Così è stata denominata la crescita esponenziale che stiamo vivendo in ambito demografico, commerciale e ambientale, e che include le tensioni che originano dalla pervasività e dall’impatto che molte attività economiche, il consumismo, e l’urbanizzazione stanno avendo sull’ambiente e sulla salute e che hanno già superato i limiti di sicurezza.
I cambiamenti climatici causati dall’uomo unitamente alla crescita esponenziale della popolazione minacciano seriamente la possibilità di nutrire e dissetare il pianeta e la crisi finanziaria globale ha dimostrato l’interdipendenza delle economie nazionali: non esistono confini.
La Figura 1 illustra l’influenza della globalizzazione e dei cambiamenti da questi indotti sulla salute dell’uomo.
Per fermare questa perniciosa sindrome bisognerebbe influire sulla crescita della popolazione, le nuove malattie infettive, le malattie non trasmissibili (come l’obesità), il fumo, la resistenza dei batteri agli antibiotici, il rischio di incidenti sul lavoro, le disuguaglianze in termini di benessere, educazione e inclusione sociale, l’inquinamento atmosferico, la sicurezza alimentare. Tutti questi sono gli obiettivi dello Sviluppo Sostenibile per il 2016, che hanno sostituito quelli dello Sviluppo per il Millennio, in gran parte non raggiunti. Fondamentale è capire che questi obiettivi non possono essere raggiunti senza uno sforzo comune di tutte le nazioni, cioè con un coordinamento internazionale, coadiuvato dallo sforzo di ogni singola nazione. Ciò significa anche che organizzazioni internazionali potenti come il WTO (World Trade Organization) diano priorità ad evitare i danni alla salute e all’ambiente dei commerci internazionali, e che si colleghino con altre organizzazioni come il WHO (World Health Organization), sostenendone le iniziative quali la Convenzione Quadro per la lotta al tabacco, o come il Programma ambientale delle Nazioni Unite per proteggere lo strato dell’ozono.
Questa strategia multinazionale di collaborazione potrebbe essere utile per molti problemi che affliggono i nostri tempi, quali il pericolo incombente dell’epidemia di influenza con ceppi virali ad alta diffusibilità e mortalità (come l’aviaria o la SARS), la diminuzione del pescato, la scarsità di acqua in molte zone della terra, la necessità di nutrire il pianeta senza distruggerlo: ricordiamo che l’agricoltura (specie quella destinata all’alimentazione animale) è responsabile per ¼ delle emissioni globali di gas serra.
I cambiamenti indotti dall’uomo includono il degrado dei terreni, l’acidificazione dei mari, la deplezione dell’ozono, la compromissione della fertilità dei suoli, risorse idriche, biodiversità e funzionamento degli ecosistemi, dei cicli dell’azoto e del fosforo. La produzione dei gas serra determinata dalla combustione di materiali fossili dall’agricoltura e dalle miniere, nonché dalla deforestazione determina riscaldamento del globo, la cui temperatura è cresciuta di 0,7°C dal 1950 ad oggi. Se non si pone fine a queste emissioni la crescita potrebbe essere di 1° o 2° nel 2050. Tutto ciò ha pesanti ripercussioni sulla salute dell’uomo, derivanti dalla minore disponibilità di cibo e acqua, ma anche dai disastri naturali, dalle infezioni emergenti (vedi la schistosomiasi), dalle migrazioni e dalla disgregazione sociale che conseguono ai conflitti (Figura 2).
L’obiettivo primo di questa auspicata collaborazione internazionale è quindi quello di mitigare i cambiamenti climatici; se ciò non avverrà il destino stesso del genere umano sarà a grave rischio. Va quindi innanzi tutto disegnato un piano strategico di interventi, che saranno diversi da territorio a territorio e quindi adattati ai problemi delle varie aree del globo. Essi includeranno di volta in volta i trasporti, gli standard edilizi, la produzione di energia, i sistemi agricoli, ma anche l’educazione, il controllo delle nascite, le priorità di assistenza sanitaria, il potenziamento delle relazioni sociali, ecc. La sanità ha un ruolo molto importante in queste azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici e i suoi componenti hanno quindi il dovere morale di conoscere e partecipare a queste azioni di correzione del clima e delle sue conseguenze, inclusa la partecipazione ai programmi di salute pubblica quali la lotta al fumo, all’obesità e alla sedentarietà; la prevenzione primaria e la promozione della salute possono avere importanti effetti sulla salute del pianeta e dei suoi abitanti e tutti debbono collaborare per ridisegnare come la società si organizza, si muove, produce, edifica, consuma e produce energia.
(McMichael AJ – Globalization, climate change and human health. N Engl J Med 368, 1335-43, 2013)