(F. De Santis. Storia della letteratura italiana: Machiavelli)
L’italia è senza tempra, tutta velleità e niente disciplina, e per questo non seria e ridicola. Non ha forza, serietà di scopi e di mezzi. Vi è però intelligenza, superiorità intellettuale rispetto agli altri popoli. Agli Italiani piace più ridere degli altri che di se stessi. Non manca nemmeno il coraggio, ma non vi è la forza morale. Ciò provoca corruzione, mancanza di patriottismo e di disciplina. Ecco perché Machiavelli dice che “chi nasce in Italia o Grecia….ha ragione di biasimare i tempi suoi”. Italia corrotta e disordinata perché intelligente e fantasiosa, ma senza tempra, cioè senza serietà di scopi e di mezzi. Il fine dell’uomo è il lavoro, il fare e il maggior nemico della civiltà è la rendita e l’ozio.
Per riordinare uno Stato come l’Italia ci vuole un uomo solo; a governarlo poi l’opera di tutti. Come i Romani hanno dimostrato, oggi serve un dittatore illuminato (amato dal Cielo), il veltro. Oggi molti Italiani criticano chi ci governa e vorrebbero cambiare; ma c’è poca fibra, così poca che non c’è nemmeno il minimo tentativo di redenzione e insurrezione.
“Sono spiriti fiacchi e deboli quelli che stimano le cose come le paiono e non come le sono , a quel modo che fa la plebe”. Il vizio di questo è l’incoerenza, la paura, l’oscillazione. Machiavelli ci dice che la serietà della vita si concreta nello strumento (il lavoro), nell’obiettivo (la patria), nel vincolo morale (la nazione), nel fattore (il pensiero e lo spirito immortale), nel suo organismo (lo Stato) autonomo e indipendente, nella disciplina e nell’equilibrio degli interessi. Tutto ciò è la virtù (o carattere): agere et pati fortia.
L’immaginazione, il sentimento, l’astrazione sono perniciosi sia alla vita che alla scienza (F. De Santis. Storia della letteratura italiana: Machiavelli). Questo è il vero machiavellismo, non le fruste affermazioni come “il fine giustifica i mezzi” o altre banalità.
Il suo Stato ha tutti i diritti: il credo è “tutto per lo Stato e nello Stato”. E’ un credo ripreso dal Fascismo.