguito nei soggetti a basso rischio di Tbc a causa dei suoi risultati falsi-positivi. Nei soggetti ad alto e altissimo rischio che risultano positivi va eseguito un trattamento con isoniazide più rifampicina o rifapentina sotto controllo medico, se possibile. Purtroppo la definizione dei soggetti ad alto rischio e la loro compliance al trattamento restano però un problema, e anche i testi di screening (oggi costituiti da test alla tubercolina e interferon-gamma release assays) devono essere migliorati, anche per meglio identificare i soggetti a rischio di progressione dell’infezione latente. Infine una significativa parte delle odierne Tbc risulta resistente al trattamento e costituisce un serio pericolo per la collettività.
(Blumberg HM, Ernst JD. The challenge of latent TB infection. JAMA 316, 931-33, 2016)