Speriamo nella Provvidenza

È strana la reazione degli Italiani a questo momento di difficoltà. Vi è un diffuso senso di sfiducia misto a rassegnazione: sfiducia nei politici e nel Governo (che viene giudicato dai più come incapace se non disonesto), rassegnazione al malgoverno cui siamo da tempo (o da sempre) abituati. Non vi è segno di reazione, ma solo di malessere. Come mai? Bisogna innanzi tutto notare che tutti coloro che hanno un posto di lavoro fisso, specie se pubblico, non hanno subito gravi danni dalla crisi. In fondo poco è cambiato per questa maggioranza di Italiani. Anche questi tuttavia vivono male, hanno paura del futuro e spesso ciò si traduce in un ulteriore degrado del tessuto sociale e dei rapporti con gli altri. Molti non esitano a trasgredire le norme, ad approfittare delle situazioni, a non rispettare i diritti degli altri. Vi sono persone che non pagano i conti, che truffano: come non vedere che la prima in tale pratica è proprio l’Istituzione pubblica? I furti sono all’ordine del giorno, ma è noto a tutti che i ladri hanno la vita facile e la fanno franca in oltre il 90% dei casi. Quelli che vengono scoperti, peraltro, ricevono condanne irrisorie. Perché allora non provarci? L’illegalità diffusa è quasi legittimata: quanti sono coloro che percepiscono l’indennità di disoccupazione e lavorano in nero? Si trasgredisce ovunque: dal bidello della scuola, al top manager, ognuno ha il suo orticello che gli dà frutti. Come diceva Mussolini, basta lasciare agli Italiani la loro piccola o grande possibilità di abusare e la pace sociale è assicurata. C’è invece una quota di Italiani che soffre veramente. E’ il ceto medio, la piccola impresa, il lavoratore autonomo: spolpati da una tassazione feroce senza nessun provvedimento di sostegno, questi lottano per sopravvivere. C’è d’altro canto però anche chi vive bene. Sono gli innumerevoli impiegati della Pubblica Amministrazione, che continuano a crescere di numero e di potere, sono gli innumerevoli Enti che vivono intorno alla politica, è la schiera dei politici di mestiere, che continuano imperterriti a fruire dei loro indecenti privilegi. Continuano i “rimborsi elettorali”, non diminuiscono gli Enti inutili, sopravvivono con tutte le loro spese Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, ecc. Il Paese è prossimo al collasso economico, ma la spesa pubblica continua a crescere anziché diminuire; la politica si nutre di polemiche e pettegolezzi, fa l’inchino ai potenti d’Europa, vive di vita propria e se ne infischia della Nazione. Alcuni capitalisti se ne vanno, i giovani emigrano in cerca del futuro, molte imprese dislocano in nazioni più vantaggiose. E l’Italia? L’Italia è ammalata di cancro e il suo destino è infausto.  Finchè la crisi non raggiungerà tutti gli Italiani, tutto continuerà così. Ma quando la povertà raggiungerà tutti, allora forse la reazione popolare sarà dura: gli Italiani non sono sempre brava gente. L’abbiamo dimostrato durante le guerre del secolo scorso e in tutti i momenti drammatici della nostra storia. La speranza però è che non si arrivi a tanto. Il Vaticano ci ha ancora una volta dimostrato che si può risorgere dagli abissi più scuri se si ha la fortuna di affidare la guida a uomini validi e puliti. L’Italia ha tanti uomini di valore. Aspettiamo con fiducia che questi si facciano avanti o che le circostanze della storia li facciano giungere al potere e consentire loro di attuare un nuovo paradigma; aspettiamo cioè che la Provvidenza dopo il Vaticano aiuti anche la nostra povera Italia.

One thought on “Speriamo nella Provvidenza

  1. “…non diminuiscono gli Enti inutili, sopravvivono con tutte le loro spese Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, ecc….”.

    Questi erano gli enti che servo a fare cose utili (strade, trasporti, acqua, rifiuti, sanità, lotta al dissesto…).

    Una parolina su robe come le prefetture o le marche da bollo si potrebbe pure spendere, giusto per allargare un po lo sguardo.

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