La medicina è molto cambiata negli ultimi decenni. Le patologie croniche sono molto più frequenti di quelle acute e sono spesso molteplici, le scelte diagnostiche e terapeutiche si sono allargate, si sta affermando la medicina personalizzata, basata cioè sulla risposta di ogni singolo paziente e non di popolazioni di pazienti. Anche i metodi di valutazione di efficacia degli interventi medici si sono evoluti e sta prendendo sempre più piede la misura di efficacia delle nuove cure in confronto ad altre cure in uso, piuttosto che il suo effetto contro il non-trattamento (cosiddetta ricerca di efficacia comparata – comparative-effectiveness research), condotta con metodologie opportune. Questa innovazione, unita alla ricerca dei risultati centrati sul paziente (patient-centered outcomes research) e a quelle basate sull’evidenza, sta cambiando completamente il modo di curare e i rapporti tra curante e paziente, giacchè è quest’ultimo in definitiva che deve giudicare il valore del trattamento che gli viene applicato.
In sintesi la ricerca clinica oggi ha senso solo se impostata con metodo scientifico e orientato a soddisfare i criteri di salute e benessere dei pazienti.
(Gabriel SE, Normand ST – Getting the methods right. The foundation of patient-centered outcomes research. NEJM 367, 787-90, 2012)