Per porre fine alla diatriba tra coloro che vogliono e quelli che si oppongono al matrimonio tra soggetti dello stesso sesso bisogna decidersi finalmente a considerare il matrimonio come un atto privato e non pubblico, ossia come un contratto di associazione domestica legale o di convivenza legale senza preclusioni di genere o altro: una unione civile neutrale celebrata da Istituzioni private (per chi lo desidera la Chiesa o altro), ma con valore legale.
Se uno o entrambi i genitori non mantengono i propri impegni verso il coniuge o i figli in caso di separazione (impegni stabiliti dal giudice perchè il pregiudizio egocentrico è spesso presente in entrambi i coniugi e blocca ogni trattativa amichevole), essi devono essere iscritti automaticamente in un piano di pagamenti che ogni mese deduca la somma dovuta dalla busta paga o dal conto corrente o altro. Più in generale le regole che proteggono i figli e la parte debole della coppia dovrebbero essere rinforzate: ad esempio bisognerebbe definire un ventaglio ristretto di possibile accomodamento così che il giudice possa scegliere quello più adatto, ma tale da garantire sempre un supporto finanziario accettabile e proporzionale al reddito (o redditometro) per chi custodisce i figli e per il coniuge più debole, ma anche legato all’età, allo stato di salute di quest’ultimo, ai suoi introiti, ecc. (Thaler RH, Sunstein CR, Nudge, 2008, Yale Univ. Press).