La marijuana seguirà l’esempio del tabacco?

La marijuana, come il tabacco, è una droga che nuoce alla salute. Essa è meno nociva del tabacco, ma con la crescente legalizzazione e apertura di vendita al pubblico i produttori stanno prendendo spunto dal business del tabacco per creare nel mondo un’altra sorgente di profitto. Essi infatti hanno raddoppiato nel tempo la concentrazione di tetraidrocannabinolo (THC) che è la sostanza che provoca euforia, hanno finalizzato i loro sforzi ai soggetti più vulnerabili (ragazzi e donne), stanno creando lobby tese a difendere il loro business e a creare modelli sociali di libertà e sex-appeal, sottacendo i danni che l’uso continuato della marijuana provoca (incidenti stradali, suicidi, tumori dell’albero respiratorio e del cervello, disturbi cardiovascolari, malattie mentali, deficit cognitivi), creando alleanze con i produttori di sigarette elettroniche, valorizzando gli effetti positivi della marijuana in medicina (riduzione della nausea da chemioterapia dei tumori, miglioramento della waisting syndrome dell’AIDS, effetto analgesico e spasmolitico) e sostenendone anche gli usi di non provata efficacia (ad esempio l’effetto ansiolitico, mai dimostrato). Le loro attività sono favorite dal fatto che, contrariamente al tabacco, il mercato non è assoggettato a regole e quindi tutto è più facile.

Un nuovo pericolo per la salute pubblica si affaccia quindi all’orizzonte.

(Richter KP, Levy S. Big Marijuana – Lessons from Big Tobacco. N Engl J Med 371, 399-401, 2014)

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