Se si volesse veramente imprimere alla Nazione un sostanziale cambiamento, dovremmo innanzi tutto prendere atto onestamente che alcune cose in Italia non hanno funzionato. Tra queste:
– la democrazia rappresentative si è prestata ad eccessi che andrebbero corretti: la politica, il Sindacato, ecc. hanno dimostrato eccesso di delega. La situazione necessita di correttivi e meccanismi di compenso;
– la politica ha spesso dimostrato di essere incapace e avida di privilegi. E’ il mestiere del politico che va eliminato, e con esso tutte le posizioni assegnate per nomina politica;
– il cittadino non è rispettato come dovrebbe dalla Pubblica Amministrazione, che ha acquisito inoltre una dimensione, un potere e una complessità eccessivi.
Pertanto se volessimo cambiare davvero, dovremmo fra l’altro avere il coraggio e la determinazione di operare le seguenti riforme:
– tagliare le spese pubbliche improduttive prima di imporre altre tasse
– mettere persone di provata capacità nelle posizioni di comando della cosa pubblica (Sindaco: perché non si fa un bando per scegliere bravi gestori invece di ricorrere alla politica?). Tutte le figure negli Esecutivi non devono essere politici, ma esperti (non solo tecnici, ma tecnici esperti)
– gli Esecutivi (Sindaci!) devono rispondere delle loro azioni (abusi edilizi!)
– lo Stato non deve possedere quote in Aziende passive: sono da vendere quelle passive( e gli immobili inutili non di pregio). Che facciamo degli abusi edilizi? Demolire o tassare ferocemente
– investire nell’educazione a tutti i livelli, ma cambiare (autonomia di scuole e Università: l’amministrazione imprenditoriale di Reinventing Government!)
– semplificazione amministrativa pubblica: è permesso tutto ciò che non è vietato per legge
– stipendi pubblici dei dirigenti: non oltre 120.000 Euro/anno. Divieto di cumulo e di incarichi multipli (esclusività del rapporto pubblico)
– Costituzione
– no ai ripetuti mandati e incarichi politici
– revisione del Titolo V
– istituire i seguenti Referendum
– conformativo obbligatorio per le leggi costituzionali e per alcune ordinarie di interesse generale
– abrogativo (semplificandolo)
– deliberativo anche nazionale oltre che locale (elezione del Sindaco!)
– legislativo–propositivo
– evitare troppi livelli di Governo non gerarchici (accorpare Regioni e Comuni, la Provincia con funzione di area metropolitana)
– legittima difesa (legge Castelli)
– escludere dai LEA le attività voluttuarie e inserire la non-autosufficienza.