Per celebrare i 40 anni di attività del Nord Italia Transplant (NITp), la Fondazione Trapianti, in collaborazione con la Fondazione Il Sangue (e con il contributo di Associazione Copev Beatrice Vitiello, Avionord, Fondazione Cariciv) ha prodotto un cortometraggio sulla donazione degli organi dal titolo “E la vita continua”.
Il film è stato presentato il 6 settembre alla Biennale di Venezia a Ca’ Giustinian, come evento collaterale della 69a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e il 16 settembre come evento speciale del Festival Internazionale del Cortometraggio di Roma. Sarà inoltre diffuso anche all’estero e a breve anche visibile dal pubblico.
Il cortometraggio, della durata di 20 minuti, ha come obiettivo la promozione della donazione degli organi come atto consapevole e scelta personale presa in vita. Questo sia in un’ottica di sensibilità civica sia per risparmiare alle famiglie in un momento così delicato e doloroso la decisione di donare gli organi del proprio caro.
Il tema della donazione di organi è affrontato per la prima volta con rigore scientifico ma anche con grande delicatezza e levità grazie alla sapiente regia di Pino Quartullo e alla brillante interpretazione di bravissimi attori (fra cui Cesare Bocci, Francesco Saverio Deodato, Pietro De Silva, Andrea Dianetti, Ludovico Fremont, Laura Lattuada, Francesco Pannofino, Emanuela Rossi, Ricky Tognazzi), che hanno prestato gratuitamente la loro opera. La fotografia di grande fascino, sotto la direzione di Antonello Emidi, sottolinea con maestria tutti i momenti di una storia straziante, accompagnata dalla musica concessa gratuitamente da Vasco Rossi, Pivio e Aldo De Scalzi.
‘E la vita continua’ prosegue nella direzione intrapresa lo scorso anno con ‘Rosso Vivo’ (regia di Annamaria Liguori), il cortometraggio prodotto sempre da Girolamo Sirchia per la Fondazione Il Sangue con l’obiettivo di promuovere la donazione di sangue.
I due cortometraggi fanno parte di un programma di marketing sociale voluto fortemente dal professor Sirchia al fine di promuovere nella popolazione comportamenti più responsabili, utili alla collettività, utilizzando un mezzo potente e persuasivo come il cinema.
Sinossi del cortometraggio
Lorenzo, giovane laureato in filosofia, disoccupato, d’estate lavora come bagnino. Attilio è un noto attore che soffre di una grave patologia epatica. Le loro vite s’incrociano, in modo tragico e meraviglioso allo stesso tempo, attraverso la donazione dell’organo del ragazzo improvvisamente scomparso a causa di un incidente in moto.
È solo grazie al toccante intervento del migliore amico di Lorenzo, Adriano, giovane speaker radiofonico, e al lavoro del personale NITp, che i familiari di Lorenzo, inizialmente contrari, acconsentono alla donazione degli organi del ragazzo.
Grazie a questo gesto generoso, Attilio dopo una estenuante attesa, sostenuto dalla moglie Giovanna e dal figlio Sandro, torna a vivere e a regalare al pubblico la sua arte e alla sua famiglia la passione per la vita. Nel tramonto di Lorenzo, c’è una nuova alba per Attilio, che lo fa sopravvivere eternamente grato a chi ha compiuto un gesto che regala la vita: la donazione degli organi.
Non ne abbia a male, Prof. Sirchia, esprimo solo il mio pensiero. Basta dirmi che dialogare con me le fa male o la rende di cattivo umore, e io rinuncio. Essendo un fan del suo decreto, cerco di capire come funziona l’intero meccanismo. E constatando la sua celebrazione dei trapianti, mi sembra di “intraleggere” che nessun ministro della salute vuole mettere un freno agli incidenti stradali e alle morti di molti giovani e adulti sani: semplicemente per incrementare il numero di trapianti e trapiantati. Matematica di Frankenstein! Invece si potrebbe invertire il protocollo: lasciamo morire in santa pace e accompagnamo nel processo del trapasso chi è malato, se non riusciamo con chirurgia e farmaci, e facciamo in modo da non far morire le persone sane, con una PROTEZIONE DI FERRO, dagli incidenti sul lavoro e della strada. Questa sarebbe medicina vera. “Verrà il giorno in cui uccidere un animale sarà considerato un delitto come uccidere un uomo”, aveva predetto Leondardo Da Vinci. In quello stesso giorno, quando si penserà ai trapianti si considererà una barbarie di gente malata di mente e spiritualmente disorientata. Perché in questa filosofia, quel che conta è la vita e la riproduzione del processo del trapianto, della chirurgia, del 118 sostenuto da volontari (poveri illusi), dei farmaci antirigetto (questi sono il motore primo, mi sa), non certo la vita armonica, bella, sana, con felicità condivise. Ospedalizzazione e medicalizzazione sono le dittature imperanti.