Fotografia degli Italiani oggi (secondo il Censis 2013)

Negli anni più recenti gli Italiani hanno perduto la tensione a vivere con vigore e fervore. In parallelo sono cresciute l’accidia, la furbizia, la disabitudine al lavoro, l’immoralità diffusa, l’evasione fiscale, il disinteresse per l’attività di Governo, la passiva accettazione deIla comunicazione di massa. Senza fervore siamo diventati malcontenti e infelici, con un malcontento rancoroso che peraltro non riesce ad aggregarsi in tensioni collettive. Come si può fare per riprendere vigore e fervore? Investendo nelle nostre fiammelle ancora accese:

– la green economy, con la sua agricoltura di nicchia, l’agroalimentare, l’agriturismo, l’enogastronomia

– il potenziamento del nostro marchio

– l’artigianato italiano e la sua tradizione, apprezzati nel mondo

considerando anche il valore dell’imprenditorialità delle donne, degli stranieri in Italia e degli Italiani all’estero; usando strumenti privatistici oltre che risorse pubbliche; costringendo lo Stato e le sue regole a fare un passo indietro; abbracciando l’innovazione informatica e non solo come motore di sviluppo e di connettività; quest’ultima è lo strumento per moderare il nostro individualismo, il nostro disinteresse verso il bene collettivo, la nostra resistenza a lavorare insieme e utile anche per cambiare le Istituzioni, giustamente sfiduciate in quanto incapaci di migliorare il Paese e avvitate sui propri interessi. In fondo l’ondata mediatica negativa non ha sommerso gli Italiani: il 77% di essi dichiara di resistere discretamente, e la crisi sta generando anticorpi e voglia di tirare il fiato, bisogno di ritorno ai valori, alla spiritualità e alla cultura, maggiore sobrietà e attenzione agli sprechi, ridimensionamento dei consumi inutili, razionalizzazione della spesa quotidiana, attenzione al rapporto qualità-prezzo: in una parola migliore capacità di scelta e attenzione al risparmio. Il Governo dovrebbe tuttavia capire che l’incertezza del futuro per i continui annunci, le tasse elevate, le bollette esose, contribuiscono a ridurre i consumi e a creare negli Italiani una tensione continua. Sono queste responsabilità gravi di chi governa.

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