Inquinamento atmosferico e cardiopatie acute

Vi è una forte correlazione tra le due cose. Trentacinque studi osservazionali hanno dimostrato che quando il particolato fine (PM2,5) nell’aria cresce, il rischio di malattie cardiovascolari acute cresce del 2% ogni 10 µg/m3.

Si consideri che in alcune megalopoli la concentrazione media giornaliera di PM2,5 arriva fino a 300  µg/m3, pari a 20 volte la media delle città europee che è di 15 µg/m3. L’aria pulita è un obiettivo che va perseguito con vigore, anche con leggi molto severe se necessario.

(Lancet 2013;doi:10.1016/s0140-6736(13)60898-3)

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