Nel 2012 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una Risoluzione che invita i governi ad assicurare per tutti i cittadini una sanità per loro accessibile, elemento fondamentale di sviluppo dei popoli.
Si è stimato che nel 2010 il 20-40% della spesa sanitaria è stata inutile, a causa dell’erogazione di servizi in modo non efficiente e sicuro o di prestazioni eccessive. Un servizio sanitario per tutti deve andare di pari passo con un miglioramento della qualità ed efficienza dei servizi resi. Il tutto si può riassumere in due obiettivi: 1) servizi centrati sui bisogni del paziente e 2) rapporto cordiale e corretto tra utenti e servizio sanitario, dando la massima attenzione e priorità alle cure primarie (o territoriali o di comunità), anche ricorrendo a personale non sanitario, incluso i volontari per dialogare con i pazienti nei punti di accesso. Importante è inoltre valutare la soddisfazione dei pazienti e ascoltare la loro voce, inclusi i reclami. I reclami devono arrivare a coloro che guidano le strutture di servizio, devono trovare risposta e devono essere considerati come una indispensabile e utile collaborazione dei cittadini per migliorare efficienza e qualità.
Importante è anche la condivisione delle scelte di diagnosi e cura con il paziente: non si tratta di raccogliere firme su moduli di consenso, ma di lavorare insieme per assicurare al paziente il meglio di quanto oggi la medicina può offrire nel rispetto dei desiderata del malato. Parlarsi in amicizia significa ottenere risultati migliori e più graditi a costi minori: coinvolgere i pazienti come co-creatori di valore in sanità, non come riceventi passivi delle cure. I pazienti inoltre sono un’utile risorsa per consentirci di organizzare meglio i servizi sanitari, e con essi di motivare meglio anche gli operatori sanitari, la cui voce è altrettanto importante di quella dei pazienti.
(Mulley et al. Meeting the challenger of providing universal health coverage. BMJ 2013;347;f6485)