Il più grande problema oggi è forse quello del medico (e del pediatra) curante come era inteso una volta. Questo non c’è più. Il generalista ha difficoltà ad effettuare visite domiciliari, fa orari di studio limitati, non ha incentivi per conoscerti e seguirti, ma anche l’internista privato non c’è più: creando ostacoli normativi assurdi alla libera professione del medico, anche chi vuol pagare privatamente non trova più un internista che lo curi con continuità. Numerosi anziani anche abbienti sono oggi costretti ad andare in Pronto Soccorso se hanno un problema che si potrebbe a volte risolvere al telefono. Il problema sarebbe facilmente risolvibile se:
⒜ i medici potessero esercitare la libera professione senza inutili vincoli, una volta esaurito il loro debito orario da dipendente (come si fece nel 2004)
⒝ si attivassero le Case della Salute o i Walk-in Centres anche privati che assicurassero il coordinamento dei pazienti con Case Manager.
Questo non significa che la medicina territoriale pubblica debba essere sminuita. Anzi, essa va potenziata offrendo ai Medici di Medicina Generale la possibilità di un maggior guadagno a fronte di maggiori prestazioni, su base volontaria e anche in libera professione (ad esempio le visite domiciliari) e di migliore aggiornamento professionale.
Un atteggiamento più liberale verso i medici (che regole insensate hanno trasformato da professionisti in impiegati pubblici) sarebbe un rimedio a molti disservizi e scontenti del Servizio Sanitario Nazionale.